A Venezia "An Archaeology of Silence" di Kehinde Wiley reinterpreta in chiave black gli antichi dipinti di eroi caduti

Kehinde Wiley ritratto di giovane venzia

“Femme Piquée Par Un Serpent (Mamadou Gueye),” or “Woman Stung By A Snake (Mamadou Gueye),” (2022), oil on canvas, 131 7/8 x 300 inches .All Images © Ugo Carmeni

Dopo un excursus nelle sublimi brume del Romanticismo e nella sua mistica laica alla National Gallery di Londra, l’artista statunitense Kehinde Wiley (conosciuto a livello globale per essere stato il primo artista afro-americano chiamato a ritrarre un presidente a fine mandato), ritorna sul terreno della ritrattistica pre-romantica. Con una serie di opere che traggono ispirazione da “Corpo di Cristo morto nella tomba” di Hans Holbein il Giovane (1521) e, in generale, dai dipinti di antichi maestri con al centro l’immagine di un eroe caduto. Naturalmente Wiley attualizza le composizioni del passato e sostituisce i protagonisti con uomini e donne di colore.

La nuova serie, che amplia il corpus di opere DOWN del 2008, è stata realizzata per l’importante mostra "Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence", in corso alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia ed inclusa tra gli eventi collaterali autorizzati alla 59esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale "Il latte dei sogni". A curarla è Christophe Leribault (Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie di Parigi) mentre l’organizzazione la firma il Musée d’Orsay.

Wiley in queste opere (sia grandi dipinti che sculture in bronzo) restituisce dignità fino a proiettare nel mito le immagini di giovani uomini e donne sconosciuti. Le loro pose vulnerabili sono l’emblema di una resa inevitabile, dolorosissima, ma carica d’onore. In questo modo l’artista newyorkese celebra ancora una volta la forza e la resilienza della gente di colore. Oltre a puntare di nuovo l’obbiettivo sul razzismo, la violenza e i preconcetti di cui sono vittima in maniera sistematica e da parte di un sistema intero.

Questa- ha detto- è l’archeologia che sto portando alla luce: lo spettro della violenza della polizia e del controllo dello stato sui corpi di giovani neri in tutto il mondo”.

Lo sfondo dei dipinti sono i soliti motivi floreali che fanno da contrappunto alla semplicità dello streetwear contemporaneo. Le pose abbandonate, poi, permettono all’artista di imporre ai corpi torsioni sensuali, capaci di coprire la tela imprigionando lo sguardo dell’osservatore. Nei bronzi, invece, dove la policromia potrebbe scoraggiare l’attenzione, Wiley usa un vocabolario di particolari che ringiovaniscono il mezzo espressivo e risvegliano la voglia di guardare.

"Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence rimarrà alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia fino al 24 luglio 2022 soltanto (anzichè per tutta la durata della Biennale d’Arte “Il latte dei sogni”). L’artista condivide inoltre la sua opera su instagram che permette di farsi per sommi capi un’idea dei vari momenti del suo lavoro.

Kehinde Wiley an archaeology of silence

Front: “The Virgin Martyr Cecilia” (2022), bronze, 251 × 152 3/4 × 70 1/8 inches. Back: “Young Tarentine II (Ndeye Fatou Mbaye)” (2022), oil on canvas, 131 7/8 × 300 inches. Image © Ugo Carmeni

Kehinde Wiley bronzo umo venezia

“Dying Gaul (Roman 1st Century)” (2022), bronze, 21 1/8 × 18 7/8 × 47 inches. Image © Ugo Carmeni

Kehinde Wiley bronzo uomo venezia

Detail of “Dying Gaul (Roman 1st Century)” (2022), bronze, 21 1/8 × 18 7/8 × 47 inches. Image © Ugo Carmeni

Kehinde Wiley dipinto uomo venezia

“The Wounded Achilles (Fillipo Albacini)” (2022), oil on canvas, 70 1/8 × 107 7/8 inches. All images © Templon, Paris –Brussels. Image © Ugo Carmeni

Kehinde Wiley bronzo donna venzia

Image © Ugo Carmeni

Kehinde Wiley bronzo donna venezia

Image © Ugo Carmeni

Il Romanticismo black di Kehinde Wiley alla National Gallery di Londra

Kehinde Wiley, 'Prelude (Babacar Mané)', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

L’artista statunitense Kehinde Wiley è da anni impegnato nella rilettura della pittura moderna sostituendo i protagonisti bianchi con neri di varie etnie e nazionalità. Defintivamente consacrato dopo essere stato scelto (primo artista afro americano nella Storia) per ritrarre il Presidente Barack Obama a fine mandato. E’ attualmente in mostra alla National Gallery di Londra. L’esposizione si intitola The Prelude (da una poesia di William Wordsworth) ed è una reinterpretazione della grande pittura romantica.

Dal genere del Ritratto, Wiley si sposta a quello del Paesaggio e lo fa con maestria, riproponendo l’aura di mistero e di teatrale bellezza delle opere cui fa riferimento. Alla Sunley room, nel centro della National Gallery, presenta cinque dipinti e un video digitale a sei canali (In Search of the Miraculous ). L’opera nel suo complesso è pensata per stabilire un rapporto immediato tra il lavoro di Wiley e i paesaggi storici e marini conservati alla National Gallery di artisti come Claude , Friedrich, Turner e Vernet .

Magistrale la rilettura de Il Viandante sul Mare di Nebbia del pittore tedesco Caspar David Friedrich. Wiley, infatti, non si limita a sostituire il viaggiatore biondo dell’originale con il giovane Babacar Mané, originario di Dakar in Senegal, ma modifica in modo, al tempo stesso sottile e sostanziale, il capolavoro romantico. Se il protagonista ottocentesco passava in secondo piano di fronte alla grandezza della natura, Babacar se la gioca alla pari, non possiamo vedere la sua espressione ma la posa sciolta fa pensare a calcolo e sicurezza. Sulla sua schiena, poi, si riflette una luce azzurra innaturale che trova contrappunti e assonanze in una tavolozza più viva e rende cinematico il dipinto, sottolineando ancora una volta che Mané resta il protagonista del suo viaggio.

Ovviamente i dipinti di Wiley parlano di identità, migrazioni e iniquità sociali. Ma non è da meno il suo In Search of the Miraculous, in cui l’artista approfondisce la figura del vagabondo romantico alla ricerca di se stesso e di una nuova spiritualità. Per farlo ha scelto un gruppo di londinesi neri, incontrati nelle strade intorno alla National Gallery, e portati in Norvegia ad esplorare fiordi e paesaggi glaciali.

The Prelude rimarrà alla National Gallery di Londra fino al 18 aprile. Ma Kehinde Wiley dal prossimo 23 aprile (fino al 24 luglio) sarà anche protagonista della mostra Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence, organizzata dal Musée d’Orsay alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, ed inserita tra gli eventi collaterali autorizzati alla Biennale Arte 2022.

Kehinde Wiley, 'Ship of Fools II', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

Kehinde Wiley, 'In Search of the Miraculous (Jasmine Gracout and Robenson St. Firmin)', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

A still from Kehinde Wiley, 'Prelude', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

"Ruomors of war" a Time Square. Kehinde Wiley svela la sua prima scultura monumentale

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

L’artista statunitense Kehinde Wiley (di cui ho parlato spesso ad esempio qui e qui) conosciuto per aver dipinto il ritratto di Barack Obama per la National Portrait Gallery dello Smithsonian, ha realizzato la sua prima scultura monumentale. L’opera, alta oltre 8 metri, si intitola “Rumors of war” e rappresenta un giovane afroamericano in sella a un cavallo dal passo fiero.

La scultura in bronzo è stata collocata al centro di Times Square (Broadway Plaza tra la 46a e la 47a strada) a New York. Ma solo temporaneamente. Dal prossimo inverno, infatti, “Rumors of war” troverà stabilmente casa al Virginia Museum of Fine Arts che ne ha commissionato la realizzazione..

Ma fino ad allora il monumento rimarrà nel cuore pulsante della grande mela creando un contrasto tra i colori intensi delle insegne pubblicitarie digitali e il tono scuro del bronzo, tra il curvilineo guizzare delle forme della scultura e la linearità maestosa dei grattacieli. Tra presente e passato, insomma. Infatti, “Rumors of war”, ispirata alla statua equestre del generale JEB Stuart, cita esplicitamente (e polemicamente) i monumenti confederati. Solo che nella posa innaturale e celebrativa dell’ufficiale sudista a Time Square c’è un giovane afroamericano in jeans, felpa e scarpe da ginnastica.

Con questa scultura Kehinde Wiley da’ tridimensionalità al lavoro che da anni svolge come pittore, reinterpretando dipinti classici i cui protagonisti diventano uomini e donne di colore in abiti contemporanei.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ian Douglas per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ian Douglas per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Walter Wlodarczyk per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Walter Wlodarczyk per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.