La "Cosmic Nature" di Yayoi Kusama al New York Botanical Garden. Uno spettacolo tra fioriture e pois multicolore

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Mentre le restrizioni della pandemia cominciano ad allentarsi e le frontinere internazionali si preparano a riaprire, Yayoi Kusama, inaugura una splendida mostra al New York Botanical Garden. Si intitola “Kusama: Cosmic Nature” ed è una celebrazione del rapporto tra arte e natura, esterno ed interno, bellezza e immaginazione, passato e presente. Non a caso l’esposizione prende le mosse dall’infanzia dell’artista giapponese, per proiettare il suo lavoro nell’era post-covid.

Il fiore all’occhiello di “Cosmic Nature” sono quattro nuove opere monumentali di Yayoi Kusama Dancing Pumpkin (2020), la zuccona danzante, un po’ polipo, un po’ ragno, che irradia una certa simpatia nel suo tentativo di muoversi e contemporaneamente espandersi nello spazio e nel tempo; I Want to Fly to the Universe (2020), una delle stelle antropomorfe di Kusama che si riflette in uno stagno del giardino.; Flower Obsession (2017/2021), opera interattiva di cui ho già scritto (qui), proposta questa volta in una versione adatta alla location.

E poi una nuova attesa Infinity Mirror room (proprio negli Stati Uniti Kusama aveva già tempo fa dedicato un’intera mostra solo alle stanze specchiate di cui avevo parlato qui).. Non è ancora aperta. Si chimerà Infinity Mirrored Room—Illusion Inside the Heart (2020) ed è stata concepita come una sorta di padiglione installato nei giardini e che con l’ambiente naturale comunica continuamente. Un cubo di specchi all’interno del quale le persone potranno entrare con un biglietto a parte e che risponderà alla luce naturale attraverso il vetro colorato durante il giorno e le stagioni. Ma anche chi deciderà di passare la palla potrà godersi il riflesso dell’ambiente negli specchi.

E naturalmente tante altre sculture della Kusama, rese ancora più speciali e mutevoli dalla bellezza dei giardini botanici newyorkesi (ben 250 acri cioè circa mille e 100 km quadri), che di mese in mese sfoggeranno fioriture completamente diverse (certe piante stagionali vengono reinstalate spesso per garantire un’esperienza sempre appagante ai visitatori). Oltre a dipinti acrilici, sculture in stoffa e disegni su carta (ce n’è persino uno che risale al ‘45 quando Yayoi aveva solo 16 anni).

Inutile dire che pois e amore per la natura saranno il filo conduttore di quest’attesa esposizione di Yayoi Kusama, cresciuta in un vivaio giapponese e che a New York è sbocciata come artista. “Kusama: Cosmic Nature” si è inaugurata sabato scorso e rimarrà al New york Botanical Garden fino al 31 ottobre 2021.

“I Want to Fly to the Universe” (2020), the New York Botanical Garden, urethane paint on aluminum, 157 3/8 x 169 3/8 x 140 1/8 inches. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts and David Zwirner. Image via New York Botanical Garden

“I Want to Fly to the Universe” (2020), the New York Botanical Garden, urethane paint on aluminum, 157 3/8 x 169 3/8 x 140 1/8 inches. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts and David Zwirner. Image via New York Botanical Garden

“Dancing Pumpkin” (2020), screenshot da video

“Dancing Pumpkin” (2020), screenshot da video

“Ascension of Polka Dots on the Trees” (2002/2021), screenshot da video

“Ascension of Polka Dots on the Trees” (2002/2021), screenshot da video

“Narcissus Garden” (1966/2021), view at The New York Botanical Garden, 1,400 stainless steel spheres, installation dimensions variable. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts.  Image via New York Botanical Garden

“Narcissus Garden” (1966/2021), view at The New York Botanical Garden, 1,400 stainless steel spheres, installation dimensions variable. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts. Image via New York Botanical Garden

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

“My Soul Blooms Forever” (2019), view at the New York Botanical Garden, urethane paint on stainless steel, installation dimensions variable. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts, Victoria Miro, and David Zwirner.  Image via New York B…

“My Soul Blooms Forever” (2019), view at the New York Botanical Garden, urethane paint on stainless steel, installation dimensions variable. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts, Victoria Miro, and David Zwirner. Image via New York Botanical Garden

“Life” (2015). Particolare. Screenshot da video

“Life” (2015). Particolare. Screenshot da video

“Hymn of Life—Tulips” (2007), mixed media, installation dimensions variable, courtesy of the City of Beverly Hills.  Image via New York Botanical Garden

“Hymn of Life—Tulips” (2007), mixed media, installation dimensions variable, courtesy of the City of Beverly Hills. Image via New York Botanical Garden

“Pumpkins Screaming About Love Beyond Infinity” (2017), mirrors, acrylic, glass, LEDs, and wood panels, 59 x 59 x 83 ½ inches. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts.  Image via New York Botanical Garden

“Pumpkins Screaming About Love Beyond Infinity” (2017), mirrors, acrylic, glass, LEDs, and wood panels, 59 x 59 x 83 ½ inches. Collection of the artist, courtesy of Ota Fine Arts. Image via New York Botanical Garden

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Installation view of Kusama: Cosmic Nature, New York Botanical Garden, 2021. Screeshot da video

Dipinti 150mila cuori sul "The National Covid Memorial Wall "di Londra per ricordare ogni singola vittima del virus

All photos © Henri Calderon for Colossal

All photos © Henri Calderon for Colossal

150mila cuori, uno per ogni vittima del COVID-19 nel solo Regno Unito, sono stati dipinti su un muro che costeggia il Tamigi nel tratto prossimo al parlamento inglese. Il progetto si chiamaThe Covid National Memorial Wall”. A tracciare questi immediati e scenografici ricordi sono stati i famliari di chi è mancato e un gruppo volontari (spesso il personale sanitario che li ha assistiti o amici). Per percorrere questa straziante distesa, lunga mezzo chilometro, occorrono dieci minuti di buon passo.

Le associazioni dei familiari delle vittime del virus sono presenti un po’ ovunque e chiedono cose molto simili. A cominciare dall’ammissione dei propri errori da parte dei governi. In Italia, per esempio, esiste l’Associazione Italiana Vittime Emergenza Covid-19. In Regno Unito c’è la COVID-19 Bereaved Families For Justice che ha coordinato quest’iniziativa svoltasi tra trai ponti di Westminster e Lambeth. A dirigerlo c’ha pensato il Signor Matt Fowler che lo scorso anno ha perso il padre di appena 56 anni.

"Quando vedi tutti i cuori-ha dichiarato a The Guardian- e pensi a ciò che ognuno rappresenta, è assolutamente spaventoso".

Gli organizzatori stanno ancora raccogliendo fondi per finanziare il completamento del The Covid National Memorial Wall” . Nel frattempo, si parla di conservare questo grande murale, composto da cuorii nomi e frasi d’affetto, a memoria dei caduti inglesi della pandemia.

I mezzi d’informazione del Regno Unito hanno diffuso questa notizia. Le immagini, invece, scattate dal giovane fotografo Henri Calderon, sono state condivise dal sito statunitense This is Colossal.

Le sculture in legno di Willy Verginer sempre più oniriche e sospese

Detail of “Chimica del pensiero” (2019), lindenwood, acrylic color, 168 x 46 x 45 centimetri

Detail of “Chimica del pensiero” (2019), lindenwood, acrylic color, 168 x 46 x 45 centimetri

La scultura lignea iperrealista di Willy Verginer (ne ho parlato qui) è unica nel suo genere. Sia perché l’uso del legno non è molto diffuso nell’arte contemporanea (soprattutto come oggetto di scultura figurativa), sia perché si riappropria di una tradizione strettamente locale, nel tempo diventata pratica artiginale condivisa, e la rivisita in modo nuovo ma personale.

Verginer, che vive e lavora a Ortisei, mette insieme elementi di design, del folklore tirolese, della Storia dell’Arte, persino della fotografia e della moda, per riconciliare l’ieri con l’oggi. Spingere il fantasma dell’artigianato furori dal santuario dell’arte. E lo fa con maestria, mettendo insieme un iperrealismo maniacale con punti di intaglio lasciati liberi, per vezzo o conferire movimento a personaggi preferibilmente ritratti in pose statiche. D’altra parte le opere di Verginer sono metafore, i suoi soggetti si parano davanti a noi (il più delle volte non considerandoci nemmeno), per spingerci a leggere i messaggi che ci portano. Onirici e sospesi, parlano sopratutto di ecologia ma (meno di frequente) anche di altri temi d’attualità.

Nella serie di opere più recente, “Rayuela” (il termine spagnolo che indica il gioco della Campana), ispirata all’omonimo romanzo dalle moltepici letture (in italiano intitolato “Il gioco del mondo”) dell’argentino Julio Cortázar, Verginer , oltre a legare a filo stretto la letteratura alle sue sculture, le inserisce in un racconto aperto e in una riflessione filosofica sul divenire. Regala, insomma, loro quello che più sembrava mancargli di più: una storia con una dimmensione temporale più estesa.

"(Nel gioco della campana), i ragazzi delineano una mappa ideale sul terreno- ha detto Verginer al sito This is Colossal- che parte dalla terra e raggiunge il cielo, attraverso tappe intermedie contrassegnate da quadrati numerati, su cui saltano a seconda del punto in cui viene lanciato un sasso. Riesco a vedere una metafora della vita in questo gioco; la nostra esistenza è piena di questi salti e ostacoli. Ognuno di noi mira a raggiungere una sorta di cielo".

Willy Verginer sarà in mostra a giugno alla galleria Royer di Toronto e a settembre alla Zemack Contemporary Art Gallery di Tel Aviv. Nel frattempo, le opere della serie Rayuela e di altri cicli si possono ammirarare sul suo account instagram.

“Chimica del pensiero” (2019), lindenwood, acrylic color, 168 x 46 x 45 centimetri

“Chimica del pensiero” (2019), lindenwood, acrylic color, 168 x 46 x 45 centimetri

“Palvaz” (2019), legno di tiglio, colore acrilico, 95 x 70 x 47 centimetri

“Palvaz” (2019), legno di tiglio, colore acrilico, 95 x 70 x 47 centimetri

“I pensieri non fanno rumore” (2019), different types of wood, acrylic color, 150 x 100 x 107 centimetri

“I pensieri non fanno rumore” (2019), different types of wood, acrylic color, 150 x 100 x 107 centimetri

“Rayuela” (2020), tiglio, acrylic color, 123 x 110 x 90 centimetri

“Rayuela” (2020), tiglio, acrylic color, 123 x 110 x 90 centimetri