Tutte le immagini di Opera di Edoardo Tresoldi a Reggio Calabria

Edoardo Tresoldi, Opera. Reggio Calabria, Italia. Tutte le mmagini © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Opera. Reggio Calabria, Italia. Tutte le mmagini © Roberto Conte

Inaugurata lo scorso 12 settembre, “Opera”, di Edoardo Tresoldi è un colonnato che gioca con forma, altezza e prospettiva, per accompagnare i passanti in un viaggio fisico e interiore atraverso il parco che si estende sull lungomare di Reggio Calabria.

L’anteprima del progetto (di cui ho parlato qui) permetteva di farsi un’idea dell’aspetto della scultura ma anche del clamore che avrebbe suscitato. D’altra parte, il lavoro di Tresoldi con la sua capacità di fondere monumentalità e leggerezza, tradizione storica e contemporaneità ma anche arte ed architettura, possiede un’immediatezza che lo fa amare dai media e dal grande pubblico. E come già era accaduto a “Simbiosi” ma soprattutto ad “Etherea” la scultura la fatto il giro del salotto buono della stampa italiana. Con un’attenzione ultimamente riservata solo al lavoro di Banksy o Maurizio Cattelan

“Opera” è un colonnato in rete metallica illuminato all’interno. Le colonne sono 46 disposte in modo da giocare col paesaggio e con le ombre del parco, modificando la prospettiva ma anche la percezione del paesaggio.

"L’installazione- spiega il materiale dedicato all'opera- delinea un’agorà mentale che trasporta i visitatori in una dimensione percettiva mutevole tramite giochi di altezze e profondità con il parco. Opera apre relazioni in più direzioni all’interno di uno spazio già materialmente aperto: i corridoi prospettici corrono verso il paesaggio mentre le colonne trasparenti definiscono un’architettura che accoglie, accompagna e scandisce l’esperienza del luogo stabilendo un rapporto diretto tra terra e cielo.

“Opera”, realizzata nel Parco di via Giunchi sul Lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, è la seconda grande opera pubblica permanente in Italia di Edoardo Tresoldi, dopo la Basilica di Siponto in Puglia, commissionata dal MiBACT nel 2016. A seguire potete vedere le immagini della nuova opera pubblica scattate durante il giorno e la notte.

Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_10.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_6.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_7.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_8.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_3.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_1.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_15.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_16.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_13.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_14.jpg
Edoardo Tresoldi_Opera © Roberto Conte_19.jpg

Al Part di Rimini le opere d'arte contemporanea galleggiano in sale del '200 e del '300 riccamente decorate

Uff Stampa Ass Turismo Pàrt_RIC9994.JPG

Hanno inaugurato ieri i Palazzi dell’Arte di Rimini (Part) che, nel cuore del centro cittadino, all’inteno di due magnifici edifici medioevali, ospitano la eterogenea collezione della Fondazione San Patrignano. Le opere, tutte rigorosamente d’arte contemporanea, sono state donate, tra gli altri, da galleristi e artisti internazionali. E ovviamente fino a domenica (27 settembre 2020) si potranno vedere gratuitamente.

Il museo si dipana tra il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà. Inutile dire che entrambi hanno rilevanza storico-architettonica e non sarà neppure difficile trovarli, visto che, insieme a Palazzo Garampi a Teatro Galli e alla Pescheria, si affacciano su Piazza Cavour (la principale della città).. Tuttavia i due palazzi hanno dovuto sostenere un importante intervento di restauro, eseguito dallo Studio milanese AR.CH.IT (guidato da Luca Cipelletti).

L’impianto innovativo d’illuminazione è stato invece affidato al lighting designer Alberto Pasetti Bombardella.

All’ interno la ricca collazione della Fondazione Sann Patrignano. Con opere di; Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang.

Donate tra gli altri da artisti internazionali come Damien Hirst e Carsten Höller, dal famoso gallerista Massimo De Carlo, oltre che dalla pressocchè intera famiglia della co-fondatrice della fondazione, Letizia Moratti.

Il PART ospita anche un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità di San Patrignano.

Le opere della Fondazione San Patrignano non sono però diventate di proprietà dai Palazzi dell’Arte di Rimini ma costituiscono il primo esperimento italiano di endowment. Sono state cioè donate alla fondazione, a patto che quest’ultima non le venda per 5 anni e che anzi le renda visibili al pubblico con l’obbiettivo di alzarne il valore. Così adesso stanno al Part e in futuro si vedrà (dopo quel periodo, infatti, la fondazione può vendere ma solo in caso di esigenze straordinarie della comunità)

I lavori necessari a inaugurare il Part e a ridare splendore ai due palazzi, sono costati 3 milioni e 200mila euro.

Ma il risultato è riuscito e l’illuminazione (naturale e artificiale) insieme all’allestimento del percorso contribuiscono a guidare il visitatore alla scoperta dellle opere e dei particolari architettonici. Il contemporaneo e il medioevale si confrontano in un dialogo pacato ma intenso. Arricchendosi vicendevolmente. Le opere, a tratti, nei volumi inimmaginabilmente ampi del ‘200-’300 sembrano fluttuare o nascodere le loro vere dimensioni. L’unico punto debole è l’eterogeneità della collezione, che, oltre a rischiare di confondere il visitatore, lo porta a riflettere su tutto e su nulla in particolare. Senza una meta, un vero e proprio percorso intellettuale, oltre che fisico da seguire. Ma il numero di opere e la qualità degli artisti, rende comunque la collezione un buon punto di partenza.

I Palazzi dell’Arte di Rimini (Part) e la collezione d’arte contemporanea della Fondazione San Patrignano si potranno visitre con ingresso gratuito venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 dalle ore 9.00 sino a mezzanotte.

Tutte le immagini dove non è altrimenti indicaro courtesy: PART, ©HenrikBlomqvist

Tutte le immagini dove non è altrimenti indicaro courtesy: PART, ©HenrikBlomqvist

18_PART©HenrikBlomqvist.jpg
07_PART©HenrikBlomqvist.jpg
24_PART©HenrikBlomqvist.jpg
09_PART©HenrikBlomqvist.jpg
10_PART©HenrikBlomqvist.jpg
19_PART©HenrikBlomqvist.jpg
37_PART©HenrikBlomqvist.jpg
43_PART©HenrikBlomqvist.jpg
80_PART©HenrikBlomqvist.jpg
92_PART©HenrikBlomqvist.jpg
89_PART©HenrikBlomqvist.jpg
Vanessa Beecroft VBSS.002, 2006-2017 Stampa Digitale C-Print 230,8 × 177,8 cm © Matthu Placek

Vanessa Beecroft VBSS.002, 2006-2017 Stampa Digitale C-Print 230,8 × 177,8 cm © Matthu Placek

Carsten Höller Poster on Krutikov Fliegender Stadt, 2008 Serigrafia monocroma su carta 47 × 112,4 cm

Carsten Höller Poster on Krutikov Fliegender Stadt, 2008 Serigrafia monocroma su carta 47 × 112,4 cm

Elisa Sighicelli Untitled (4301), 2018 Fotografia stampata su raso 223 × 143,5 cm

Elisa Sighicelli Untitled (4301), 2018 Fotografia stampata su raso 223 × 143,5 cm

Uff Stampa Ass Turismo Pàrt_RIC9987.JPG

I problemi di "Bouquet of Tulips" di Jeff Koons non sono ancora finiti: Piace molto ai Piccioni!

Jeff Koons, Bouquet of Tulips (2019) Courtesy: Instagram/@moimarithe. via Dazeddigital

Jeff Koons, Bouquet of Tulips (2019) Courtesy: Instagram/@moimarithe. via Dazeddigital

La monumentale scultura “Bouquet of Tulips” donata dall’artista statunitense Jeff Koons, alla città di Parigi, in ricordo delle vittime del Bataclan, non smette di accandere polemiche. A quasi un anno dal suo posizionamento nei giardini degli Champs Élysées, tra il Petit Palais e Place de la Concorde, si è diffusa la voce che la superficie dell’opera, pagata 3milioni e mezzo di euro (Koons ha regalato solo il concept), sarebbe già ricoperta di crepe. Ma gli esperti rassicurano: “Con ogni probabilità è colpa dei piccioni!”.

Prima è stata la volta della lettera degli artisti francesi, poi il costo, poi il posto dove posizionarla, il peso, le dimensioni, l’opportunità. Una giostra di dibattiti, mediatici, pubblici e politici, che devono aver fatto rimpiangere a Koons quel dono. Ma ormai il dado era tratto e rimangiarsi la parola non si poteva, così la posizione giusta alla fine è saltata fuori e il problema dei costi di realizzazione è stato risolto da un’importante rosa di finanziatori privati

La diatriba ha fatto dilatare il tempo intercorso tra l’annuncio della donazione da parte dell’artista (2016) al taglio del nastro (2019). E non si è spenta neanche dopo, quando tra le critiche si è levata quella del filoso francese Yves Michaud. Che si è spinto a definire l’opera pornografica.. La scultura è stata poi bersaglio di un gruppo di vandali,

In questi giorni un comunicatore di professione ha notato dei segni che sembravano crepe e ha fatto circolare la notizia. Un tweet: visualizzato 84.000 volte e ritwittato 300 volte. La notizia ha creato sdeno (per il costo della scultura) e stupore per la sua monumentalità (alta 12,6 metri, pesa diversi quintali ed è stata realizzata in bronzo policromato, acciaio inossidabile e alluminio)

Inutile dire che il Comune si è subito mosso e sono intervenute anche le squadre di Koon con un’asta telescopica dotata di telecamera. E hanno convenuto nel dichiarare che la scultura non è rotta.

"Sono gli escrementi dei piccioni- ha detto il responsabile della statuaria pubblica parigina, Mathieu Rousset-Perrier- chiari e scuri, che creano un'illusione ottica"

Tuttavia, la certezza che non si tratti di veri e propri danni si avrà solo dopo l’intervento di pulizia di “Bouquet of Tulips” di Jeff Koons, programmato dal Comune alla vigilia del 4 ottobre, quando si festeggerà l’anniversario della collocazione dell’opera (da Le Parisien)