Le sculture astratte di Wyatt Kahn portano forme coplesse ed ironia al City Hall Park di New York

Wyatt Kahn, “Morning”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

La mostra “Life in the Abstract”, dell’artista statunitense Wyatt Kahn, si dipana nel piccolo City Hall Park di Manhattan (vicino all’imbocco del ponte di Brooklyn). Una location amata dai newyorkesi e dai turisti che per Kahn è anche il teatro a cielo aperto della sua prima esposizione d’arte pubblica.

Ma non solo, perchè le sette opere che compongono la mostra, sono le prime sculture completamente tridimensionali di Kahn. Non hanno il piedistallo. Però fatte in solido metallo come sono e posizionate a terra, si potrebbero definire monumenti. D’altra parte, Khan, che normalmente gioca nel campo del basso rilievo (o giù di lì), sembra amare l’arte della prima metà del ‘900 e in particolare l’Astrattismo. Che però reinventa inserendo elementi nuovi, e volte persiono figurali e una buona dose d’ironia.

Non ancora quarantenne, Wyatt Kahn, è newyorkese d’origine; città dove vive e lavora ancora oggi. Alcune sue opere sono già conservate in importanti musei come: il Whitney Museum of American Art di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Modern Art (Moma) di New York, il MOCA di Los Angeles e il Centre Georges Pompidou di Parigi. In Italia, Khan, ha esposto solo al Mart di Rovereto, all’XNL di Piacenza e alla galleria T293 di Roma. Del resto, l’unico paese europeo con cui il newyorkese ha una lunga storia espositiva è la Svizzera.

E’ conosciuto per i lavori pittorici in bilico tra bi e tri dimensionalità. Kahn, infatti, crea delle superfici simili a telai (in realtà preferisce altri materiali a legno chiodi e tela ma il risultato è analogo) dalle forme più varie, che, accosta o sovrappone.

I suoi, sono dipinti astratti, ma, invece di tracciare le linee sul supporto, le ottiene componedo i “telai” tra loro.

"In sostanza- spiega il sito di Public Art Fund che ha commissionato la mostra- il loro soggetto diventa l'interazione tra due e tre dimensioni, vissuta attraverso spostamenti di superficie, struttura e profondità".

Le sculture si muovono nella stessa direzione. L'artista, infatti, ha tradotto diciassette disegni astratti in blocchi di pesante acciaio. Tuttavia, qui accosta la ricerca formale a oggetti della quotidianità (un telefono, una pianta in vaso ecc) dall’aspetto stereotipato. Quasi avesse preso ad esempio il design di una broschure informativa. Il loro valore simbolico però, secondo l’artista. è aperto. Ha dichiarato di augurarsi che chiuque li possa leggere in maniera differente. E stabilire, contemporaneamente un rapporto intimo, personale, con le opere.

"Le figure e i raggruppamenti di questa mostra- ha detto- hanno ciascuno la propria narrativa e spero che i visitatori trovino il proprio significato nelle opere in base alle proprie esperienze. Per me, la pianta in vaso nella mia nuova scultura Morning, rappresenta il nutrimento di un'idea, mentre a qualcun altro potrebbe ricordare la pianta che ha coltivato durante la pandemia".

Le sculture, sono fatte in acciaio corten. Un materiale, caratterizzato da una patina simile a ruggine, che può contemporaneamente ricordare la superficie tattile di certi quadri. Le dimensioni dei sette lavori sono notevoli. Per farsene un idea basta pensare che “Parade” (l’opera più grande) pesa circa 15 quintali ed è larga 4 metri e mezzo.

Per fabbricare le sculture ci sono voluti due anni.

Commissionate dal Public Art Fund, le sculture astratte di Wyatt Kahn che compongono la mostra d’arte pubblica “Life in the Abstract”, rimarranno al City Hall Park di New York fino al 26 febbraio 2023. Kahn, ha un account instagram su cui condivide le tappe importanti del suo lavoro.

Wyatt Kahn, “Parade”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

(from left to right) Wyatt Kahn, “Untitled” and “The Friends”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Morning”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Paiting the Painter”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Sideways Curl”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Umbrella”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “The Friends”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

A Milano la fotografia surreale e teatrale di Yelena Yemchuck

Yelena Yemchuck, Guinevere #18, 2018 Courtesy l’artista

Se esiste un risvolto positivo della guerra in Ucraina, è di sicuro la grande visibilità dedicata negli ultimi tempi agli artisti provenienti dall’ ex paese dell’ Unione Sovietica (soprattutto in Europa). Tra questi anche la fotografa, pittrice e regista,Yelena Yemchuck, che è attualmente in mostra nel concept store milanese dello stilista Antonio Marras. L’esposizione si intotola “Characters” e vorrebbe tratteggiare l’universo di personaggi che popola l’immaginazione di Yemchuck attraverso dipinti e foto.

Yelena Yemchuck è originaria di Kiev ma fin dall’adolescenza vive a Brooklyn (New York). Anche adesso, piuttosto nota, sposata con l’attore Ebon Moss-Bachrach e madre di due figli, non ha cambiato ne quartiere ne città. Il corpo principale del suo lavoro è costituito dalla fotografia di moda, anche se è molto conosciuta in particolare per la collaborazione (in qualità di regista, direttore della fotografia ecc.) per il gruppo rock alternativo statunitense, Smashing Pumpkins.

A Milano ci sono due serie di lavori, la recente YYY Depart Pour L’image, (2022) e Ten Years After (2006) nata dalla collaborazione (appunto) con Antonio Marras. Tutte le opere sono permeate da un’atmosfera surreale. Le fotografie, spesso teatrali, curate nei minimi particolari, in cui Yemchuck dimostra la straordinaria abilità (la sua passione per quest’arte nasce a 14 anni, quando il padre le regala la prima macchina fotografica), sono giustapposte con altre diverse nello stile, che sottolineano l’indole narrativa delle immagini.

Si tratta di racconti aperti. L’atmosfera è quella di una favola nera, enigmatica, surreale. Anche se i costanti riferimenti a violenza e sesso, che si ritrovano in diverse fotografie e in moltissimi dipinti, la rendono decidamente scabrosa, per quanto bella e patinata possa apparire.

La mostra Characters di Yelena Yemchuk è stata inaugurata al Nonostante Maras in occasione del Photo Vogue Festival 2022 (che si è tenuto a Milano tra il 17 e il 20 novembre), ma proseguirà fino all’8 gennaio 2023.

ATTENZIONE: L’esposizione è inadatta ai bambini.

Yelena Yemchuck, Flowers, Kyiv, 2019 Courtesy l’artist

Yelena Yemchuck, Warrior Girls #2, 2020 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, Hands, Puglia, 2018 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, Mykolaiv, 2019 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, 120, Rue de la Gare, 2017 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, Somewhere I Don’t Know Where, 2001 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, ana and Triss, 2019 Courtesy l’artista

Yelena Yemchuck, Mirabelle Bloody Nose, 2018 Courtesy l’artista