Daliland, al cinema il glamour e gli eccessi degli ultimi anni di Salvador Dalì

Dal prossimo 25 maggio al cinema uscirà “Daliland”. Un film che, tra glamour, genio e sregolatezza, racconterà gli ultimi anni del famosissimo artista, Salvador Dalì.

Uno dei primi ad aver costruito su se stesso un personaggio, ad aver lavorato non solo con pittura e scultura ma anche con cinema e fotografia, oltre a svariate discipline minori come grafica e pubblicità (disegnerà tra l’altro il logo dei lecca-lecca Chupa Chups). Ammirato, tra gli altri, da un giovanissimo e sconosciuto, Jeff Koons, che dalla Pennsylvania volò a New York, nella speranza di incontrarlo. E da Andy Warhol che riconobbe l’influsso delle sue intuizioni sulla Pop Art.

Daliland”, firmato dalla regista canadese Mary Harron, vedrà il Premio Oscar, Sir Ben Kingsley (“Gandhi”, “Hugo Cabret”), nei panni di Dalì. E già questo basterebbe per prendere in considerazione l’idea di andare a vedere il film. Senza contare che, l’attore indiano-britannico, verrà affiancato da Barbara Sukowa, Ezra Miller e Christopher Briney.

La storia racconta, con attenzione agli aspetti psicologici ed umani della vicenda, la paura del futuro dell’ormai anziano artista, la sua eccentrica quotidianità, i problemi economici (Dalì, ricco fin dalla nascita, aveva guadagnato molto con il suo lavoro ma amava il lusso e spedeva altrettanto) e lo stravagante legame con la moglie Gala.

Questa la trama: "New York 1974, James lavora presso la galleria d’arte che ospiterà la prossima esibizione del genio Salvador Dalí. Quando l’artista in persona gli propone di diventare suo assistente, il ragazzo pensa di coronare il sogno della sua vita, ma presto scopre che non è tutto oro quel che luccica”.

Era proprio il gennaio del ‘74 quando Koons sbarcò nella Grande Mela per incontrare Dalì. E chissà che non sia stato proprio quest’episodio ad aver ispirato l’intreccio di “Daliland”.

“Dietro allo stile di vita sgargiante- continua la trama- al glamour e ai party sontuosi, un grande vuoto consuma l’ormai anziano pittore, divorato dalla paura di invecchiare e dal dolore per il rapporto logoro con la dispotica moglie Gala, un tempo sua musa e ora circondata da giovani amanti e ossessionata dal denaro".

Gala e Dalì, si sposarono due volte (nel ‘34 con rito civile e nel ‘58 con quello cattolico), ma ebbero quasi sempre un rapporto platonico. Infatti, l’artista catalano, aveva letto un opuscolo sulle malattie sessualmente trasmissibili e ne era rimasto traumatizzato.

Daliland” con Ben Kingsley, nei panni di Salvador Dalì, e Barbara Sukowa, in quelli della moglie Gala, è distribuito dalla Plaion Pictures. E' stato presentato al Toronto International Film Festival 2022 e fuori concorso al 40° Torino Film Festival.

Con un progetto di fotogrammetria durato anni, l'artista Caterina Erica Shanta fa rivivere il carro trionfale della Festa della Bruna di Matera

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Perso in uno spazio grigio tra rituale e attuale, concreto e astratto, autografo e condiviso, storico e contemporaneo, il progetto “Il Cielo Stellato”, della giovane artista di origine tedesca, Caterina Erica Shanta, mette al centro la Festa della Madonna della Bruna di Matera. E, in particolare, il suo carro, ricostruito da Shanta con un progetto di fotogrammetria durato anni.

Nata nell’86, Caterina Erica Shanta, si è formata a Venezia ma vive a Pordenone. Artista e regista, in genere ricorre al video e al linguaggio del cinema documentario per investigare le immagini prodotte da altri. Secondo lei, infatti, il continuo uso dello smartphone per immortalare la realtà, distorce il presente in un coro polifonico privo di concretezza, nel momento stesso in cui gli eventi si verificano. Rendendoli, di fatto, impalpabili ed astratti. Oltre che un’importante testimonianza di cambiamenti: sociali, culturali, tecnologici.

Ed è in questa prospettiva che si è interessata alla Festa della Madonna della Bruna di Matera. Un rito antico, che coniuga una parte religiosa e una pagana. Ogni anno, infatti, gli artigiani sulla base di un brano del Vangelo indicato dall’Arcivescovo, creano un carro triofale in cartapesta per comunicare il carattere effimero della vita. Naturalmente, quest’ultimo sfila per un lungo percorso, finchè non arriva nella piazza della cittadina, dove i fedeli lo distruggono, per portarsi a casa una reliquia benedetta ed ingraziarsi la buona sorte.

Oggi quello è anche il momento in cui tutti alzano il telefonino per catturare immagini e video.

Nell’affollatissima piazza principale- racconta l'artista- smartphone e macchine fotografiche sopra le teste del pubblico sono puntate sull’imminente ‘strazzo’ del Carro Trionfale. L’aria è elettrica, nell’attesa del momento cruciale della festa.

Caterina Erica Shanta su quel momento topico ha girato un film di media lunghezza, raccolto materiale d’archivio e realizzato una serie d’immagini con la tecnica della fotogrammetria. Cioè, quella tecnologia capace di generare modelli tridimensionali, a partire da una serie di fotografie scattate attorno ad un soggetto centrale. Una pratica resa spesso difficile dal numero di immagini necessarie.

Non nel caso della Festa della Madonna della Bruna, però.

"Il Carro in cartapesta sopraggiunge trainato da muli in corsa-continua Shanta- La piazza si contrae e si lancia, il gigante scompare sotto gli occhi di tutti, diviso in migliaia di frammenti. Nell’attimo prima della sua evanescenza, la piazza costellata di dispositivi ha inconsapevolmente astratto e duplicato il grande artefatto. È una nube di punti, una fotogrammetria composta da vettori luminosi nello spazio nero virtuale: il terzo cielo stellato”.

Il film, il materiale d’archivio e le immagini in fotogrammetria sono diventate anche una mostra che si intitola, appunto “Il cielo stellato”. E che, si è appena inaugurata alla Fabbrica del Vapore di Milano.

Shanta si preparava alla realizzazione di questo progetto da anni. Con ogni probabilità non a questa mostra (che avrà preventivato in tempi relativamente recenti), ma le immagini in fotogrammetria sono il risultato di un impengno durato molto a lungo. L’artista, infatti, raccoglieva le fotografie (scattate da altri) della distruzione del carro trionfale di Matera, da diverse edizioni della manifestazione, ormai. E aveva materiale per realizzazioni tridimensionali perfette. Colte da ogni angolo di visuale possibile.

Il cielo stellato” di Caterina Erica Shanta è a cura di Marta Cereda, e si tiene nello spazio Careof della Fabbrica del Vapore di Milano (dal 24 gennaio fino al 17 marzo 2023). Per chi è lontano dalla Lombardia, l’artista ha condiviso alcune delle immagini in fotogrammetria sul suo account instagram.

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, backstage

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, dettaglio

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Caterina Erica Shanta, Il Cielo Stellato, videostill

Il Pinocchio in animazione stop motion di Guillermo del Toro festeggerà il Natale al Moma

Guillermo del Toro on the set of Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Jason Schmidt/Netflix

Al Museum of Modern Art di New York (Moma) domenica prossima (11 dicembre) inaugurerà la mostra "Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio". In cui, attraverso cinque set di lavoro completi, quattro pezzi di grandi dimensioni e molto atro, i curatori spiegheranno l'artigianato, la ricerca e i processi alla base di Pinocchio. Il primo film d'animazione in stop motion di Guillermo del Toro

L’adattamento cinematografico del classico romanzo per l’infanzia di Collodi, ispirato alle illustrazioni dello statunitense, Gris Grimly, è arrivato nelle sale italiane domenica scorsa (dove viene proiettato in lingua originale con i sottotitoli). Ma la vera e propria uscita, del Pinocchio firmato dal regista di origine messicana, Gullermo Del Toro, sarà venerdì (9 dicembre), quando il titolo diventerà disponibile su Netflix.

Il Pinocchio di del Toro è molto atteso perchè si tratta di un film di animazione in stop motion. Cioè creato, dando l’illusione che delle marionette, plasmate per rappresentare i personaggi, si muovano sulla scena (a sua volta ricostruita) come attori in carne e ossa, attraverso la fotografia stop motion. Quindi le marionette, fotografate senza soluzione di continuità, vengono modificate e spostate per adattarsi ad ogni movimento del personaggio. Alla fine il montaggio tramuta questa enorme massa di materiale in un film d’animazione in stop motion.

Nel caso del Pinocchio di Del Toro, il film d’animazione in stop motion è anche una mega produzione hollywoodiana, con tutti gli oneri e gli onoori che questo comporta. Insomma, tantissima artigianalità e trucchi che non sempre si risce ad immaginare.

"Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio" serve proprio per dare uno sguardo dietro le quinte. Uno sguardo molto accurato.

Si parte, infatti, da tre edizioni classiche e contemporanee del libro di Carlo Collodi "Le avventure di Pinocchio" dall'Italia e dagli Stati Uniti, tra cui quella del 2002 illustrata da Gris Grimly che ha ispirato il registi. Ci sono persino delle grandi scatole per pizza, utilizzate durante la produzione per conservare le centinaia di volti di Pinocchio stampati in 3D (circa 300 dei quali saranno in mostra). Poi tutti gli studi che sono serviti per inserire Pinocchio in un contesto storico credibile. "Questo adattamento di Pinocchio - scrive il Moma- è reinventato per essere ambientato nell'Italia degli anni '30, con il fascismo in ascesa".

E poi tutti i set del film e “Oversize Pinocchio”, un grande burattino composto da soli testa e busto (di circa 172,2 cm insieme), utilizzato per filmare i primi piani di Pinocchio e del Grillo Parlante. Senza dimenticare vari video time lapse, bozzetti,stampi scultorei, disegni, materiali di sviluppo e motion test, test sul colore digitale, fotografie d'archivio e oggetti di scena del film.

Ovviamente durante la mostra verrà proiettato il film (non sempre però) e sono previste delle rassegne legate all’opera di Guillermo Del Toro (le proiezioni sono spalmate tra dicembre e marzo).

"Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio" è la quarta mostra del Moma ad occuparsi di animazione cinematografica (prima di Del Toro: la Pixar, Tim Burton e gli animatori statunitensi Quay Brothers).

Curata da Ron Magliozzi e Brittany Shaw, con Kyla Gordon, l'esposizione del Moma dedicata al Pinocchio di Guillermo del Toro è in programmazione fino al 15 aprile 2023.

Mackinnon & Saunders. Geppetto and Pinocchio Production Puppets, 2019-2020. Geppetto: steel, foam latex, silicone, resin, fabric, fiber, plastic. 4 x 4 ¾ x 14″ (10.2 x 12.1 x 35.6 cm). Pinocchio: 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, paint. 4 x 3 x 9.5″ (10.2 x 7.6 x 24.1 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Inprogress Pinocchio Production Puppets at the ShadowMachine workshop. Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Pinocchio Production Puppets with rigging, 2019-2020. 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, fabric, paint. 4 x 3 x 9.5″ (10.2 x 7.6 x 24.1 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

ShadowMachine. Columbina Production Puppet, 2019-2020. Steel, wire, resin, paint, fabric, brass. 3.5 x 3.5 x 9″ (8.9 x 8.9 x 22.8 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Oversized Cricket Production Puppet with rigging, 2019-2020. 3D printed resin, steel, silicone, paint, printed eyes. 3 x 4 x 11″ (7.6 x 10.2 x 27.9 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

ShadowMachine. Death Production Puppets with riggining, 2019-2020. 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, fabric, paint. 19 1/2 × 16 3/4 × 36 1/2″ (cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Guillermo del Toro on the set of Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Jason Schmidt/Netflix