Le installazioni immersive di Oscar Oiwa, create disegnando dal pavimento al soffitto con un pennarellone

Oscar Oiwa, Black and Light, Cadillac House

Oscar Oiwa, Black and Light, Cadillac House

Pittore abilissimo, Oscar Oiwa, affianca alla sua produzione delle installazioni sorprendenti, che danno l’impressione di passeggiare dentro un quadro. Le realizza con dei pennarelloni neri all’interno di strutture gonfiabili a cupola, che disegna interamente (e fittamente) dal pavimento al soffitto.

L’anno scorso, per esempio, per completare Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral alla Japan House di San Paolo lui e i suoi assistenti hanno avuto bisogno di diversi giorni e 120 pennarelloni per finire il lavoro.

Nato in Brasile da genitori giapponesi, Oscar Oiwa, dopo essere tornato nella terra d’origine dei suoi antenati e aver soggiornato per un periodo a Londra, si è trasferito a New York . La sua opera è influenzata dai fumetti e dai cartoni animati. Nelle sue grandi installazioni immersive l’elemento magico, presente in tutta la sua produzione, si fonde con lo spaesamento del visitatore, repentinamente calato in un ambiente che confonde i sensi.

"Mi è sempre piaciuto disegnare, lo considero il modo più semplice per esprimermi visivamente", ha detto recentemente Oiwa "Una matita e un foglio bianco - non esiste un mezzo più semplice di quello."

Oscar Oiwa ha appena completato una nuova installazione alla Cadillac House di New York (l’organizzazione è dell’agenzia Visionare). Intitolata Black and Light, l’opera, ha richiesto 100 ore di lavoro e occupa ben 823 metri quadri. Rappresenta paesaggi immaginari che fanno pensare al mare, agli alberi, ma anche ai coralli e ad un terreno desertico visto dall’alto. Nascosti nel fitto reticolo di tratti, vi compaiono anche due nuovi personaggi dell’artista (Light Rabbit e Shadow Cat). Black and Light rimarrà aperta fino al 30 marzo; Oscar Oiwa ha un account facebook che permette di seguire il suo lavoro

19 Likes, 4 Comments - @milaxnyc on Instagram: "▫️◾️▫️◾️▫️"

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

139 Likes, 7 Comments - Sarah Suzuki (@suzukiinthecity) on Instagram: "an immersive maelstrom of a drawing: black and light by #oscaroiwa courtesy of @visionaireworld on..."

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

Oscar Oiwa in Paradise – Drawing the Ephemeral

La coloratissima street-art di Boa Mistura trasforma le favelas con l’antica tecnica dell’anamorfosi

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica

Il collettivo spagnolo Boa Mistura con un mix di arte, design e sensibilità sociale è riuscito a trasformare le favelas brasiliane in un luogo che farebbe piacere visitare. Merito di una ricetta semplice: un colore (modaiolo) più una parola (dal significato senza tempo ma dai caratteri contemporanei). Il tutto cucinato secondo le antiche regole dell’anamorfismo.

Il team multidisciplinare Boa Mistura (che tra le altre cose l'anno scorso è stato ospite al MAXXI di Roma) ha recentemente aggiunto un nuovo tassello al progetto di street-art ‘Luz nas vielas (Luce nei vicoli) cominciato nel 2012 ed ambientato nelle favelas brasiliane. Le parole ‘Magica’ (magia) e ‘Poesia’ (poesia) hanno, infatti, fatto la loro comparsa rispettivamente dipinte su un fondo verde acido e lavanda.

Prima di queste scritte il collettivo spagnolo aveva scelto: ‘Amor’ (amore, in giallo), ‘Doçura’ (dolcezza, in rosa), ‘Firmeza’ (fermezza, in turchese), ‘Beleza’ (bellezza, in blu oltremare) e ‘Orgulho’ (orgoglio, ancora in giallo).

L’intervento di Boa Mistura si propone di semplificare la complessità spaziale dei vicoli con l’anamorfosi. In pratica le parole si estendono tra gli edifici secondo una traiettoria ben precisa. In modo che viste da un determinato punto sembrino diritte e chiaramente leggibili, in barba alla fuga prospettica. Quasi fluttuanti. Da vicino invece appaiono deformate.

L’anamorfismo o anamorfosi è un effetto di illusione ottica praticato dagli artisti fin dal Rinascimento. Dimenticato o quasi, è stato recentemente riscoperto da alcuni youtubers e street artists, che lo usano per realizzare la pittura 3d (è il caso di Stefan Pabst di cui ho parlato qui).

‘Luz nas vielas’ sia in passato che adesso è stato realizzato in collaborazione con gli abitanti. E intende mettere in luce gli aspetti positivi delle comunità che abitano le favelas. (via Streetartnews)

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica (durante la realizzazione insieme agli abitanti)

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Magica (durante la realizzazione insieme agli abitanti)

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, location prima dell'intervento di street art

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, location prima dell'intervento di street art

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, Poesia

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, location durante l'intervento di street art

Boa Mistura, Luz nas Vielas, 2017, location durante l'intervento di street art

L’artista Chiharu Shiota tesse a mano un enorme bozzolo di fili rossi e sedie antiche

all images courtesy of savannah college of art and design

all images courtesy of savannah college of art and design

Chiharu Shiota, dopo aver realizzato un opera per “Le Bon Marchè” (qui), torna a parlare dei temi che le sono cari con una grande installazione di fili rossi. Intrecciati a mano dall’artista giapponese, come un’enorme ragnatela.

La complessa ed affascinante scultura ambientale di Chiharu Shiota riempie alcuni spazi espositivi dello SCAD Art Museum di Savannah (Stati Uniti) e si intitola “Infinity Lines”.
Come sempre si tratta di un opera pittorica tridimensionale, in cui la forza del colore e il moltiplicarsi delle linee giocano con gli oggetti disseminati nello spazio. Nel caso di “Infinity lines” si tratta di sedie antiche.

La rete di fili collega tra loro queste sedute, le isola e le protegge, ma le separa anche dagli spettatori e quindi dal fluire della vita.

Le sedie nell’economia dell’opera hanno sia una funzione estetica, che concettuale. Dal punto di vista visivo, fanno quando da contraltare quando da complemento al disegno di fili rossi. Per usare un linguaggio che andrebbe bene per in pittura: sono l’unico elemento figurativo in un lavoro altrimenti astratto.

Dal punto di vista concettuale le sedie rappresentano le persone che le hanno possedute. “Infinty lines” parla, infatti, di sradicamento, dell’impossibilità di avere qualcosa che ci faccia da appiglio in una vita che anziché dipanarsi in maniera flessuosa diventa un insieme caotico di esperienze che iniziano e finiscono. L’esistenza, ad esempio, di chi, come la Shiota stessa, vive lontano dal proprio Paese. “Loro vivono- dice l’artista- con i loro corpi come unico vero possedimento”.

I temi del ricordo, dello scorrere del tempo e del senso d’identità, sono i pilastri di questa coinvolgente installazione. Che sarà possibile visitare al museo del Savannah College of Art fino al 6 Agosto.

Per vedere altre immagini del lavoro di Chiharu Shiota, oltre al suo sito, ci sono gli account Instagram e Facebook dell’artista. (via Designboom)

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