Alex Da Corte mette Big Bird dei Muppets (che sogna Calvino) a presidiare il Met di New York

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021  image by Anna-Marie Kellen, courtesy The Metropolitan Museum of Art

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021 image by Anna-Marie Kellen, courtesy The Metropolitan Museum of Art

L’artista statunitense (originario del New Jersey ma residente a Philadelphia) Alex Da Corte (è stato anche alla Biennale e ne ho parlato qui), conosciuto per i sui sfrontati furti alla cultura pop di colori vivaci e personaggi da cartone animato, ha colpito ancora. Questa volta si è preso “Big Bird” dei Muppets e l’ha messo in cima a una scultura che ricorda quelle che faceva Alexander Calder nella prima metà del ‘900. Su una terrazza del Met da cui si vede tutta New York.

Ma lui (“Big Bird”) ha in testa le novelle dItalo Calvino. E il corpo ricoperto da 7mila piume di alluminio tagliate a laser una per una. Senza contare che se ne stà a oltre 2mila metri da terra e si muove col vento. Ma questa è un’altra storia.

Andando per ordine la “The Roof Garden Commission” del Metropolitan Museum of Arts (Met) di New York è un appuntamento fisso ma quest’anno, mentre il mondo si risveglia alla vita, dopo la brusca frenata della pandemia, assume connotazioni particolari. Anche e soprattutto perchè Alex Da Corte, chiamato a interpretare quest’opera d’arte pubblica ha studiato la scultura che adesso domina lo skyline della Grande Mela, proprio quando il Covid-19 cominciava a imporsi nella cronaca. Non a caso Big Bird è triste, anzi tanto malinconico da assumere il colore della versione brasiliana della serie (in cui anzichè giallo era blu). E guarda verso cielo cercando di allontanarsi il più possibile da terra.

Il risultato è una sintesi della poetica dell’artista con riferimenti al Metropolitan Museum (affidati al riferimento ad Alexander Calder che al Met venne premiato) e lo sguardo consapevolmente rivolto a un momento in cui attualià e Storia diventano una cosa sola.

"L'audace lavoro di Alex Da Corte (...) oscilla tra gioia e malinconia e porta un messaggio giocoso di ottimismo e riflessione- spiegano il diretore Max Holleinm e la direttrice francese Marina Kellen- L'installazione, che l'artista ha avviato proprio mentre la pandemia si stava diffondendo, ci invita a guardare attraverso una lente familiare, popolare e moderna alla nostra condizione in un paesaggio emotivo trasformato."

La scultura, nonostante le dimensioni monumentali e il peso dei materiali utilizzati, si muove. O per meglio dire, oscilla dolcemente con il vento. Diventando eterea e attirando lo spettatore ad osservarla da punti di vista diversi e a fermarsi a riflettere mentre la guarda. E, insieme a lei, sposta gli occhi sula città.

La “The Roof Garden Commission” di Alex Da Corte si chiama “As Long as the Sun Lasts”. il titolo fa riferimento a una novella dello scrittore italiano Italo Calvino ( “Le città invisibili” sono state a lungo fonte di ispirazione e riflessione per Da Corte). Da parte sua Big Bird dei Muppets resterà ad osservare lo Skyline di New York appollaiato sulla scultura del Metropolitan Museum of Modern Art fino al 31 ottobre 2021. (via Designboom)

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021  image by Anna-Marie Kellen, courtesy The Metropolitan Museum of Art

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021 image by Anna-Marie Kellen, courtesy The Metropolitan Museum of Art

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021  image by Hyla Skopitz, courtesy The Metropolitan Museum of Art

The Roof Garden Commission, Alex Da Corte, As Long As The Sun Lasts, 2021 image by Hyla Skopitz, courtesy The Metropolitan Museum of Art

Gli psichedelici colori del "Rubber Pencil Devil" di Alex da Corte dove l'artista interpreta tutti i personaggi con un trucco spesso come una scultura da indossare

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Rubber Pencil Devil” dell’artista statunitense Alex da Corte, è un video-collage composto da 57 momenti esposto alla Biennale d’arte di Venezia 2019, May you Live in Interesting Times” (curata da Ralph Rugoff). Un film presentato in una sala di proiezione satura di colori e luci al neon, in cui ogni personaggio è stato rubato alla memoria collettiva occidentale e malignamente manipolato per farne qualcosa di diverso da ciò che appare. Come un alieno che ha preso le sembianze di un comune cittadino americano in un film degli anni ‘50.

C’è la statua della libertà, la Bella Addormentata, Burt Simpson, Duffy Duck, la Pantera Rosa e tanti altri. La maggior parte di loro è interpretato dall’artista stesso, che sfoggia un trucco talmente pesante da essere stato paragonato ad una scultura da indossare.

Come al solito Da Corte pota la cultura pop in territori inesplorati, tante sono le citazioni che si sovrappongono e i colori vivi accostati l’uno all’altro come campiture bidimensionali. Il suo è un libro dei ricordi statunitense che per estensione appartiene un po’ a tutti noi occidentali, ma che nelle mani dell’artista assume sfumature grottesche e vagamente inquietati. Il ritmo di ogni scena è lento, ipnotico. L’accostarsi dei fotogrammi psichedelico. Ma alla fine si sorride. Certo qualcosa non quadra: Burt fuma, la Statua della Libertà ruba un televisore da una casa di periferia ecc Il fatto è che la familiarità che abbiamo con i personaggi e le situazioni che l’artista ci ripropone, non ci permette di accorgerci che si sono svuotati. Ripetuti in continuazione, inesorabilmente al di fuori del contesto storico-sociale in cui nascono, sono come contenitori vuoti di cui conosciamo solo l’aspetto.

“Rubber Pencil Devil” viene trasmesso all’Arsenale mentre ai Giardini Alex da Corte ha presentato l’installazione “The Decorated Shed”. Entrambe le opere si potranno visitare fino alla conclusione della Biennale di Venezia 2019.

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , Rubber Pencil Devil, 2019; Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Biennale di Venezia 2019| La cittadina americana ideale di Alex da Corte, psichedelica e tanto pop, che finge di rassicurare i visitatori di "May you Live in Interesting Times"

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Le opere dell’artista statunitense Alex Da Corte proprio non ci stanno a passare inosservate. Assomigliano a quei sistemi che fulminano gli insetti attirandoli con la luce verso l’elettricità. E Da Corte di colori psichedelici, led e quant’altro fa un largo uso. Ma una volta dentro le sue installazioni immersive il cortocircuito è in agguato. Perchè nulla è come sembra.

“The decorated Shed” realizzata da Alex da Corte per la Biennale d’Arte di Venezia 2019, “May Yuo Live in Interesting Times” (curata da Ralph Rugoff), ad esempio, a prima vista potrebbe sembrare un semplice diorama. La rappresentazione di una cittadina americana dall’aria vintage, ingenuamente calata nella quiete notturna. In realtà è la copia del plastico della serie tv per l’infanzia “Mister Roger’s Neighborhood”. Piazzata su un tavolo di mogano in stile federale, riempita di insegne al neon di famose catene di ristoranti, e messa al centro di una stanza le cui pareti sono state ricoperte con una tappezzeria floreale in velluto, che cita in un colpo solo Prince e gli architetti di Philadelphia Robert Venturi e Denise Scott Brown.. Un vero tripudio del pop, con riferimenti alla cultura alta, a rendere più allucinatorio il tutto.

D’altra parte il fine di Alex Da Corte è proprio quello di spingerci ad abbandonare il pensiero razionale per entrare in un mondo del memorabilia il cui linguaggio assomiglia a quello del sogno. Dove passato e presente sono sincronizzati, dove l’eccesso è di casa e il paradosso dietro l’angolo, ma anche dove le radici della purezza personale e collettiva riemergono anche se per un solo, sfavillante, istante.

“The decorated Shed” è stata collocata nel Padiglione Centale e insieme a “Rubber Pencil Devil” all’Arsenale costituisce il contributo di Alex Da Corte alla mostra “May you Live in Interesting Times”. Come le altre opere ovviamente si potrà visitare fino al termine della Biennale d’Arte di Venezia 2019 (24 novembre)

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia