The Mast Collection: da Man Ray a David Lynch la Storia di Industria e Fotografia con la maiuscola in 500 immagini

THOMAS DEMAND Space Simulator, 2003 © Thomas Demand by SIAE 2022, courtesy of Esther Schipper, Berlin

Da oggi la Fondazione Mast di Bologna propone la prima grande esposizione dedicata alla propria collezione. Ben 500 immagini tra fotografie, album e video. L’esposione si intitola: THE MAST COLLECTION Un alfabeto visivo dell'industria, del lavoro e della tecnologia. E consentirà per la prima volta di dare uno sguardo complessivo agli sforzi del colosso di soluzioni per l’industria e packaging, Coesia (costituito da 23 aziende, è uno dei 2 soci della fondazione), di costruire un’importante collezione a partire dal semplice materiale promozionale e documentaristico d’archivio.

Per farlo, Fondazione Mast, oltre a tenere stretto ciò che conservava nei propri magazzini, ha acquisito pezzi da collezioni private, gallerie d'arte, fotografi ed artisti. Arrivando a raccogliere oltre 6000 pezzi incentrati su industria e lavoro. A dare una forma a tutto questo materiale ha poi pensato il noto curatore tedesco Urs Stahel, che è anche il registra di questa mostra.

COME UN ALFABETO DI PAROLE E FOTO:

L’esposizione si sviluppa come un alfabeto (per ogni lettera una parola, per ogni parola alcune immagini) e raggruppa autori molto famosi, insieme ad altri del tutto sconosciuti, di diverse epoche storiche. Ci sono molte opere d’arte e ma anche fotografie nude e crude di eventi o persone (non si tratta di ritratti ma di rappresentazioni, spesso stereotipate, di vari ruoli professionali). Il tutto è diviso in 53 capitoli per dare maggiotre forma alle idee.

"La fotografia documentaria incontra l'arte concettuale- spiega il curatore, Urs Stahel - gli antichi processi di sviluppo e di stampa su diverse tipologie di carta fotografica, come le stampe all'albumina, si confrontano con le ultime novità in fatto di stampe digitali e inkjet; le immagini dominate dal bianco e nero più profondo si affiancano a rappresentazioni visive dai colori vivaci. I paesaggi cupi caratteristici dell’industria pesante contrastano con gli scintillanti impianti high-tech, il duro lavoro manuale e la maestria artigianale trovano il loro contrappunto negli universi digitali, nell’elaborazione automatizzata dei dati. Alle manifestazioni di protesta contro il mercato e il crac finanziario si affiancano le testimonianze visive del fenomeno migratorio e del lavoro d’ufficio".

GLI ARTISTI:

Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastiao Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.

STORIA, FOTOGRAFIA E INDUSTRIA A BRACCETTO:

I periodi storici che si incontrano visitando THE MAST COLLECTION sono vari e spesso si fluidificano in funzìone del racconto. Tuttavia il XIX secolo fa eccezione. Affrontato separatamente, in una sezione dedicata alle fasi iniziali dell’industrializzazione e della storia della fotografia. In sintesi la Storia dell’Industia e quella della Fotografia, qui vanno adirittura di pari passo.

"Il parallelismo tra industria, mezzo fotografico e modernità - prosegue Urs Stahel - produce a tratti un effetto che può disorientare. La fotografia è figlia dell'industrializzazione e al tempo stesso ne rappresenta il documento visivo più incisivo, fondendo in sé memoria e commento"

Interessante anche l’analogia suggerita tra evoluzione degli strumenti a disposizione dei fotografi e sviluppo dei robot.

THE MAST COLLECTION Un alfabeto visivo dell'industria, del lavoro e della tecnologia alla Fondazione Mast di Bologna, si potrà visitare fino al 22 maggio 2022. L’ingresso è gratuito

HENRI CARTIER-BRESSON, Gli ultimi giorni del Kuomintang (crollo del mercato), Shanghai, China, 1948-1949 © Fondation Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos

BRIAN GRIFFIN, Addetta al magazzino (con olio che le cola dalle mani), 2013 © Brian Griffin, courtesy of the artist

RUTH HALLENSLEBEN, Carbone e carburante sul Rhein-Herne-Kanal a Gelsenkirchen, 1995 © Ruth Hallensleben Archive, courtesy of Anton Laska

PAOLO WOODS, GABRIELE GALIMBERTI The Heavens. Annual Report, 2013 © Paolo Woods, Gabriele Galimberti, courtesy of the artists

DOROTHEA LANGE, Madre migrante, 1936

PETER FRASER, Robotic Arm with seven degrees of movement, dalla serie "Deep Blue" © Peter Fraser

SEBASTIÃO SALGADO, Pozzo petrolifero, Burhan, Kuwait © Sebastiao Salgado/Amazonasm Images/Contrasto

MAN RAY, Elettricità. La casa, 1931 © Man Ray Trust by SIAE 2022

OTTO STEINERT, Saarland, paesaggio industriale 3, 1950 © Estate Otto Steinert, Museum Folkwang, Essen

FLORIAN MAIER-AICHEN Senza titolo, 2007© Florian Maier-Aichen, courtesy of the artist and Blum & Poe, Los Angeles/New York/Tokyo