Ai Weiwei lancia "Safety jackets Zipped the Other Way". La scultura fai da te

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Safety jackets Zipped the Other Way è una scultura morbida, colorata ed economica. Chiunque la può fare da solo seguendo un semplice manuale di istruzioni. E avere in casa un’opera firmata Ai Weiwei.

Balzato agli onori della cronaca per le posizioni in merito all’immigrazione e i contrasti con il governo cinese, l’artista Ai Weiwei, da anni ormai risiede in Germania. Ed è proprio in collaborazione alla catena tedesca di bricolage Hornbach che ha deciso di lanciare la sua prima scultura fai da te.

Si intitola Safety jackets Zipped the Other Way, è indubbiamente democratica, e riecheggia altre installazioni create da Ai Weiwei in passato, a partire da Five Raincoats Holding Up a Star (fine anni ‘80), per arrivare a tutte le monumentali opere d’arte pubblica realizzate con giubbotti di salvataggio (come Soleil Levant sulla facciata del museo di Copenhagen) o con i gommoni (ad esempio Reframe sulla facciata di Palazzo Strozzi).

"L'arte appartiene a tutti- dice Ai Weiwei- Ognuno può essere un artista o ha l'opportunità o la capacità di fare arte. E mentre l'arte potrebbe non necessariamente rendere il mondo un posto migliore, ha il potere di renderci persone migliori."

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Tra i tanti tanti tentativi degli artisti di creare oggetti rivolti a un pubblico di massa la scultura che nasce dalla collaborazione tra Ai Weiwei e Hornbach è effettivamente qualcosa di unico e interessante. Safety jackets Zipped the Other Way, infatti, è una vera e propria installazione e il processo produttivo fa pensare a come potrebbe essere la Factory di Andy Warhol in una società post-industriale.

"E' un'opera che riprende il vecchio concetto di readymade. Il pezzo è realizzato con materiali trovati nei tipici negozi di fai-da-te o che potrebbero essere utilizzati dai lavoratori edili. Semplicemente zippare le giacche insieme ad altre giacche senza fare davvero nient'altro distrugge il significato originale di questi oggetti molto ben progettati e li trasforma in qualcos'altro."

Per realizzarla bastano da 2 a 4 giubbotti di sicurezza, più ganci e viti se si decide di installarla a parete, o tubi d’acciaio e fascette se si preferisce la collocazione permanente. Sono previste 4 possibili soluzioni. Molto economiche e semplici da fare le prime tre, un po’ meno la quarta per via dei tubi che alzano il prezzo e sono più complicati da maneggiare. Dal sito di Hornbach si possono scaricare gratuitamente le istruzioni (via designboom)

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L'artista Simon Weckert crea un maxi ingorgo su Google Maps usando solo un carrello e 99 vecchi telefonini

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L’artista tedesco Simon Weckert ha recentemente causato un ingorgo virtuale del traffico di Berlino su Google Maps. Gli sono bastati un carrello e 99 smartphones usati perchè le mappe elettroniche sconsigliassero la zona dove passava agli utenti. Anche se le vie percorse da Weckert erano in realtà semi-deserte.

La performance si intitola Google Maps Hacks e intende mettere in luce la fragilità delle informazioni su cui basiamo parte delle nostre scelte quotidiane. E l’impatto che hanno sulla realtà.

Il servizio di mappe di Google- scrive Weckert citando l’antropologo tedesco Moritz Ahlert - ha sostanzialmente cambiato la nostra comprensione di cosa sia una mappa, come interagiamo con le mappe, i loro limiti tecnologici e il loro aspetto estetico.

Le mappe digitali, infatti, ci permettono in potenza di assorbire molte più informazioni rispetto a quelle analogiche. E fanno da faro a un universo di app che gli gravitano intorno (da Uber ai servizi di consegna cibo a domicilio) e che impattano direttamente sull’economia e sulla mobilità. In breve di loro, complice la fretta e la gratuità del servizio, ci fidiamo. Fin troppo. Come ha dimostrato Weckert, cui è bastato portare a spaso dei telefoni accesi per ingannare Google Maps, che ha creduto che a tanti apparecchi corrispondessero altrettante automobili.

"In questo modo- spiega ancora l'artista- è possibile far diventare rossa una strada verde e condizionare di fatto il mondo reale. Per evitare di rimanere bloccati nel traffico, infatti, gli automobilisti cambiano strada".

Simon Weckert che focalizza gran parte della sua ricerca sull’impatto delle tecnologie digitali sulla società, nel corso di Google Maps Hacks è passato anche di fronte alla sede berlinese della società di Mountain View.

The Guardian riporta che un portavoce di Google ha così commentato la notizia: "Che si tratti di auto, carrello o cammello, adoriamo vedere gli usi creativi di Google Maps in quanto ci aiutano a far funzionare meglio le mappe nel tempo".

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L'artista JR ritrae 1128 newyorkesi in un nuovo, gigantesco, murale

“The Chronicles of New York City” (2020). Photos by Marc Azoulay. All images © JR-ART.net, via Colossal

“The Chronicles of New York City” (2020). Photos by Marc Azoulay. All images © JR-ART.net, via Colossal

L’artista francese JR (qui il suo spettacolare intervento a Parigi) ha recentemente realizzato un grande murale a New York in occasione della mostra dedicatagli dal Brooklyn Museum. L’opera si intitola The Chronicles of New York City e ritrae ben 1128 cittadini della Grande mela, fotografati in 5 diversi quartieri. Posizionata al parco di recente creazione Domino Park (Williamsburg), è talmente ampia che come supporto sono serviti decine di conatiner impilati l’uno sull’altro.

Ma le raguardevoli dimensioni non sono l’elemento di maggior interesse. The Chronicles of New York City , infatti, per il numero di persone che effigia e per la varietà delle pose, apparentemente naturali ma in realtà accuratamente concertate tra loro, ha un respiro epico. Esattamente come avveniva in diversi gruppi della pittura barocca francese.

Per realizzare il murale, che è il fulcro della mostra JR: Chronicles in corso al Brooklyn Art Museum (fino al 3 maggiio 2020), JR ha creato un ritratto fotografico di ognuno dei personaggi spostandosi per la città con un container-studo. Ha anche creato una App in realtà aumentata (per Android; per IOS) che permette, osservando la parata di figure in bianco e nero, di ascoltare la storia di ciascuno, racconta direttamente dalla persona ritratta (nulla vieta di farlo da casa).

L’opera d’arte pubblica e la mostra al Brooklyn Art Museum sono documentate sul sito internet di JR. Attraverso l’account instagram dell’artista è, invece, possibile ricevere aggiornamenti sui suoi progetti più recenti (sta’ per fare un tour in cui toccerà un numero impressionante di Paesi)

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