The 8 x Jeff Koons: La seconda Bmw Art Car di Jeff Koons è un’auto democratica, non sessista. E tutto sommato abbordabile

Presentata la scorsa settimana nel corso della fiera d’arte contemporanea Frieze Los Angeles, The 8 x Jeff Koons, la Bmw Serie 8 Grand Coupé firmata da Jeff Koons è un’auto coloratissima in cui i riferimenti alla Pop Art di Roy Lichtenstein sono evidenti. Si tratta della seconda collaborazione del famoso artista statunitense con la casa automobilistica tedesca (Koons è il primo a disegnare due Bmw Art Cars da quando la serie è stata inaugurata nel 1975) ma questa volta l’idea è destinare il risultato al mercato vero e proprio. Ad un prezzo tutto sommato abbordabile visto che la Bmw di Jeff Koons sarà prodotta in 99 esemplari soltanto e ha tempi di lavorazione molto lunghi.

I colori della carrozzeria sono undici e vanno dal blu al grigio fino al giallo. Mentre il rosso è stato utilizzato soprattutto per colorare la pelle pregiata che riveste i sedili. Il design, oltre agli evidenti riferimenti alla Pop Art, si richiama ai supereroi e alla storia del marchio, in un mix di cultura alta e bassa tipico dell’opera di Koons. Com’è tipico il perfezionismo, che l’artista riversa in ogni progetto e che in questo caso si è tradotto in una permanenza di diversi giorni nello stabilimento bavarese di Dingolfing, per discutere le opzioni di design con tutti i dipendenti Bmw coinvolti. E naturalmente nell’attenzione per i dettagli . Jeff Koons, infatti, dichiara che la sola verniciatura della carrozzeria (eseguita a mano) richiede oltre 300 ore di lavoro.

“Volevamo creare qeualcosa di special- ha detto a Frize Jeff Koons- perché, ogni volta che crei qualcosa, stai dimostrando alla persona che interagirà con essa, che si tratti di un'opera d'arte o di un'auto, che tieni a loro.”

L’artista ha poi disegnato la sovraccoperta del Manuale del conducente e scelto di utilizzare vari tipi di vernice per raggiungere l’effetto specchiante che caratterizza la sua scultura. Lo Shine, a cui era dedicata la mostra recentemente conclusasi a Palazzo Strozzi di Firenze (esposizione che ha raggiunto un afflusso di pubblico senza precedenti).

Le superfici specchiate- ha continuato Koons- possono indurre gli spettatori a riflettere. (...) Penso che ci sia una qualità da supereroe nell'auto. Ciò che intendo con questo è la sensazione che, anche se la vita a volte può sembrare difficile, dobbiamo solo trovare la fiducia per fare le cose che vogliamo (…). Ed è quello che cerco di praticare nella vita: non dare giudizi ed essere aperto a tutto, perché tutto è perfetto nel suo essere”.

La Bmw Serie 8 Grand Coupé è una sportiva, mossa da un V8 da 4,4 litri di cilindrata, con una potenza di 530 CV e una coppia massima di 750 Nm. Arriva a 250 km/h e scatta da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi. Aspetti che ne fanno un oggetto del desiderio lussuoso, che appare più spesso nell’immaginario maschile. Ma Koons a proposito ha dichiarato: “affrontare questo aspetto è stata una parte molto critica del design dell'auto: disperdere il potere in tutto il veicolo, rendendolo democratico (…) Penso davvero che, quando le persone guarderanno gli individui in questo veicolo, avranno la sensazione di essere carichi d’adrenalina”.

L’automobile su cui l’artista newyorkese ha lavorato è una quattro porte. Una caratteristica da lui ritenuta fondamentale per creare un oggetto in grado di celebrare la gioia di stare insieme.

The 8 x Jeff Koons sarà accompagnata da un certificato firmato dall’artista e dall’amministratore delegato di Bmw. Sul mercato statunitense le automobili verranno vendute a 350.995 dollari. Un prezzo tutto sommato ragionevole se si considera che il modello base della Serie 8 Gran Coupé costa 100 mila euro.

La Bmw Art Car di Jeff Koons, presentata in anteprima mondiale a Frieze Los Angeles, verrà esposta al Rockefeller Plaza di Manhattan e in numerosi altri eventi. Un’auto firmata dall’artista però, verrà messa all’asta da Christie’s a New York il 4 aprile. Il ricavato andrà all’International Centre for Missing & Exploited Children a cui l’artista è legato da parecchi anni a questa parte.

La Pontiac Ghost Car, la prima automobile trasparente, che nel '39 mostrò al mondo il futuro

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Era il 1939 quando la Pontiac Ghost Car venne presentata nel padiglione ‘Highways and Orizon’s’. di General Motors alla Fiera Mondiale di New York. Era un’automobile con la carrozzeria completamente trasparente che permetteva di vedere la macchina al suo interno. Non un modello ma un’auto completa a grandezza naturale. La prima vettura trasparente mai creata.

La Fiera Mondiale di New York di quell’anno fu uno spettacolo. E il padiglione della General Motor che conteneva la mostra Futurama (dov’era possibile vedere dall’alto un enorme plastico delle città del domani) ebbe un successo senza eguali. A Futurama, infatti, si mostrava come la rete stradale si sarebbe evoluta e di conseguenza come i centri abitati e le abuìitudini dei cittadini sarebbero cambiati. Sempre nel corso della fiera del ‘39 vennero mostrate invenzioni incredibili per l’epoca e che comunicavano una granitica fiducia nel futuro e nell’ingegno umano. Come il vetro che si piega; il Frig-o-Therm che cucina e congela allo stesso tempo; e una torcia parlante che trasmette il discorso su un raggio di luce. In generale la fiera di quell’anno fu preveggente riuscendo a immaginare più o meno precisamente come sarebbero state le città e la vita dei loro abitanti nelgli anni ‘60 del secolo scorso.

Nel padiglione della General Motors venne presentata anche la Pontiac trasparente, conosciuta come Ghost Car. L’auto, oltre ad avere la carrozzeria e altre parti interamente trasparenti perchè fatte di plastica acrilica ( la General Motors la costruì in collaborazione con la Rohm and Hass che inventò il plexiglas), era curata nei minimi dettagli. Le parti più piccole in metallo erano state lavate in rame, mentre l’hardware era cromato. Invece i copertoni ed altri elementi erano in gomma bianca. Inutile dire che costruirla costò una cifra da capogiro (25mila dollari dell’epoca).

Nel 1940 nacque una seconda Ghost Car. Le due macchine vennero esposte in tanti concessionari Pontiac degli Stati Uniti, per poi essere prestate a Smithsonian Istitution che le mise in mostra durante tutti gli anni ‘40. Di lì comincia un percorso che porta la prima delle due auto ad essere venduta per 308mila dollari (nel 2011).

La Pontiac Ghost Car, oltre ad essere la prima automobile trasparente ha un design pionieristico che la rende una sorta di scultura a quattro ruote, dove i materiali industriali di ultima generazione vengono associati all’idea di lusso, progresso e solida leggerezza. (via vintage everyday)

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Marc Newson crea un leggio che sembra un motore di F1 per Ferrari Art & Collector’s Edition, il libro firmato (personalmente) da Sergio Marchionne

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Esce questo mese Ferrari Art & Collector’s Edition un libro in edizione limitata impacchettato in una custodia-leggio di Marc Newson che sembra un motore 12 cavalli ma è una scultura. Troppa roba? Macchè: le copie sono state firmate una ad una dai vertici dell’azienda di Maranello. Compreso lo scomparso Sergio Marchionne.

Specializzato in design industriale, Marc Newson è uno dei creativi più influenti del mondo, le sue opere sono conservate nei più importanti musei e gli inglesi lo hanno pure nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Non stupisce quindi che sia stato lui a creare il leggio-scultura che completa una delle ultime edizioni limitate della Taschen per uno dei brand più famosi di sempre: la Ferrari.

Insomma se nell’auto design e tecnologia si fondono per dar vita a un simbolo di successo, lusso e velocità perché il leggio di un libro non può fare altrettanto? Newson ha scelto di puntare su questa unione per contenere Ferrari Art & Collector’s Edition ma soprattutto per rappresentare plasticamente il senso del libro (e del brand, ovviamente). Così il contenitore che custodisce il volume richiama la forma di un motore V12 e la tecnica di realizzazione rubata alla fabbrica automobilistica (fusione di alluminio, cromo sabbiato con polvere, alla fine di questo post ho pubblicato un video che spiega com’è fatto) si riferisce esplicitamente all’artigianato di qualità. Le gambe del leggio sono state unite tra loro con la saldatura TIG (Tungsten Inert Gas, un processo che produce saldature più resistenti, tipiche dell'industria dell’auto). Dulcis in fundo: la parte superiore della cassa è stata rifinita con la vernice rossa della Ferrari (la stessa usata per i motori).

Il libro della Taschen, dedicato alla storia del cavallino rampante e del suo fondatore Enzo Ferrari, è edito dal giornalista vicino da tempo alla casa automobilistica, Pino Allievi e “offre accesso illimitato a centinaia di fotografie dagli archivi Ferrari e da collezionisti privati , per rivelare la storia completa dei protagonisti, delle vittorie, del passato e del futuro della Ferrari.” C’è anche un'appendice completa che raccoglie tutte le vittorie della Ferrari dal 1947. Le copie sono in tutto 1697 e verranno vendute in tutto il mondo. Le edizioni in cui è stato prodotto sono invece due: Ferrari Collector’s Edition e Ferrari Art Edition.

Le copie che compongono la Ferrari Collector’s Edition sono state autografate da Piero Ferrari. Mentre quelle della Art Edition portano le firme di Piero Ferrari, John Elkann e per un caso del destino anche quella di Sergio Marchionne. Il lavoro di Marc Newson è al centro di un’altra edizione limitata della Taschen tirata in soli 100 esemplari e con cofanetto disegnato dallo stesso designer (in collaborazione con Richard Allan).

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