Il restauro di un'opera di Veermer porta alla luce un enorme Cupido dipinto sullo sfondo

Immagini Gemäldegalerie Alte Meister

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Il meticoloso restauro di “Ragazza che legge una lettera davanti alla finestra” di Jan Veermer ha rivelato, oltre a toni di colore freddi e variegati, una grande figura di Cupido dipinta sullo sfondo. Un quadro nel quadro che è stato anche un colpo di scena alle Collezioni d’Arte Statali di Dresda (Staatliche Kunstsammlungen Dresden, SKD) e in particolare alla Gemäldegalerie dov’è conservato, perchè cambia radicalmente la lettura dell’opera. Dopo 300 anni o giù di lì.

Che, sullo sfondo dell’opera dipinta da un giovanissimo Jan Vermeer (1657-59 circa), ci fosse un Cupido, in verità gli studiosi lo sapevano già dal 1979, quando “Donna che legge una lettera davanti alla finestra” venne analizzata ai raggi X. Però tutti davano per scontato che a coprirla fosse stato lo stesso maestro olandese. Un cambiamento voluto insomma. Ma negli ultimi anni, solo dopo una serie di immagini riflettografiche a infrarossi, analisi microscopiche ed esami in fluorescenza a raggi X, è emerso senza ombra di dubbio che l’artista era morto da decenni quando il Cupido venne coperto. Chi l’abbia fatto, perchè e quando non si sa, ma questa decisione ha alterato in maniera importante la lettura dell’opera da parte degli studiosi e la percezione di chiunque in futuro l’avrebbe ammirata.

E’stato proprio il restauratore, mentre puliva il dipinto dalla patina giallastra che lo ricopriva, a rendersi conto che la solubilità della vernice dietro il capo della giovane ritratta da Veermer era diversa.

"Prima di proseguire i lavori su quest'area del dipinto- spiega il sito dei musei sassoni- nel laboratorio di archeometria della Hochschule für Bildende Künste di Dresda sono state eseguite indagini sulla struttura degli strati pittorici. Questi hanno mostrato che esistono strati invecchiati di agente legante e uno strato di sporco tra gli strati di vernice originali applicati da Vermeer e la vernice utilizzata per dipingere sul quadro di Cupido".

L’importante lavoro di restauro a cui è stato sottoposto il dipinto è stato svolto con un mix di tecnologia, abilità artigianale e pazienza cerrtosina: occhi al microscopio, con un bisturi dalla punta minuscola e affilatissima, rimuovendo lo strato di pittura sopra lo sporco senza intaccare quella messa dalla mano dell’artista. Un lavoro tanto delicato da costringere il restauratore Christoph Schölzel (della della Staatliche Kunstsammlungen di Dresda) a impiegare un giorno intero per rimuovere solo uno o due centimetri di vernice.

Jan Veermer morì giovane e “Ragazza che legge una lettera davanti alla finestra”, prima attribuito a Rembrandt e in poi a Pieter de Hooch, è una delle sole 35 opere riconosciutegli. La statuaria presenza di Cupido sullo sfondo della scena, fa da contraltare all’introspezione del resto della composizione e induce a pensare che si tratti di una lettera d’amore. Che dalla quotidianità dell’epoca proietta l’osservatore in una dimensione privata ma anche passionale.

Il quadro nel quadro che ha Cupido come protagonista, insieme ai ritrovati toni freddi e alle tanto calibrate quanto mutevoli nuance di colore del dipinto barocco, sono i protagonisti della mostra " Vermeer. La 'Ragazza che legge una lettera alla finestra aperta' di Johannes Vermeer e la pittura di genere olandese del XVII secolo". Al palazzo Swinger di Dresda ( dal 10 settembre al primo gennaio 2022) in cui l’opera del pittore olandese è stata svelata al pubblico nella sua forma originale dopo oltre 250 anni. (via Kottke)

Rimasterizzato un video dei Fratelli Lumière prende vita e ci svela la vita quotidiana nella Parigi di fine '800

La prima cosa che ci colpisce dei filmati d’epoca è che siano in bianco e nero ma non si tratta della caratteristica che ce li fa percepire come estranei e quasi irreali. Il fatto è che le immagini scorrevano veloci e, il più delle volte, i suoni non corrispondevano alle fotografie.

Se ne è accorto lo youtuber Guy Jones che adeguando la velocità dei filmati d’epoca e i suoni alle aspettative contemporanee è riuscito a sfiorare il tetto dei 100mila iscritti e a rendere virali alcune importanti testimonianze storiche. E’ il caso di questo collage di filmati di Parigi, girati a cavallo tra ‘800 e ‘900..

In ‘Late 1890s’, Guy Jones (che dal blog Colossal viene definito “videografo”), oltre a intervenire sulla velocità delle immagini, ha aggiunto completamente i suoni delle riprese all’aria aperta. Il rumore degli zoccoli dei cavalli e quello dei primi veicoli a vapore fino alle voci in sottofondo rendono il girato più vero. Il video così ci restituisce piccoli momenti dii quotidianità parigina come una macchina del tempo: dai giochi dei bimbi, al traffico cittadino, dallo stupore dei passanti alla vista di una macchina da presa fino alla passerella-mobile costruita in occasione dell’Expo di Parigi del 1900.

Le riprese che costituiscono questo collage di Guy Jones sono state realizzate dai Fratelli Lumière. (via kottke)

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Guarda questo dipinto del’600 riprendere vita sotto i tuoi occhi, dopo essere stato liberato da 300 anni di sporcizia

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A postare questo breve video su Twitter è stato Philip Mould, storico d’arte, mercante e conduttore di un programma culto sulla BBC (‘Fake o Fortune?’ giunto alla sua sesta edizione). Il filmato mostra lo stesso Mould mentre rimuove con solvente e tampone i danni provocati da 300 anni di polvere su un ritratto femminile datato 1618. Un’idea semplice se vogliamo, che ha avuto un successo travolgente.

Il tweet di Mould si è guadagnato oltre 190mila like, 77mila retweet, e un numero di visualizzazioni stupefacente (ben oltre 7 milioni e mezzo mentre scrivo).
150000 like & 7,5 milioni di impressioni dopo (e ancora in crescita)-scrive- la nostra signora in rosso (#womaninred ndr) sta facendo la storia dell’arte di Twitter”.

Curiosamente in tempi di branding delle opere d’arte, del dipinto si sa poco o niente. E’ inglese, datato 1618 e la donna che vi è ritratta è stata effigiata quando aveva 36 anni. Punto.

Philip Mould invece oltremanica (e non solo) è una vera e propria celebrità. Specializzato in arte british (la vende, la studia e la restaura pure) ha all’attivo due libri di grande successo (che per qualche motivo a me ignoto non sono stati tradotti in italiano), un figlio e un cucciolo di nome Cedric. 
E’ stato consigliere artistico per il Palazzo di Westmister e, durante questo periodo, ha ritrovato, sparse per il globo, circa 200 opere storicamente e politicamente rilevanti per l’istituzione britannica. E se non bastasse, nel curriculum di Philip Mould, c’è anche la scoperta di 5 dipinti di Van Dick perduti.

L’opera al centro del video-tweet, invece, era stata coperta dall’autore con un finish protettivo di pittura che nel corso del tempo aveva assorbito polvere e sporcizia fino a diventare giallo. Mould non ha fatto altro che rimuoverlo riprendendo l‘operazione con un telefonino.  Il successo di quest’operazione dovrebbe insegnare qualcosa a molti che dovrebbero avere il compito di promuovere mostre e musei. Ma che invece di divulgare la Storia dell’arte si impegnano nell’allontanare l’interesse del pubblico e magari nel facilitare lo sbadiglio.

Per vedere l’immagine della #womaninred di Philip Mould a pulizia completata o seguire le sue cacce al tesoro e le sue avventure a sfondo artistico c'è  il suo Twitter. (via Colossal

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