I gioielli non convenzionali di Ewa Nowak che ingannano i software di riconoscimento facciale con stile

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La giovane designer polacca Ewa Nowak, tra le altre cose, ha creato una linea di gioielli in metallo. Sono dei ninnoli eleganti dalle linee pulite che non rinunciano a una certa morbidezza e artigianalità. Più simili a delle piccole sculture che a degli ornamenti fatti in serie. Tra loro c’è anche ‘Incognito,’ nato per sviare i software di riconoscimento facciale con stile e originalità.

Il gioiello assomiglia a un paio di occhiali da sole ma anzichè oscurare gli occhi, li incornicia. Coprendo guance e parte della fronte con delle balze dorate. Un oggetto decorativo certo, ma non privo di uno scopo. In questo modo, infatti, ‘Incognito’ rende impossibile ai sistemi elettronici riconoscimento facciale catturare i dati necessari a identificare un volto.

La creazione della Nowak non potrebbe superare l’esame di una telecamera termica ma è riuscita a ingannare l’algoritmo DeepFace di Facebook. Rendendo le signore più sicure del loro fascino e della loro privacy.

Con ‘Incognito’ Ewa Nowak ha vinto il Mazda Design Award al Łódź Design Festival. Sul suo sito web e sul profilo instagram ci sono altre sue creazioni, tra le quali una maschera riflettente. In cui privacy e provocazione si fondono e ci spingono a riflettere sui labili e mutevoli confini che separano la protezione dalla privazione. (via Plain Magazine)

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Aiko Tezuka che dipinge tessendo e disfando arazzi

Aiko Tezuka, Certainty Entropy. Third Floor Hermès Singapore (Aloft at Hermès). Photo: by Edward Hendricks. Courtesy the artist

Aiko Tezuka, Certainty Entropy. Third Floor Hermès Singapore (Aloft at Hermès). Photo: by Edward Hendricks. Courtesy the artist

L’artista Aiko Tezuka lavora con i tessuti. Come Penelope li crea e li disfa ma a differenza del personaggio omerico, l’impressione di chi osserva non è mai che sia tornata al punto di partenza. Anzi. Le sue installazioni sono un raffinato succedersi di tessiture, colori, motivi decorativi e citazioni. Frutto di un paziente lavoro, danno in un sol colpo, il senso del tempo e della malleabilità della Storia. Ma, come se fossero dipinti, regalano anche una piacevole sensazione di sospensione.

"Grazie alla loro struttura primordiale- scrive Aiko Tezuka sul suo sito web- i tessuti e i ricami mi permettono di svelare la tela nei centinaia di fili che la compongono. In altre parole, loro potrebbero invertire il tempo in modo figurato, rendendo visibile il tempo invisibile e, di conseguenza, avendone allentato la superficie."

Di origine giapponese, Aiko Tezuka, da diversi anni vive a Berlino. Ha studiato pittura e il modo in cui interviene sul tessuto che decostruisce fa pensare che dipinga. I fili, infatti, si ricompongono in masse che ricordano colori sprimacciati o pennellate aeree e ordinate. Le citazioni alla Storia dell’Arte sono numerose anche se il lavoro di Tezuka si sofferma soprattutto sulla storia dei tessuti come metafora dalla complessità della Storia tout court..

I motivi che li caratterizzano, infatti, sono spesso il sovrapporsi di tradizioni culturali e la loro tipicità nient’altro che la cifra della loro permanenza ed importanza economica in una determinata area geografica.

L’artista a volte tesse da zero degli arazzi che riprendono antiche creazioni in cui inserisce però simboli contemporanei (carte ci credito, scorie nucleari ecc.).

L’opera di Aiko Tezuka è ospite dalla galleria Michael Janssen di Berlino (fino al 16 novembre 2019). E’ possibile tuttavia ammirare i sui arazzi anche sul suo sito web o sul suo spazio instagram. (via Colossal)

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Gli enormi murales di Ella & Pitr che dipingono giganti addormentati su strade e tetti

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La coppia di street artist francesi Ella & Pitr si è fatta conoscere per gli enormi murales che realizzano su superfici inconsuete come tetti, cortili e parcheggi. Più spesso ideate per essere visibili dal alto, le opere, arrivano a misurare fino a 21mila metri quadrati. Ella et Pitr per ottimizzare il risultato usano spesso la tecnica dell’anamorfosi.

Le loro illustrazioni si compongono di pochi colori; a volte solo quelli della bandiera francese. I soggetti invece, sono i più vari, anche se i giganti addormentati sono diventati il loro tema ricorrente. Un po’ per l’ingenuità, la vulnerabilità l’intimità che le persone colte durante il riposo suggeriscono, un po’ perchè in questo modo Ella & Pitr possono comprimerli in porzioni di territorio regolari senza lasciare spazi vuoti.

Con i loro murales gli artisti affrontano temi politico-sociali ma più spesso si divertono semplicemente a darci la possibilità di sorridere dei loro buffi personaggi e delle strane situazioni che affrontano.

Nel realizzare i loro murales Ella & Pitr cercano di adattarsi al contesto e di essere rispettosi delle grandi porzioni di territorio su cui disegnano: "(...) Quando lavoriamo su superfici naturali- hanno detto in un'intervista- non utilizziamo i colori acrilici: ad esempio, sulla spiaggia abbiamo usato le alghe arenate che abbiamo trovato in loco, oppure ci è capitato di frantumare per ore materiali come carbone e gesso, per ottenere del bianco e del nero biodegradabili. Siamo inoltre alla ricerca della composizione attuale dell’inchiostro di china, perché rimane molto misteriosa…"

Ella & Pitr hanno realizzato murales in tutta Europa e in diversi altri paesi del mondo. In Italia sono stati in più di un’occasione. Tuttavia è possibile seguire il loro lavoro anche attraverso l’account instagram. (via Colossal)

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