I funghi giganti di Carsten Höller

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

I funghi giganti sono tra le opere più conosciute e amate dell’artista Carsten Höller. Sia nella versione semplice, in quella Giant Duble Mushroom o Triple Mushrooom, sia in quella capovolta della Fondazione Prada (“Upside Down Mushrooom Room”). Rievocano la psichedelia degli hippie, i riti sciamanici, i cartoni animati, pongono interessanti domande, citano le nature morte tanto care ai fiamminghi (non a caso Höller è nato in Belgio), le illustrazioni botaniche. E sono belli da vedere.

Galleria Continua ha recentemente creato una nuova foresta di queste iconiche sculture nel suo spazio espositivo di Les Moulins (nel grazioso comune Boissy-le-Châtel non lontano da Parigi). L’installazione si chiama semplicemente “Nuovo long term project”.

In questo caso le sculture fanno parte delle serie Giant Duble Mushroom e Giant Triple Mushroom, in cui l’atista riproduce le solite Amanite Muscarie insieme ad altri funghi di minor fama. Un lato è composto dal primo, l’altro da uno o due diversi miceli.

"I funghi Fly agaric in mostra-spiega Galleria Continua- sono sempre una metà perfetta nei Giant Double e nei Giant Triple Mushroom, completati con un quarto di altre specie della medesima altezza. Questi funghi giganti sembrano crescere direttamente dal pavimento di cemento dello spazio industriale, una volta l’area delle cisterne della cartiera. I Giant Double Mushroom esposti sono stati precedentemente presentati nella famosa mostra di Höller, SOMA, all’Hamburger Bahnhof di Berlino, dove delle vere renne avevano la possibilità di mangiare dei veri Fly agaric e di giocare con le sculture".

Carsten Höller prima di diventare un artista è stato entomologo. Le conoscenze scientifiche sono alla base del suo lavoro, tanto che le mostre spesso sono veri e propri esperimenti con lo spettatore al posto della cavia da laboratorio (da notare che in tutta l’opera di Höller l’aspetto ludico e un certo sadismo vanno a braccetto). Nei funghi giganti, tuttavia. i riferimenti alla Storia dell’Arte sono evidenti, sia per la dettagliata precisione dei soggetti rappresentati, che per la grazia delle pose (se così si può dire trattandosi di funghi).

Al centro della sua opera scultorea c’è l’Amanita Muscaria o Fly Agaric. Un fungo tossico conosciuto sin dalla preistoria per i suoi effetti psicoattivi. Quindi una fonte di percezione alternativa della realtà (tema centrale in tutta l’opera di Höller). E allo stesso tempo un simbolo ambiguo e destabilizzante che, a seconda del contesto, può parlare di innocenza, mistero, natura rigogliosa o pericolo.

"Le repliche giganti dei funghi sono anche estensione della ricerca sul tema del doppio e del principio di divisione (...). Solo attraverso la separazione e quindi la divisione da un ambiente teoricamente infinito, qualcosa può essere prima percepito, poi contemplato e infine compreso. Naturalmente entro i nostri mezzi e solo in una certa misura poiché il tutto, indiviso, rimane un enigma".

D’altra parte i funghi, con o senza effetti stupefacenti, dai libri di cucina sono tornati ad essere piatto forte del dibattito culturale da un po’ di tempo a questa parte. Come testimonia il fiorire di pubblicazioni sull’argomento, ma soprattutto lo splendido film-documentario di Netflix “Fantastic Fungi” (2019, diretto dal pioniere della fotografia time-lapse Louis Schwartzberg). I biologi stimano che sulla terra ne esistano 3 milioni e 200 mila specie ma solo 120 mila sono note alla scienza. E, nonostante il 60% delle sostanze attualmente usate in farmacia derivi dai funghi, si pensa che la loro capacità di curare sia ancora in gran parte sconosciuta.

Carsten Höller, che li rappresenta da anni, ha anticipato questo dibattito. E con la sua ricerca lo rende più profondo e vasto. I suoi funghi giganti più iconici si possono vedere nella sede di Les Moulins di Galleria Continua o nella Torre di Fondazione Prada. Carsten Höller vive a Stoccolma (ma ha una casa anche in Ghana). Non ha sito internet ma è possibile seguirlo su Instagram. Anche se ad oggi non pubblicato un solo post.

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

Carsten Höller, NEW LONG TERM PROJECT, 2021, vedute della mostra Galleria Continua, Les Moulins. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Oak Taylor-Smith

The Florence Experiment, la mostra-esperimento-scientifico, di Carsten Höller e Stefano Mancuso inaugura domani a Palazzo Strozzi

The Florence Experiment Slides, 2018 (Scivoli nel Cortile di Palazzo Strozzi) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

The Florence Experiment Slides, 2018 (Scivoli nel Cortile di Palazzo Strozzi) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

Da domani ‘The Florence Experiment’ (ne ho già parlato qui) aprirà al pubblico. E Palazzo Strozzi si trasformerà in un laboratorio. La mostra nata dalla collaborazione del famoso artista Carsten Höller e dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, infatti, oltre a divertire sarà anche un vero e proprio esperimento scientifico. 

‘The Florence Experiment’ si  propone di dimostrare che le piante risentono delle nostre emozioni e ne danno prova visibile con la loro crescita. Per farlo non mancano due dei famosi e monumentali scivoli di Carsten Höller, collocati nel cortile interno di Palazzo Strozzi, per collegare il loggiato del secondo piano con il suolo. 

Un salto di 20 metri, un tragitto di circa 50, che i visitatori percorreranno mediamente in 15 secondi (a una velocità compresa tra i 4 e i 7 metri al secondo). Ma non tutti, perché la partecipazione è su base volontaria per i maggiori di 14 anni e non è consentita a chi soffre di diverse patologie (qui ci sono le avvertenze). Ce n’è abbastanza per suscitare emozioni forti anche nei più coraggiosi. Ed è qui che entra in gioco la scienza. Infatti, ogni settimana 500 persone, verranno scelte casualmente per intraprendere la discesa portando con sé una pianta di fagiolo. Quest’ultima verrà poi consegnata a un team di scienziati (nel laboratorio allestito alla Strozzina) che ne analizzerà i parametri fotosintetici e le molecole emesse come reazione alla discesa e alla vicinanza ad una persona sottoposta alla stessa esperienza. 

L’esperimento prosegue poi alla Strozzina dove sono state ricavate anche due sale proiezione separate. In una si potranno vedere spezzoni di film comici, mentre nell’altra scene tratte da degli horror. La paura o il divertimento degli spettatori produrranno composti chimici volatili differenti che, attraverso due condotti di aspirazione, saranno trasportati sulla facciata di Palazzo Strozzi, influenzando la crescita di piante di glicine rampicanti disposte su grandi strutture tubolari a forma di Y ('Plant Decision-Making Based on Human Smell of Fear and Joy'). Gli scienziati prevedono che i due gruppi di piante prenderanno addirittura direzioni diverse.

Non passa mese senza che siano descritti nuovi e sorprendenti comportamenti delle piante- scrive nel suo saggio Stefano Mancuso- Molti di questi sono sufficientemente complessi da non poter essere descritti compiutamente senza far ricorso al termine di intelligenza.”  

La mostra ‘The Florence Experiment’ di Carsten Höller in collaborazione a Stefano Mancuso è curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galasino e rimarrà aperta fino al 26 agosto. Appena in tempo per cominciare a preparare il Piano Nobile di Palazzo Strozzi per l’importante personale di Marina Abramovic di fine settembre.

NOTA BENE: Inserirò le immagini definitive appena disponibili

Plant Decision-Making Based on Human Smell of Fear and Joy, 2018 (Piante di glicine sulla Facciata di Palazzo Strozzi la cui crescita è influenzata dalle emozioni di paura o divertimento dei visitatori) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

Plant Decision-Making Based on Human Smell of Fear and Joy, 2018 (Piante di glicine sulla Facciata di Palazzo Strozzi la cui crescita è influenzata dalle emozioni di paura o divertimento dei visitatori) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

Solandra Greenhouse (Garden of Love), “Carnegie International 2004”, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, 2004

Solandra Greenhouse (Garden of Love), “Carnegie International 2004”, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, 2004

The Florence Experiment Slides, 2018 (Scivoli nel Cortile di Palazzo Strozzi) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

The Florence Experiment Slides, 2018 (Scivoli nel Cortile di Palazzo Strozzi) (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

The Florence Experiment, 2018, scivoli in fase di allestimento, (Foto di Martino Margheri)

The Florence Experiment, 2018, scivoli in fase di allestimento, (Foto di Martino Margheri)

Carsten Höller., Institute of Phytopathology, University of Kiel, ca. 1988. © Carsten Höller Studio, photographer unknown.

Carsten Höller., Institute of Phytopathology, University of Kiel, ca. 1988. © Carsten Höller Studio, photographer unknown.

The Florence experiment| Carsten Höller e Stefano Mancuso faranno crescere piante sulla facciata di Palazzo Strozzi usando le emozioni come fertilizzante

Carsten Höller e Stefano Mancuso, 'The Florence experiment', Palazzo Strozzi; tutti i rendering by Michele Giuseppe Onali

Carsten Höller e Stefano Mancuso, 'The Florence experiment', Palazzo Strozzi; tutti i rendering by Michele Giuseppe Onali

Ci vorrà una certa dose di coraggio e spirito d’avventura ma i visitatori della mostra di Carsten Höller e Stefano Mancuso, ‘The Florence Experiment’, a Palazzo Strozzi, potranno dire di essere stati utili alla scienza. 

L’esposizione, firmata dall’artista concettuale tedesco Carsten Höller (da sempre attivissimo in Italia; ne ho parlato qui) in collaborazione con il neurobiologo vegetale teorico dell‘intelligenza delle piante, Stefano Mancuso, che dal 19 aprile ridisegnerà gli spazi eterni ed interni di Palazzo Strozzi a Firenze, sarà un mix di arte, ricerca scientifica, amore per la natura e divertimento. Con appena una spruzzata di luna park a dare ancora più sapore al tutto.

‘The Florence Experiment’ si svilupperà intorno a due dei famosi (e temibili per alcuni) scivoli acrobatici di Carsten Höller che collegheranno il terrazzo al secondo piano con il cortile rinascimentale sottostante. Non senza girare su se stessi, naturalmente. Per un totale di 20 metri di discesa ad alta velocità, che i visitatori affronteranno dopo essere stati muniti di una pianta. 
Questo perché, immediatamente dopo, il pubblico passerà in un vero e proprio laboratorio allestito nei locali della Strozzina, dove degli scienziati rileveranno le variazioni nei parametri fotosintetici della pianta e le molecole volatili. L’idea è che " le emozioni di eccitazione, sorpresa, divertimento, timore vissute dai partecipanti” influenzino in modo diverso le reazioni di diversi tipi di piante.

Sempre a questo scopo verranno allestite due sale cinematografiche diverse. In una gli spettatori si godranno dei divertenti brani di famose commedie, mentre nell’altra tremeranno di fronte a un mix di scene tratte dai film horror.
Da entrambe le sale partiranno dei tubi che serviranno a incanalare i composti chimici volatili emessi dalle persone divertite e impaurite. Così queste sostanze raggiungeranno la facciata di Palazzo Strozzi e influenzeranno in modo diverso le piante di glicine disposte ad arrampicarsi proprio lì con una serie di fili. Si prevede che l’orrore e l’allegria del pubblico influenzeranno visibilmente la direzione di crescita delle piante.

The Florence Experiment’ di Carsten Höller in collaborazione con Stefano Mancuso sarà curata da Arturo Galasino direttore della Fondazione di Palazzo Strozzi di Firenze. Si tratterà della prima importante mostra d'arte contemporanea dopo quelle di Ai Weiwei e Bill Viola dello scorso anno e precederà la personale di Marina Abramović. Sarà possibile visitarla fino al 26 agosto come fosse un bizzarro omaggio creativo alla bellezza della natura durante la stagione calda. (via Designboom

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