In streaming il film "Paper & Glue" in cui JR realizza la sua street art anamorifica

Il film “Paper & Glue”, diretto dal regista francese Mathieu Kassovitz e interamente dedicato all’artista parigino JR, domani sarà visibile in anteprima mondiale sul canale statunitense MSNBC. Anche in streaming. Il documentario segue JR nella realizzazione dei suoi progetti più iconnici come “The Woud” (“La Ferita”) creato a Plazzo Strozzi di Firenze in piena pandemia.

JR, al secolo Jean René, si è costruito un nome e una solida fama su dei progetti di street art basati sulla fotografia. Ha scattato ritratti di persone della zona in cui si svolgeva il lavoro, li ha stampati in formati enormi e li ha appesi ai muri. Spesso ha composto enormi mosaici con le foto, oppure si è affidato all’anamorfosi. Come nel caso del Louvre o in quello di Palazzo Strozzi di Firenze sulla cui facciata “The Woud” (“La Ferita”) ha sintetizzato il malessere suscitato dai luoghi della cultura inacessibili durante la pandemia.

Kassovitz, ha montato materiale video dei primi progetti, conservato dallo stesso JR, con riprese recenti realizzate per il documentario.

Il film è il culmine di anni di lavoro- ha detto JR- e include un archivio di fotografie e video che risalgono alla mia adolescenza . All'epoca di molte di queste registrazioni, non avevo alcuna intenzione o consapevolezza che potessero essere usate in questo modo".

“Paper & Glue” già quest’estate è stato presentato al Tribecca Film Festival e proiettato a Roma (erano presenti sia JR che Kassovitz). Tuttavia la gran parte del pubblico europeo non ha ancora avuto la possibilità di vederlo.

Negli Stati Uniti sono cominciate in questi giorni le proiezioni e per l’occasione l’emittente americana MSNBC lo trasmetterà in anteprima mondiale il 10 dicembre 2021. Purtroppo l’orario, fissato secondo il fuso d’oltreoceano, in Italia corrisponde alle 4 di notte. Senza fare le ore piccole per vedere “Paper & Glue” bisognerà aspettare ancora un po’ ma il sito internet di JR e il suo account instagram consentono di vedere o rivedere le sue opere. (via Colossal)

Banksy venderà lo stencil di "Create Escape" per comprare il carcere di Oscar Wilde

AGGIORNAMENTO: Banksy si è offerto di comperare la priogione di Reading (Reading Gaol, Berkshire, Inghilterra) in cui fu detenuto Oscar Wilde e di trasformarla in un centro d’arte. Per farlo metterà all’asta lo stencil utilizzato per dipingere il murale “Create Escape” che rallegra il cupo muro di mattoni che delimita l’ex complesso carcerario.

Ci si aspetta che, complice il fine dell’asta, la vendita porti nelle casse dell’artista di Bristol una cifra superiore all’offerta già fissata per il Reading Gaol. Cioè 10 milioni di sterline (poco meno di 12 milioni di euro).

Tuttavia il Ministero della Giustizia inglese si è dimostrato freddo di fronte alle dichiarazioni di Banksy pubblicate nei giorni scorsi da BBC, e ha fatto notare che il termine fissato per la presentazione delle offerte è già scaduto. Aggiungendo che quelle arrivate sono attualmente al vaglio degli uffici competenti.

Banksy ha dette con il consueto stile ironico, semplice e informale: ““Mi interessava molto poco Reading fino a quando non sono salito su un servizio di autobus sostitutivo ferroviario che è passato davanti al carcere. È raro trovare una superficie verniciabile ininterrotta lunga 500 metri nel mezzo di una città; mi sono letteralmente arrampicato sul passeggero accanto a me per dare un'occhiata più da vicino. Ho promesso a me stesso che avrei dipinto il muro prima ancora di sapere cosa fosse, ma ora ne sono appassionato. Oscar Wilde è il santo patrono dell'unione di due idee contrastanti per creare magia. Trasformare il luogo che lo ha distrutto in un rifugio per l'arte è così perfetto che dobbiamo farlo".

Se le offerte non verranno riaperte il Reading Gaol potrebbe diventare un condominio. Niente di male, non fosse che per alcuni il complesso carcerario in cui fu detenuto Wilde (per la sua relazione con Lord Alfred Douglas) è diventato un simbolo (soprattutto la comunità LGBT), e vorrebbero si trasformasse in un museo.

Al netto del destino della ex prigione, Banksy, con queste dichiarazioni ha comunque raggiunto l’obbiettivo di fare pubblicità a se stesso, a “Create Escape” e alla mostra del Bristol Museum & Art Gallery, curata dall’artista inglese e personaggio tv Grayson Perry (noto per l’abitudine di vestirsi da donna e quindi apprezzzato dagli stessi che sostengono la trasformazione in museo dell’edificio), dov’è esposto lo stencil usato per il murale.

Se poi le offerte venissero riaperte, o la questione rimenesse in stallo per il tempo sufficiente allo svolgersi dell’asta, è verosimile che Banksy supererebbe i 10 milioni per lo stencil. Dando stabilità e vigore alle quotazioni raggiunte recentemente.

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Condiviso ieri sul suo sito internet e sui canali social, “Create Escape”, di Banksy, è un breve video con due principali funzioni. Prima di tutto conferma, in perfetto stile Banksy, l’autenticità dell’opera comparsa di recente sul muro di cinta dell’ex-complesso carcerario Reading Gaol (Berkshire, Inghilterra), noto perchè vi fu detenuto Oscar Wilde dal 1895 al 1897. Dall’altra parte, visto il tema e il momento storico (l’edificio è in vendita ma molti vorrebbero che diventasse un museo) svela la posizione di Banksy sulla querelle sostenendo apertamente la causa.

“Create Escape” è una breve documentazione video dei concitati momenti in cui l’opera è stata segretamente realizzata.

Ma la simpatia mista a leggerezza che è un tratto distintivo dell’artista di Bristol si nasconde nel montaggio.

Banksy, infatti, ha nascosto le riprese all’interno di una puntata di “The Joy of Painting” di Bob Ross. Mantenendo le sigla d’apertura e chiusura oltre alla caratteristica, pacata voce, del pittore più amato d’America tra gli anni ‘80 e ‘90.

Icona popolare e imprenditore di successo, Bob Ross, al secolo Robert Norman Ross, ha una di quelle storie che si possono sentire solo negli Stati Uniti e che hanno fatto del Paese delle 50 stelle quello che è nell’immaginario modiale. Nato nel ‘42, prestò servizio nell’Aeronautica americana per 20 anni ma, una volta scoperta e studiata la tecnica pittorica bagnato su bagnato, mollò tutto per dedicarsi completamente alla pittura e all’insegnamento, fino a quando non naque il programma televisivo “The Joy of Painting” (trasmesso da PBS) in cui Ross mostrava in modo semplice come dipingere agli spettatori. Il successo, determinato anche dai capelli con la permanente e dal modo di parlare calmo e denso di aggettivi rassicuranti di Ross, fu tale, che tra materiale artistico e altre vendite, giunse ad essere a capo di un impero da 15 milioni di dollari.

BBC, durante la pandemia di COVID 19, ha riproposto i suoi corsi agli inglesi annoiati ed innervositi dalle restrizioni (si possono vedere anche in questo archivio). Di lì l’idea di Banksy di nascondere “Create Escape” all’interno di una puntata di “The Joy of Painting” di Bob Ross.

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Il logo di Kunsthalle Praha, che avvolge l'angolo del museo con spesse lettere in bronzo

All images courtesy of Studio Najbrt

La Kunstahalle Praha, un museo d’arte nato recentemente nel centro di Praga (Polonia), ha deciso di puntare sul type design per distinguersi. Il logo, infatti, ideato dallo Studio Najbrt, con sede in Repubblica Ceca, avvolge l’agolo tra la facciata principale e una delle laterali con spesse lettere in bronzo.

La scelta del font è stato un passo fondamentale per lo studio ceco, che ha optato per un carattere tipografico creato negli anni ‘30 dal calligrafo, tipografo e designer di libri tedesco, Jan Tschichold. In modo che l’edificio in cui ha sede il museo e l’insegna che lo identifica fossero contemporanei.

Kunstahalle Praha è frutto del complicato restauro di un ex edificio industriale pubblico: la stazione di trasformazione elettrica di Zenger a Klárov. Inaugurata tra le due guerrre dalla Compagnia elettrica della città di Praga. Diventata da poco museo, ha presentato diversi progetti che hanno coinvolto le sole facciate.

Anche il logo di Najbrt tocca la facciata principale del museo. O meglio uno degli angoli. Che è stato avvolto con delle spesse lettere in bronzo. Operazione più facile a dirsi che a farsi e che ha richiesto abilità artigianale oltre all’inventiva, come ha spiegato lo studio di design sulla sua pagina Instagram: "L'applicazione sulla facciata ha richiesto molte modifiche alle lettere come la necessaria sollecitazione dei tratti centrali del font Kunst e molti test, modelli cartacei e visualizzazioni" (via Colossal)