“N'aria 'e primmavera”: La Napoli Liberty tra moda, gioielli, vivacità e sfrontata fiducia nel futuro

Vincenzo Migliaro (Napoli 1858-1938) Seduzioni, 1906 Olio su tela, 62x42 cm Napoli, collezione privata

Vincenzo Migliaro (Napoli 1858-1938) Seduzioni, 1906 Olio su tela, 62x42 cm Napoli, collezione privata

La mostra “Napoli Liberty - N'aria 'e primmavera” in corso a Palazzo Zevallos Stigliano di Intesa San Paolo, tratteggia attraverso una varietà di raffinati oggetti come opere d’arte, lo spirito frizzante e fiducioso della Belle Epoqué napoletana.

Sono oltre settanta, infatti, tra dipinti, sculture ma anche mobili, porcellane, pietre dure, gioielli, manifesti pubblicitari. e manifatture varie, i pezzi presentati nelle sale di Palazzo Stavellos Stigliano (che a sua volta è frutto di quel periodo e di quello spirito). L’obbiettivo è ridare vita alla città che fu, quella che in quel periodo attraversava un momento magico.

"Alla fine dell’Ottocento - spiega il materiale che preseenta la mostra -si vive in Europa la stagione dell’Art Nouveau e il processo di sviluppo avviato dalle grandi Esposizioni nazionali e internazionali, insieme all’affermazione di una borghesia imprenditoriale, trasformano radicalmente le città italiane. La novità del nuovo stile – in Italia detto Liberty – contagia Napoli, città in via di rinnovamento che vuole lasciarsi alle spalle gli anni del colera. Leggi speciali che finanziano l’ampliamento urbano, il risorgimento economico e l’industrializzazione riscattano l’immagine della città: è la Belle Époque e un fiorire di progetti che rese Napoli una metropoli moderna e cosmopolita sin oltre la fine della Grande Guerra."

Insomma Napoli, come e più delle altre grandi città italiane ed europee, si immerge in un’epoca nuova.. Il benessere appena conquistato, modifica la cultura, il costume ma anche la geografia urbana e, di consegunza le abitudini dei cittadini. Oltre a diffondersi sotto forma di panetterie, farmacie e pasticcerie. Librerie, negozi di moda, produzioni teatrali e sale cinematograafiche. Ma anche gioielli, che diventano insieme alla lavorazione delle pietre dure (madreperla, corallo, tartaruga) uno dei punti di forza del commercio all’ombra del Vesuvio.

L’opera “Seduzioni” di Vincenzo Migliaro, infatti, in cui una rragazza guarda rapita le vetrine della gioielleria Jacoangeli, è il cuore dell’esposizione.

“Napoli Liberty”, apre anche una parentesi sul lavoro di Felice Casorati, che in quegli anni frequenta la città partenopea e prende parte alle prime esperienze dell’avanguardia secessionista.

Alcuni capolavori. -scrivono i curatori- ci hanno consentito di rappresentare al meglio il fondamentale soggiorno a Napoli, dal 1908 al 1911, del futuro protagonista del Novecento italiano Felice Casorati. Anche se come sembra ha dimostrato insofferenza per l’atmosfera troppo estroversa della città, ciò non toglie che questi tre anni siano stati decisivi per la sua affermazione, costituendo una sorta di trampolino di lancio per i seguenti successi internazionali.”.

Napoli Liberty - N'aria 'e primmavera” curata da Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca e con l’allestimento di Lucia Anna Iovieno, rimarrà alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, (sede museale di Intesa Sanpaolo di Napoli) fino al 2 gennaio 2021.

Manifattura Giovanni Ascione & Figlio Collier con pendenti, ante 1906 Corallo mediterraneo, Sciacca, oro filigranato a 18K, lungh. 47 cm Napoli, Museo Ascione

Manifattura Giovanni Ascione & Figlio Collier con pendenti, ante 1906 Corallo mediterraneo, Sciacca, oro filigranato a 18K, lungh. 47 cm Napoli, Museo Ascione

Felice Casorati (Novara 1883 - Torino 1963) Persone, 1910 Olio su tela, 150x177 cm Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'arte, Milano

Felice Casorati (Novara 1883 - Torino 1963) Persone, 1910 Olio su tela, 150x177 cm Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'arte, Milano

Saverio Gatto (Reggio Calabria 1887 - Napoli 1959) Lo scialle, 1925 Ceramica invetriata, 48x8 cm Napoli, collezione Gargiulo

Saverio Gatto (Reggio Calabria 1887 - Napoli 1959) Lo scialle, 1925 Ceramica invetriata, 48x8 cm Napoli, collezione Gargiulo

Vincenzo Caprile (Napoli 1856-1936) Elena del Montenegro, principessa di Napoli, 1899 Pastello su cartone, 58x52 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Vincenzo Caprile (Napoli 1856-1936) Elena del Montenegro, principessa di Napoli, 1899 Pastello su cartone, 58x52 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Marcello Dudovich (Trieste 1878 - Milano 1962) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 211x150,3 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Marcello Dudovich (Trieste 1878 - Milano 1962) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 211x150,3 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 - Ponte Lambro, Como 1944) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 258x155,5 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 - Ponte Lambro, Como 1944) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 258x155,5 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

"Non Plus Ultra" di Gonzalo Borondo tratteggia figure mutevoli al Palacio de la Salina di Salamanca

Gonzalo Borondo, Non Plus Ultra, Palacio de la Salina. All images © Roberto Conte. Courtesy the artist

Gonzalo Borondo, Non Plus Ultra, Palacio de la Salina. All images © Roberto Conte. Courtesy the artist

Non Plus Ultra”, l’ultima installazione dell’artista spagnolo Gonzalo Borondo (di cui ho già parlato, ad esempio, qui), è un labirinto di vetro serigrafato, costruito all’interno del Palacio de la Salina a Salamanca (Castiglia e León), in occasione del Facyl Festival (Il festival internazionale di Arte e Cultura di Castilla e Leon). Fatta di immagini mutevoli, che confondono chi decide di attraversarla, l’opera, è un monumento all’inganno e al superamento del limite.

Sospesa tra passato e presente, tra fermezza e fragilità, “Non Plus Ultra” va ammirata per la compessità del processo serigrafico (di cui alcuni passaggi sono riportati nel video in fondo a questo post), che Borondo ha realizzato in collaborazione con lo studio spacializzato 56Fili.

E’ composta da 56 lastre di vetro di due metri e cinquanta centimetri per ottanta centimetri, ognuna delle quali stampata fronte retro. Da una parte c’è un uomo in una posizione che ricorda sia la crocifissione che una danza, e dall’altra una colonna. Le immagini guardate da deteminati punti di vista si sovrappongono, si moltiplicano, sono più o meno definite, Insomma cambiano, illudendo, un po’ come in un poema omerico, chi sta attraversando il labirinto, di essere dei punti di riferimento capaci di orientarne il cammino.

“Non Plus Ultra” è prima di tutto un'esperienza, una sensazione- spiega Gonzalo Borondo- Lo spettatore si trova continuamente a confronto con dei limiti spaziali, dati dalle lastre di vetro, respingenti ma anche trasparenti. Limiti che potresti rompere, attraversare, scegliendo di rischiare. Rompere i limiti fa paura. Viviamo con la paura di andare oltre il limite, sempre accompagnati da una sensazione d’incertezza. Ma penso che l'artista all’interno della società ha proprio questo ruolo, trasgredire i limiti imposti dalla norma.”

Tuttavia, come spiega l’artista, l’opera vive soprattutto nelle sensazioni di chi l’attraversa. Mettendosi alla prova, superando la sensazione di poter confondere il vetro con il vuoto, o il punto del labirinto a cui è arrivato con un altro.

Borondo, come al solito gioca col paesaggio, intrappolando e conducenso lo sguardo, alludenso all’architettura che circonda l’installazione e al palpitare della Storia in cui è immerso il presente delle città europee. Ma anche ricordandoci che il passato a volte si piega all’oggi per essere reinventato, in attesa del futuro

Non Plus Ultra” di Gonzalo Borondo, curata da Chiara Pietropaoli e realizzata con il supporto organizzativo di STUDIO STUDIO STUDIO, è installata nel cortile del Palacio de la Salina di Salamanca, e potrà essere visitata fino al 31 ottobre. Numerose immagini delle installazioni precedenti si possono, invece, vedere sull’account Instagram dell’artista.

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Al Part di Rimini le opere d'arte contemporanea galleggiano in sale del '200 e del '300 riccamente decorate

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Hanno inaugurato ieri i Palazzi dell’Arte di Rimini (Part) che, nel cuore del centro cittadino, all’inteno di due magnifici edifici medioevali, ospitano la eterogenea collezione della Fondazione San Patrignano. Le opere, tutte rigorosamente d’arte contemporanea, sono state donate, tra gli altri, da galleristi e artisti internazionali. E ovviamente fino a domenica (27 settembre 2020) si potranno vedere gratuitamente.

Il museo si dipana tra il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà. Inutile dire che entrambi hanno rilevanza storico-architettonica e non sarà neppure difficile trovarli, visto che, insieme a Palazzo Garampi a Teatro Galli e alla Pescheria, si affacciano su Piazza Cavour (la principale della città).. Tuttavia i due palazzi hanno dovuto sostenere un importante intervento di restauro, eseguito dallo Studio milanese AR.CH.IT (guidato da Luca Cipelletti).

L’impianto innovativo d’illuminazione è stato invece affidato al lighting designer Alberto Pasetti Bombardella.

All’ interno la ricca collazione della Fondazione Sann Patrignano. Con opere di; Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang.

Donate tra gli altri da artisti internazionali come Damien Hirst e Carsten Höller, dal famoso gallerista Massimo De Carlo, oltre che dalla pressocchè intera famiglia della co-fondatrice della fondazione, Letizia Moratti.

Il PART ospita anche un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità di San Patrignano.

Le opere della Fondazione San Patrignano non sono però diventate di proprietà dai Palazzi dell’Arte di Rimini ma costituiscono il primo esperimento italiano di endowment. Sono state cioè donate alla fondazione, a patto che quest’ultima non le venda per 5 anni e che anzi le renda visibili al pubblico con l’obbiettivo di alzarne il valore. Così adesso stanno al Part e in futuro si vedrà (dopo quel periodo, infatti, la fondazione può vendere ma solo in caso di esigenze straordinarie della comunità)

I lavori necessari a inaugurare il Part e a ridare splendore ai due palazzi, sono costati 3 milioni e 200mila euro.

Ma il risultato è riuscito e l’illuminazione (naturale e artificiale) insieme all’allestimento del percorso contribuiscono a guidare il visitatore alla scoperta dellle opere e dei particolari architettonici. Il contemporaneo e il medioevale si confrontano in un dialogo pacato ma intenso. Arricchendosi vicendevolmente. Le opere, a tratti, nei volumi inimmaginabilmente ampi del ‘200-’300 sembrano fluttuare o nascodere le loro vere dimensioni. L’unico punto debole è l’eterogeneità della collezione, che, oltre a rischiare di confondere il visitatore, lo porta a riflettere su tutto e su nulla in particolare. Senza una meta, un vero e proprio percorso intellettuale, oltre che fisico da seguire. Ma il numero di opere e la qualità degli artisti, rende comunque la collezione un buon punto di partenza.

I Palazzi dell’Arte di Rimini (Part) e la collezione d’arte contemporanea della Fondazione San Patrignano si potranno visitre con ingresso gratuito venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 dalle ore 9.00 sino a mezzanotte.

Tutte le immagini dove non è altrimenti indicaro courtesy: PART, ©HenrikBlomqvist

Tutte le immagini dove non è altrimenti indicaro courtesy: PART, ©HenrikBlomqvist

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Vanessa Beecroft VBSS.002, 2006-2017 Stampa Digitale C-Print 230,8 × 177,8 cm © Matthu Placek

Vanessa Beecroft VBSS.002, 2006-2017 Stampa Digitale C-Print 230,8 × 177,8 cm © Matthu Placek

Carsten Höller Poster on Krutikov Fliegender Stadt, 2008 Serigrafia monocroma su carta 47 × 112,4 cm

Carsten Höller Poster on Krutikov Fliegender Stadt, 2008 Serigrafia monocroma su carta 47 × 112,4 cm

Elisa Sighicelli Untitled (4301), 2018 Fotografia stampata su raso 223 × 143,5 cm

Elisa Sighicelli Untitled (4301), 2018 Fotografia stampata su raso 223 × 143,5 cm

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