‘Melting Memories’ di Refik Anodol è la prima installazione a mostrare come cervello evoca i ricordi. Dati alla mano

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L’artista multimediale e designer di origini turche Refik Anadol ha fatto un lavoro monumentale per realizzare l’installazione ‘Melting Memories’. Perché l’opera, che si propone di mostrare come funziona il cervello nel tempo, non è di fantasia ma si basa sui dati degli elettroencefalogrammi.

Presentata nel 2018 alla Pilevneli Gallery di Istanbul, ‘Melting Memories’, già a vederla suscita stupore. E’ composta da un enorme schermo al LED (quasi 5 metri per 6) fatto su misura e da schiuma rigida fresata CNC. Per realizzarla, poi, Anadol ha combinato dipinti basati sui dati, proiezioni di luce e sculture poggiate sugli ‘augmented data’ (l’artista ha cioè aumentato il numero di immagini nel set di dati disponibili). 

Il risultato di tanta tecnologia combinata a una certa dose di rigore scientifico è morbido e cangiante. A momenti le forme che si creano sembrano fiori che sbocciano, poi montagne viste dall’alto, o nubi, onde e ghiacciai.

Per raccogliere i dati necessari a dare vita a questa incredibile installazione Refik Anadol ha condotto degli esperimenti al Laboratorio Neuroscape dell’Università della California (San Francisco). "Anadol raccoglie dati sui meccanismi neurali del controllo cognitivo da un EEG (elettroencefalogramma)- spiega il suo sito web- che misura i cambiamenti nell'attività delle onde cerebrali e fornisce le prove di come funziona il cervello nel tempo. Questi set di dati costituiscono gli elementi costitutivi degli algoritmi unici di cui l'artista ha bisogno per creare le strutture visive multidimensionali in mostra. "

Questa installazione parla di memoria e di come il nostro cervello si muove. Quindi in qualche modo anche di nostalgia e pensiero. Volendo persino di intelligenza artificiale. Anche se tutte le opere di Refik Anadol in fondo soprattutto esplorano la terra di confine tra realtà fisica e digitale. 

Per vedere altre opere di  Refik Anadol ci sono il suo sito web ma anche gli account Instagram, Vimeo e Behance. (via Colossal)

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