Attesi migliaia di visitatori a Palazzo Reale per Picasso Metamorfosi. Nel frattempo guardalo al lavoro in questi video d’epoca!

Sarà l’evento dell’autunno milanese. Picasso Metamorfosi, la grande mostra che Palazzo Reale dedicherà al discusso autore di Guernica dal 18 ottobre al 17 febbraio (coprendo quindi anche l‘arco delle feste), si annuncia come uno di quegli appuntamenti a cui il pubblico non saprà dire di no. Non a caso le prenotazioni (sia per i singoli che per i gruppi) apriranno già domani nel pieno di un’afosa estate padana.

D’altra parte Pablo Picasso, insieme agli impressionisti e agli altri capifila delle avanguardie primo novecentesche, non ha più lo smalto di una volta quando le sue opere arrivano in casa d’asta ma continua a difendersi: solo lo scorso maggio un suo lavoro appartenuto alla collezione Rockfeller ha raggiunto la dignitosissima cifra di 115 milioni di dollari (circa 99 milioni di euro). E se i collezionisti (che attualmente sembrano avere concentrato il loro amore verso l’arte contemporanea) continuano a non disdegnare il famoso Pablo, ci si aspetta che gli spettatori siano più indulgenti.

A maggior ragione perché Metamorfosi affiancherà alle ben 200 opere del maestro andaluso dei dipinti antichi a cui Picasso si ispirò.

Quando nel 1953 – ha dichiarato il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala – Picasso scelse Milano e la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, in parte distrutta dalla guerra, per mostrare al mondo Guernica, simbolo della sua straordinaria capacità espressiva, tra il suo genio e la nostra città nacque un legame unico e reso evidente, ad ogni ritorno delle sue opere, da una appassionata partecipazione di pubblico. È stato così nel 2001 con 450.000 visitatori e nel 2012 con più di mezzo milione.”

Le opere in mostra arriveranno dal Musée National Picasso di Parigi e da altri importanti musei europei tra cui, il Musée du Louvre di Parigi,  i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Musée Picasso di Antibes, il Musée des Beaux-Arts di Lione, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi e il Museu Picasso di Barcellona.

Picasso Metamorfosi’ a Palazzo Reale di Milano, si contende la palma delle mostre più attese insieme a ‘The Cleaner’, che più o meno nello stesso arco temporale (dal 21 settembre al 20 gennaio) Palazzo Strozzi di Firenze dedicherà a Marina Abramovic. E chissà che al vecchio Pablo non sarebbe dispiaciuto.

Nell’attesa dell’evento milanese allego a questo post tutti i video d’epoca di Pablo Picasso che è possibile recuperare in rete. E che ci ricordano la freschezza e la potenza del tratto di questo gigante del ‘900.

Tutti i volti di Marilyn Monroe in una serie di rare fotografie di Milton Greene

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Il sodalizio tra Marilyn Monroe e il fotografo e produttore cinematografico statunitense Milton H. Greene diede vita a un vero e proprio archivio di immagini dell’iconica attrice. Ben cinquemila scatti in cinquantadue diverse locations, che raccontano la metamorfosi di Marilyn da stereotipo in persona. 
La mostra “Up Close with Marilyn: Portraits by Milton H. Greene” alla Proud Central Gallery di Londra ripercorre questo rapporto ma soprattutto svela tutti i volti di Marilyn, che Green riuscì a catturare nei suoi scatti.

Milton H. Greene quando incontrò la Monroe era già un famoso fotografo. Conosciuto per i suoi servizi su Vogue, nel tempo avrebbe ritratto tutte le celebrità dell’epoca, dalla Cardinale alla Hepburn, passando per Hitchcock, Elizabeth Taylor, Cary Grant, Groucho Marx, Newman, la Dietrich, la Bacall e molte altre. Con Marilyn fondò addirittura una società di produzione (la Marylin Monroe Production). Ma soprattutto la convinse ad abbandonare lo stereotipo della bionda svampita che l’aveva resa famosa per incarnare una personalità ben più complessa e sfaccettata.

Così la Marilyn Monroe che ci restituisce l’obbiettivo di Milton Greene è di volta in volta naturale o raffinata, dolce e scherzosa o sensuale ma anche indipendente ed enigmatica. E il fotografo in molti scatti riesce a far prevalere un clima di intimità che non frappone barriere tra chi guarda e la persona ritratta.

La mostra “Up Close with Marilyn: Portraits by Milton H. Greene” alla Proud Central Gallery di Londra si concluderà il 24 giugno. (via Fubiz)

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L’incredibile storia dei locali notturni sugli alberi che animavano la frizzante Parigi degli Impressionisti

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Erano gli anni degli Impressionisti e la vita ‘en plain air’ era quasi un dovere per i parigini anche quando si trattava di divertirsi. Complici i confini meno definiti tra città e campagna per oltre un secolo gli abitanti della ville lumiere si sono spinti fino al vicino villaggio di Le Plessis-Piquet (che adesso si chiama Le Plessis- Robinson) per vivere delle incantevoli serate sulle cime degli alberi. 

Iniziò tutto con il successo di una sala da ballo all’aperto. La ‘guinguette’ (il nome deriva dal vino bianco) ebbe una fortuna che convinse il proprietario del ristorante Joseph Gueusquin a costruire Le Grand Robinson nel 1848. Il cabaret era una casa sull’albero.
Si trovava tra i rami di un grande castagno e si chiamava così perché Gueusquin aveva cercato di riprodurre la casa sull’ albero descritta nelle avventure di Robinson Crusoe.

Le persone se ne innamorarono e i ristoranti sugli alberi cominciarono a spuntare come funghi in tutta la cittadina. Nei decenni che seguirono la concorrenza fu spietata: alcuni ospitarono gare di asini mentre altri costruirono altissime altalene. Gueusquin dal canto suo alla fine decise di cambiare il nome del suo ‘Le Grand Robinson’ in ‘Le Vrai Arbre de Robinson’ per rivendicare il suo primato.

Nel 1909, dopo sessant’anni di successi delle case sugli alberi, il comune diventò ufficialmente Le Plessis- Robinson. Oggi nessun locale simile è ancora attivo (l’ultimo chiuse nel ’76), tuttavia in silenzioso ricordo di quell’epoca festosa restano dei tavoli attaccati agli alberi della città. (via Jeroen Apers)

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