Le sculture iperrealiste di Sun Yuan & Peng Yu trasformano la sfarzosa hall del St Regis Rome in un luogo surreale e inquietante

If I Died , vedute della mostra, The St. Regis Rome, 2020. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , vedute della mostra, The St. Regis Rome, 2020. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

E’ un mondo onirico e disturbante, immobile ma pulsante, ironico eppure crudele quello che la coppia di artisti cinesi Sun Yuan & Peng Yu ha messo in scena nella lobby dell’antico hotel St Regis di Roma. Dove un’infilata di sculture talmente iperrealiste da sembrare vive, stupiscono i visitatori e, senza che se ne rendano conto, attraverso il paradosso, li portano sul poco confortevole terreno del dubbio.

Sun Yuan & Peng Yu, che solo pochi mesi fa hanno monopolizzato l’attenzione del pubblico della Biennale di Venezia con i loro macchinari feroci, per il St Regis Rome hanno scelto le tre opere: Teenager Teenager; Didn’t notice what I am doing e If I Died. Ognuna composta da un complesso di sculture iperrealiste in vetroresina che dal portone dell’hotel accompagnano i visitatori per tutta la vasta lobby fino all’area ristorante quasi mischiandosi al personale e agli ospiti dell’albergo.

Per prima si incontra Didn’t notice what I am doing, coposta dalle riproduzioni a grandezza più o meno naturale di un rinoceronte e un triceratopo. Posti a guardia dell’ingresso come i leoni della classica tradizione scultorea, sembrano due creature strettamente imparentate, qualsi indistinguibili nella distrazionne. Eppure niente li unisce, spingendo a interrogarsi sulla falllacia delle impressioni e sull’inadeguatezza della conoscenza.

If I Died è una sinfonia scultorea toccante, che installata nei vasti interni sfarzosi del palazzo romano dà il meglio di se. Al centro c’è l’anziana madre di Peng Yu che si libra nell’aria guidata da razze giganti e uccelli colorati. La scena descrive il modo in cui la donna immagina se stessa nella vita dopo la morte. Poetica fino ad essere struggente, l’opera ha in se anche un’intensa nota cruda.

Teenager Teenager, infine, nel sostituire dei massi alla testa di un vasto numero di sculture elegantemente abbigliate esprime in maniera plastica l’incapacità di comunicare e i conflitti generazionali.

La mostra di Sun Yuan & Peng Yu al St Regis Rome è stata organizzata da Galleria Continua che così sintetizza il lavoro del duo cinese: “Conosciuti internazionalmente per il carattere spesso destabilizzante e provocatorio delle loro opere e per l’uso di materiali singolari, Sun Yuan & Peng Yu hanno iniziato a collaborare in coppia dalla fine degli anni ’90. Le loro opere sono la dimostrazione di una costante analisi della vita attraverso l’esperienza a cui spesso anche il pubblico è invitato a partecipare nella volontà di trovare l’essenza e la sostanza che si nasconde dietro l’apparenza.

Con una sede storica a San Giminiano e tre nel mondo, Galleria Continua è ormai un brand internazionale. All’interno del St Regis (nella sala Diocleziano) ha appena inaugurato il suo quinto avanposto. La mostra di Sun Yuan & Peng Yu nella capitale si inserisce nelle celebrazioni per questo nuovo matrimonio e per il trentennale della galleria. Le opere, rimarranno esposte fino al 26 aprile 2020.

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , vedute della mostra, The St. Regis Rome, 2020. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , vedute della mostra, The St. Regis Rome, 2020. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Teenager Teenager , 2011, simulation di scultura, sofa, simulazione di pietra. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

If I Died , 2013 vetroresina, gel, simulazione di scultura Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo, scultura di rinoceronte.Triceratopo: 400 x 190 x 120 cm | Rinoceronte: 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialko…

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo, scultura di rinoceronte.Triceratopo: 400 x 190 x 120 cm | Rinoceronte: 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di rinoceronte 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di rinoceronte 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo 400 x 190 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo 400 x 190 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo 400 x 190 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di triceratopo 400 x 190 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di rinoceronte 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I Didn’t Notice What I am Doing , 2012, sculture in fibra di vetro: scultura di rinoceronte 300 x 160 x 120 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA . Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

La Venere di Milo e il Mosè di Daniel Arsham sono identici agli originali ma hanno crepe da cui spuntano cristalli colorati

“Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

“Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

L’artista statunitense Daniel Arsham (altro su di lui qui) in una nuova serie di sculture affronta il tema dello scorrere del tempo sui capolavori che hanno segnato la Storia dell’Arte. Per farlo usa il solito espediente di crepe da cui emergono splendidi cristalli.

Si tratta di repliche pressoché identiche di opere come il Mosè di Michelangelo e la Venere di Milo, che Arsham ha potuto realizzare grazie alla collaborazione con l’istituto culturale francese Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais, dove sono conservati i calchi e le scansioni di busti, sculture e fregi dalle collezioni del Musée du Louvre di Parigi, di San Pietro in Vincoli di Roma, del Museo dell'Acropoli di Atene e del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Gli stampi sono di straordinaria qualità - dice su Instagram- perchè sono stati tolti dalle opere originali. Ogni graffio e imperfezione che è visibile nell'originale è presente anche nel mio lavoro.”

Per portare a termine questo corpo di lavori l’artista newyorkese ha dovuto trascorrere un anno a Parigi.

Arsham che in passato aveva trasformato in reperti archeologici di un futuro distopico oggetti d’uso quotidiano, computer vintage, automobili ecc. torna a parlare di memoria collettiva. Ma se nelle serie precedenti gli oggetti cristallizzati e svuotati della loro informale familiarità suscitavano inquietudine adesso ci appaiono ancora più seducenti nella loro chiara solidità, sottolineata da un fiorire di luccicanti formazioni minerali. Suggerendo che alcuni simboli non possono essere cancellati o offuscati dal girare delle lancette dell’orologio.

“(...) Ho iniziato a esplorare l'idea dell'archeologia come un racconto immaginario del passato- spiega - nonché uno strumento con cui far crollare le barriere tra il passato e il presente. Questo concetto è diventato un filo conduttore durante la mia pratica. Facendo uso di oggetti classici e antichi, questo nuovo corpus di lavori sperimenta l'intramontabilità di alcuni simboli,

Le opere di Daniel Arsham sono state presente alla sede di Parigi della galleria Perrotin (si, la stessa di Comedian , la banana esposta da Maurizio Cattelan a Miami) . Il titolo della mostra è: Paris 3020 (fino al 21 marzo 2020). Arsham è, in ogni caso molto attivo su Instagram, dov’è possibile seguire il suo lavoro e capire meglio la tecnica che usa per realizzare le sue scenografiche sculture. (via Colossal)

“Blue Calcite Eroded Moses” (2019), blue calcite and hydrostone, 102 3/8 x 46 7/8 x 49 3/16 inches. All images © Daniel Arsham and Perrotin

“Blue Calcite Eroded Moses” (2019), blue calcite and hydrostone, 102 3/8 x 46 7/8 x 49 3/16 inches. All images © Daniel Arsham and Perrotin

“Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

“Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

Daniel Arsham con “Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

Daniel Arsham con “Blue Calcite Eroded Venus of Milo” (2019), blue calcite and hydrostone, 85 1/16 x 23 5/8 x 25 9/16 inches, about 330 pounds

Le Ukiyo-e in versione XXL. Un nuovo spettacolare libro TASCHEN celebra le immagini del mondo fluttuante

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Amate tra gli altri da Van Gogh e Manet, le stampe giapponesi su blocchi di legno, sono diverse dalla xilografia come siamo abituati a conoscerla. Non ne esiste anzi un equivalente occidentale. Le Ukiyo-e o Immagini del Mondo Fluttuante, rappresentano cortigiane, lottatori di sumo, attori del teatro kabuki ma anche paesaggi, fantasmi e personaggi mitologici che ancora oggi influenzano manga e videogiochi. E lo fanno in un modo straordinario; fantasioso e rigoroso al tempo stesso.

La casa editrice TASCHEN ha appena messo in commercio un libro che esplora la storia, ma soprattutto illustra la varietà e la vivacità delle xilografie giapponesi, o stampe su blocchi di legno che dir si voglia, nel periodo che va dagli esordi delle ukiyo-e (1680) fino al 1938. E lo fa in formato XXL (come nel caso del libro dedicato a Basquiat) per far meglio risaltare la bellezza delle immagini e i colori straordinariamente vivi delle stampe giapponesi.

"Alcune delle idee più dirompenti nell'arte moderna-spiegano- furono inventate in Giappone nel 1700 e espresse come mai prima nei disegni di maestri come Hokusai, Utamaro e Hiroshige all'inizio del XIX secolo."

Si intitola Japanese Woodblock Prints (1680–1938) e raccoglie l’opera di 89 artisti (da quelli di fama mondiale a quelli poco familiari). Oltre a raccontare questo medium attraverso le immagini di 200 capolavori. Divisi in sette capitoli, organizzati in ordine cronologico. Le riproduzioni provengono da musei e collezioni private di tutto il mondo. Alcune stampe sono state persino fotografate per l’occasione.

Nel libro ci sono, infine, 17 pieghevoli, in cui è possibile ammirare le riproduzioni delle xilografie in dimensioni vicine a quelle originali.

Japanese Woodblock Prints (1680–1938) di TASCHEN è curato dallo studioso di arte giapponese e coreana Andreas Marks.

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