I problemi di "Bouquet of Tulips" di Jeff Koons non sono ancora finiti: Piace molto ai Piccioni!

Jeff Koons, Bouquet of Tulips (2019) Courtesy: Instagram/@moimarithe. via Dazeddigital

Jeff Koons, Bouquet of Tulips (2019) Courtesy: Instagram/@moimarithe. via Dazeddigital

La monumentale scultura “Bouquet of Tulips” donata dall’artista statunitense Jeff Koons, alla città di Parigi, in ricordo delle vittime del Bataclan, non smette di accandere polemiche. A quasi un anno dal suo posizionamento nei giardini degli Champs Élysées, tra il Petit Palais e Place de la Concorde, si è diffusa la voce che la superficie dell’opera, pagata 3milioni e mezzo di euro (Koons ha regalato solo il concept), sarebbe già ricoperta di crepe. Ma gli esperti rassicurano: “Con ogni probabilità è colpa dei piccioni!”.

Prima è stata la volta della lettera degli artisti francesi, poi il costo, poi il posto dove posizionarla, il peso, le dimensioni, l’opportunità. Una giostra di dibattiti, mediatici, pubblici e politici, che devono aver fatto rimpiangere a Koons quel dono. Ma ormai il dado era tratto e rimangiarsi la parola non si poteva, così la posizione giusta alla fine è saltata fuori e il problema dei costi di realizzazione è stato risolto da un’importante rosa di finanziatori privati

La diatriba ha fatto dilatare il tempo intercorso tra l’annuncio della donazione da parte dell’artista (2016) al taglio del nastro (2019). E non si è spenta neanche dopo, quando tra le critiche si è levata quella del filoso francese Yves Michaud. Che si è spinto a definire l’opera pornografica.. La scultura è stata poi bersaglio di un gruppo di vandali,

In questi giorni un comunicatore di professione ha notato dei segni che sembravano crepe e ha fatto circolare la notizia. Un tweet: visualizzato 84.000 volte e ritwittato 300 volte. La notizia ha creato sdeno (per il costo della scultura) e stupore per la sua monumentalità (alta 12,6 metri, pesa diversi quintali ed è stata realizzata in bronzo policromato, acciaio inossidabile e alluminio)

Inutile dire che il Comune si è subito mosso e sono intervenute anche le squadre di Koon con un’asta telescopica dotata di telecamera. E hanno convenuto nel dichiarare che la scultura non è rotta.

"Sono gli escrementi dei piccioni- ha detto il responsabile della statuaria pubblica parigina, Mathieu Rousset-Perrier- chiari e scuri, che creano un'illusione ottica"

Tuttavia, la certezza che non si tratti di veri e propri danni si avrà solo dopo l’intervento di pulizia di “Bouquet of Tulips” di Jeff Koons, programmato dal Comune alla vigilia del 4 ottobre, quando si festeggerà l’anniversario della collocazione dell’opera (da Le Parisien)

Petrit Halilaj si ispira all'uccello giardiniere per costruire un gigantesco nido di fiori al Palacio del Cristal del Reina Sofia

"A un corvo e uragani che da luoghi sconosciuti riportano odori di esseri umani innamorati", 2020. Veduta della mostra al Palacio de Cristal. Tutte le foto per gentile concessione di Petrit Halilaj e © Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madr…

"A un corvo e uragani che da luoghi sconosciuti riportano odori di esseri umani innamorati", 2020. Veduta della mostra al Palacio de Cristal. Tutte le foto per gentile concessione di Petrit Halilaj e © Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid. Foto di ImagenSubliminal (Miguel de Guzmán e Rocío Romero).

L’artista kosovaro Petrit Halilaj, nella sua ultima installazione realizzata al Palacio de Cristal del Reina Sofia a Madrid, ha virato il timone e invece di parlare della sua patria e di se stesso come parte di essa, ha navigato in uno spazio personale. Un’area sospesa tra passato e presente, tra sogno e realtà. Ma anche tra umano e… volatile.

L’opera, infatti, si intitola “A un cuervo y los huracanes que, desde lugares desconocidos, traen de vuelta olores de humanos enamorados” (che in italiano significa: "A un corvo e agli uragani che, da luoghi sconosciuti, riportano odori di esseri umani innamorati"), e per idearla Petrit Halilaj si è ispirato agli incredibili nidi che gli uccelli giardinieri costruiscono per attirare le femmine (che a loro volta ne edificano di propri quando nascono i pulcini)..

E così percorsi di rami accatastati, uguali agli originali ma molto più grandi, si affiancano a fiori giganteschi ma anche a mangiatoie e strutture per attirare all’interno del palazzo i numerosi uccellini che vivono o passano per il Parco el Retiro. Rendendo il confine tra interno ed esterno vago.

Questo nido poetico, che allontana l’eccesso di intimità con tratti di sottile ironia (vedi la storia del padre dell’artista che nell’opera compare in versione “corvo bianco”), Petrit Halilaj, l’ha costruito insieme al suo compagno, Álvaro Urbano (artista a sua volta). Rendendo ancora più personale il dialogo con il visitatore.

"A un corvo e agli uragani che, da luoghi sconosciuti, riportano odori di esseri umani innamorati", tuttavia è soprattutto un modo per mostrare come la centralità dell’uomo nell’univers,o sia un abbaglio, un pensiero narcisista che non tiene conto della grandezzae della complessità di ciò che lo circonda.

C'è qualcosa di strano e sproporzionato nelle dimensioni di questo nido, nelle dimensioni gigantesche dei suoi fiori e nel comfort e nella centralità che offre agli uccelli. L'artista sospende così la prospettiva logo-centrica che ci fa credere di essere il centro e la misura di tutte le cose, incoraggiandoci a riconoscerci come un elemento in più tra i tanti. Il nido si rivela così l'ambientazione di un rito che attende incontri, alleanze e unioni tra i suoi diversi visitatori, mutando e mutando con lo spazio.”

Petrit Halilaj è un artista famoso che ha partecipato a molte importanti mostre, tra cui la 57esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia (“Viva Arte Viva”). L’installazione “A un cuervo y los huracanes que, desde lugares desconocidos, traen de vuelta olores de humanos enamorados” è la prima realizzata nello splendido Palacio de Cristal di Madrid dopo la chiusura per la pandemia di COVID 19. E si potrà visitare fino al 28 febbraio 2021 pandemia permetttendo. (via Colossal)

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Banksy non è proprietario delle sue opere perchè insiste a manenere l'anonimato. Lo dice l'Unione Europea

bansky, love is in the air, 2003 | courtesy of phillips

bansky, love is in the air, 2003 | courtesy of phillips

Nei giorni scorsi l’Ufficio per la Proprietà Intellettuale dell’Unione Europea (EUIPO) si è espresso contro Banksy nella controversia che da molto tempo vedeva il famoso sreet-artist contrapporsi a “Full Color Black”. La ditta inglese, infatti, produce dei bei biglietti d’auguri, con le opere di Banksy stampate sopra. Al dettaglio costano 2 sterline e 99. Ma Banksy, oltre a non averne autorizzato la stampa, non ci guadagna nemmeno un centesimo.

Ce n’era abbastanza per allertare il Pest Control Office che si occupa dell’assistenza legale all’artista.

Il problema è che Banksy è il nome d’arte di unna personaa la cui identità resta segreta. Così gli avvocati del writer hanno deciso di focalizzare l’attenzione sul solo “Lanciatore di Fiori”. (Love is in the Air - Flower Thrower) Facendone un marchio depositato presso la UE nel 2014. Ma “Full Color Black” non si è data per vinta e lo scorso anno ne ha richiesto l’annuallamento perchè lo ritenevaano depositato in malafede e perchè l’artista non intendeva usarlo in quel modo.

Per aggirare il problema Banksy ha aperto il temprary store di prodotti per la casa (in realtà esponeva le sue opere) Gross Domestic Product (PIL) che usava il Lanciatore di Fiori come marchio. Ma Banksy e il suo avvocato, abituati al rapporto coi media (che sono continua fonte di pubblicità gratuita per l’artista ) si sono lasciati andare a dichiarazioni poco caute svelando la loro strategia legale.

La giuria non ha grardito: "L'uso, che è stato fatto- scrive nelle motivazioni dlla decisione- solo dopo l'avvio del presente procedimento, è stato identificato come un modo per aggirare i requisiti del diritto dei marchi e quindi non c'era l'intenzione di utilizzare realmente il disegno come marchio. Banksy stava anzi cercando di usare il disegno solo per mostrare che aveva intenzione di usare il disegno,"

Ma l’EUIPO è stato particolarmente duro riguardo alla decisione di Banksy di mantenere l’anonimato : "Banksy ha scelto di rimanere anonimo e per la maggior parte delle volte di dipingere graffiti sulla proprietà di altre persone senza il loro permesso piuttosto che dipingerli su tele o sulla sua proprietà. Va sottolineato che un altro fattore degno di considerazione è che non può essere identificato come il proprietario indiscutibile di tali opere poiché la sua identità è nascosta; inoltre, non si può stabilire senza dubbio che l'artista detenga i diritti d'autore su un graffito. "

La decisione di EUIPO di dichiarare nullo il marchio “Lanciatore di Fiori” mette a richio la proprietà intellettuale di tutte le opre di Banksy. (via Designboom)