Apre oggi il National Museum of Qatar, l'enorme rosa del deserto firmata Jean Nouvel

Apre oggi a Doha il National Museum of Qatar, un progetto complesso che ha impegnato l’archi-star francese Jean Nouvel per 15 anni. E che, a parità di superficie con i Musei Vaticani, si inserisce tra i più grandi spazi espositivi del mondo. Assomiglia a un’enorme rosa del deserto nata per celebrare la penisola arabica in previsione dei mondiali del 2022.

Quanto sia costato non si sa, quel che è certo è che per arrivare all’edificio che si troveranno di fronte oggi i primi visitatori ci sono volute, come Nouvel stesso ha dichiarato, "una moltitudine di combinazioni di immagini digitalizzate (…)” Si tratta in realtà di un complesso di edifici collegati tra loro. Il National Museum of Qatar infatti, si compone di ben 11 gallerie e cinge l’ex-sede del governo (il palazzo restaurato di Sheikh Abdullah). A formarlo sono dei dischi di diametro e curvatura diversa, che orientati in un modo o nell’altro si compenetrano. Come una rosa del deserto ("la prima struttura architettonica che la stessa natura ha creato").

La particolare forma dell’edificio ideato dall’Atelier Jean Nouvel ha anche il pregio di isolare gli spazi espositivi dal calore esterno, sovrapponendo angoli ombreggiati ad angoli ombreggiati prima di accedere all’interno. E creando molti punti di refrigerio nell’ampio cortile. Il color sabbia, infine, fa in modo che il grande complesso si confonda con il suolo.

Come dice il nome, la collezione del National Museum of Qatar fa riferimento alla storia e alla cultura del Paese, attraverso elementi di Storia Naturale e reperti archeologici. Ma anche musica, poesia, cinema e arte contemporanea. Il tutto con attenzione a colpire il visitatore. Tra gli artisti internazionali che sono stati chiamati per creare nuove opere ispirate alla storia del Qatar c’è Ai Weiwei che ha realizzato l’installazione Fountain of Pearls (che riflette sul declino sulla raccolta delle perle e relativo commercio dal 1913 al 1939). (via theartnewspaper)

image © iwan baan
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