La Francia ha deciso: la guglia di Notre Dame va rifatta uguale. Nel frattempo una grande mostra raccoglierà fondi per la ricostruzione

Notre Dame, photo ii Jebulon - Opera propria, CC0, wikimedia

Notre Dame, photo ii Jebulon - Opera propria, CC0, wikimedia

La nuova guglia di Notre Dame dovrà apparire uguale a quella andata distrutta durante l’incendio del 15 aprile. Nei giorni scorsi il parlamento francese ha discusso il piano di ricostruzione della cattedrale parigina e infranto i sogni di un consistente numero di architetti, designers e artisti che avevano progetti ben diversi per l’iconico pinnacolo (ne ho parlato qui).

Tuttavia c’è chi non si da per vinto. E’ il caso dell’artista neo-concettuale belga Wim Delvoye, che ha dedicato una larga fetta della sua produzione scultorea ad opere che riecheggiano l’architettura gotica. E che stava lavorando, insieme ai suoi collaboratori, a un progetto per la nuova guglia di Notre Dame. Interrogato da The Art Newspaper su come avesse preso la notizia, Delvoy ha sfoggiato un coriaceo ottimismo: "Sono fiducioso che cambieranno idea per 100 volte e forse alla fine propenderanno verso la mia soluzione".

Anche se il progetto di Delvoy non è stato reso pubblico, scorrendo la sezione del suo sito dedicato ai Gothic Works, è facile supporre che la sua guglia pur non ricalcando l’originale non se ne sarebbe discostata più di tanto. Resta comunque difficilmente sormontabile il vincolo che i francesi hanno messo sui materiali chein linea di messima rivorrebbero uguali ai precedenti.

Com’è noto la versione della guglia andata distrutta nell’incendio è piuttosto recente. Opera dell’architetto Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, risaliva al 1860, ed era stata costruita in quercia rivestita di piombo. Per un peso complessivo di ben 750 tonnellate.

Molto di più di quello previsto da Delvoy che vorrebbe invece limitarsi al solo acciaio: "Se si usa il legno, sarà un disastro ecologico. Nel mio progetto la guglia peserebbe solo 100 tonnellate".

Nel frattempo la raccolta dei fondi per la ricostruzione non si è mai fermata. Tra le iniziative va segnalata la mostra, An Exhibition for Notre Dame, organizzata dalla galleria Gagosian Parigi (dall’11 giugno al 27 luglio) in cui compaiono tutti insieme alcuni tra gli artisti più rispettati e ben pagati in circolazione. Tra cui: Takashi Murakami, Urs Fischer, Jenny Saville, Frank Gehry, Marc Newson, Richard Serra, Cindy Sherman. Ma anche opere di Balthus, Beselitz, oltre al nostro Giuseppe Penone. Tutto il ricavato verrà devoluto per la cattedrale.

Wim Delvoye, Tour (Shanghai, 2010).Courtesy of Studio Wim Delvoye

Wim Delvoye, Tour (Shanghai, 2010).Courtesy of Studio Wim Delvoye

Biennale di Venezia 2019| Con 'Microworld', Liu Wei crea una composizione scultorea di enormi molecole e giganteschi protoni per May you Live in Interesting Times

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

L’artista cinese Liu Wei per la Biennale di Venezia 2019, May you Live In Interesting Times, curata da Ralph Rugoff, ha creato una monumentale composizione scultorea che rievoca il Modernismo. Riproduce molecole, elementi, protoni e altre entità microscopiche, su larga scala. Tanto da far sentire l’osservatore un lillipuziano.

“Microworld” è stata realizzata partendo da semplici lastre di alluminio lucido (va ricordato che Liu Wei ha a libro paga un vasto numero di assistenti a cui delega il lavoro manuale) e isolata da lastre di vetro. In questo modo chi guarda l’opera è costretto a rimanere a distanza. L’illuminazione, forte e geometrica , poi, gioca un ruolo importante nel rispetto che il complesso scultoreo incute. Questo mondo micro, solitamente invisibile a occhio nudo, diventato macro, luccica, congelato e misterioso, come uno spicchio di cosmo, d’un tratto vicinissimo ma comunque irraggiungibile.

“Questo mondo solitamente invisibile a occhio nudo- spiega la guida di May you Live in Interesting Times- stimola la curiosità e l’immaginazione. Il ritratto soggettivo e romanzato che Liu Wei fa della sfera microscopica risulta seducente e drammatico, e le sue dimensioni fanno rimpicciolire lo spettatore, ricordandoci che l’invisibile fa parte dell’ordine di un universo dalla portata sconfinata.”

‘Microworld’ è stata esposta all’Arsenale. Ai Giardini, invece, è stata posizionata Devourment, un’installazione molto diversa, composta di objets trouvés, materiali naturali e creati dall’uomo (tra gli altri: un divano, un armadio, una scultura, libri). Per vedere entrambe queste opere di Liu Wei alla Biennale di Venezia 2109, c’è tempo fino 24 novembre.

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Liu Wei, Microworld, 2018; Aluminium plates.Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Cai Guo-Qiang fa tracciare a 10mila uccelli di porcellana tinti con la polvere da sparo un antico disegno cinese alla National Gallery of Victoria

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Cai Guo-Qiang in occasione della sua grande mostra Cai Guo-Qiang: Tranciente Landscape (di lui ho parlato spesso; della mostra invece qui) , che la National Gallery of Victoria di Melbourne presenta in contemporanea a un’esposizione dell’Esercito di Terracotta, ha creato una monumentale installazione composta da 10mila uccelli di porcellana. Le piccole sculture sono state tinte di nero con la polvere da sparo una ad una e sospese al soffitto.

L’opera si intitola Murmuration (Landscape) e vista da una certa angolazione rappresenta semplicemente uno stormo di uccellini in volo. Ma se si guarda da un altro punto di vista traccia nell’aria un disegno calligrafico del sacro Monte Li, dove si trova il mausoleo del primo imperatore Qin Shi Huang, protetto nel suo sonno eterno dai Guerrieri di Terracotta

“Esponendo materiali tradizionali cinesi-spiega il sito della National Gallery of Victoria- carta, porcellana e seta alle esplosioni di polvere da sparo durante una serie di accensioni dal vivo, Cai Guo-Qiang: The Transient Landscape presenta un nuovo corpus di opere ispirate alla storia, ai luoghi e alla cultura che hanno fatto da sfondo al regno del primo imperatore cinese Qin Shihuang e la creazione dei guerrieri di terracotta.”

Terracotta Worriors and Cai Guo-Qiang rimarrà aperta fino al 13 ottobre 2019. Un breve video in time lapse di come Cai Guo-Qiang ha installato Murmuration (Landscape) si può invece vedere qui. (via Colossal)

All images courtesy of National Gallery of Victoria

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Photo: Tobias Titz

Photo: Tobias Titz