Niente diario per Toshihiko Shibuya, che in quarantena ha costruito un intero ecosistema

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L'opera “Generation 7 origin-birth /symbiosis-coexistence” di Toshihiko Shibuya (altre notizie su di lui qui), attualmente in mostra alla Web Gallery Monma Annex di Sapporo, è un ecosistema complesso in continuo divenire, che l'artista giapponese ha cominciato a creare all'inizio della pandemia e che ancora muta. Come la sintesi di un'esperienza collettiva trasfigurata della bellezza della natura e raccontata attraverso il cambiare delle stagioni.

Molti sono gli artisti nel mondo che confinati nelle loro case durante l’emergenza sanitaria hanno creato un vero e proprio diario per immagini della loro esperienza (per esempio qui). Non in Giappone però dove non c’è stato il lockdown e la necessità di fuggire da una quotidianità distopica è venuta meno.

Toshihiko Shibuya, infatti, non ha creato una serie di opere ispirate ai giorni trascorsi, ma un solo lavoro che riunisce tutte le fasi del periodo anomalo che ancora stimo vivendo.

Generation 7 è un vero e proprio ecosistema che comincia a prendere forma il marzo scoro, quando l’artista di Sapporo (isola di Hokkaido) va a raccogliere dei rami modellati dal mare nella costa più vicina. Poco dopo è la volta del muschio, che Shibuya prende in montagna. In Aprile fissa il muschio ai rami e comincia ad annaffiare la sua creazione mattina e sera. A giugno, proprio mentre il coronavirus molla la presa nella gran parte dei paesi dell’emisfero settentrionale, il muschio di Generation7 prende a crescere e con lui anche altre piccole piante.

Quando ho visto crescere il muschio - spiega- ho installato 1500 puntine da disegno con la testa sferica!”

Le puntine da disegno, che l’artista usa sempre per tratteggiare con elementi artificiali un paesaggio naturale, sottolinenado la forma e la grana della superficie, sono state scelte per confondersi con l’opera. Osservatrici sileziose, che ad uno sguardo poco attento posono sembrare funghi, spore o uova, a seconda del punto in cui sono state collocate.

"Ho evocato immagini di vita riproduttiva- continua Toshihiko Shibuya- Le puntine dovrebbero essere viste come una massa di uova depositate da pesci, anfibi, molluschi, o spore o funghi oppure muffe melmose."

Generation7, che in qualche modo ricorda l’arte del giardino giapponese, tuttavia è un vero e proprio micro-ecosistema sospeso in una vita propria ma allo stesso tempo contaminato dall’ambiente che lo ospita.

Durante l’esposizione- racconta-le due porte della galleria erano aperte per proteggere il pubblico dal coronavirus attraverso la ventilazione. Un giorno, un ape è volata all’interno della stanza e si è posata sulla scultura. Ci è rimasta per 15 minuti. Può essere che il colore rosa delle puntine l’abbia confusa scambiandole per fiori. Ad ogni modo due tipi diversi di funghi sono nati durante l’esposizione. L’oggetto cambia e cresce giorno dopo giorno”.

Generation 7 di Toshihiko Shibuya nasce per mostrare la resilienza della natura e la sua capacità d’adattamento ai cambiamenti più impensati. E quindi per rendere plastica la difficoltà della lotta al coronavirus

Batteri e virus sono forme di vita sulla Terra- conclude- Non c’è niente che possiamo fare per fermare Madre Natura. Quand lavoro io non cerco mai di controllare la natura, ma le stò vicino e cerco di usarla intelligentemente”.

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