"Valentine’s day mascara": per San Valentino Banksy regala un nuovo murale contro la violenza sulle donne. E suscita polemiche

Banksy, Valentine’s day mascara, 2023. © Banksy

Comparso ieri, nella cittadina costiera di Margate (61mila abitanti, nel Kent, a sud-est dell’Inghilterra), "Valentine’s day mascara", il nuovo murale di Banksy, ha già suscitato la sua consueta dose di polemiche.

Nell’opera, una donna armata di guanti da cucina, rappresentata come nelle pubblicità degli anni ‘50 del ‘900, butta via un uomo di cui vediamo solo le gambe. La protagonista ha un dente rotto e un occhio nero (di qui il titolo: in italiano “Il mascara di San Valentino”). Con lei, il noto writer britannico fa un evidente riferimento alla violenza sulle donne.

Un problema serio anche in Italia. Basti pensare che nell’anno appena trascorso, secondo i dati forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, su 104 persone di sesso femminile assassinate, 88 omicidi sono maturati in ambito familiare o affettivo. Insomma per mano del partner. Senza contare gli stupri, di cui oltre il 62 per cento delle volte sono colpevoli uomini con cui le vittime hanno avuto una relazione. E si parla solo di quelli denunciati. Per non entrare nel girone delle molestie, contro le quali in Italia non c’è ancora neppure una legge.

Banksy, con quest’opera, invita le donne a interrompere i rapporti violenti. E lo fa con la consueta ironia.

Ma nella piccola e sonnolenta Margate, in attesa del turismo estivo (chiamata Sunny Margate per il clima mite, la cittadina è un’importante località balneare del Regno Unito da 250 anni), non ha potuto che suscitare un polverone.

"Valentine’s day mascara", infatti, è stato dipinto in un vicolo. Una stradicciola tranquilla ma sporca. Un particolare che ha fornito a Banksy il materiale necessario per dare forma all’opera. La protagonista, infatti, getta il cattivo in un oggetto vero e proprio. Nella prima versione (come documenta un altro account di Instagram), doveva essere un semplice bidone dell’immondizia. Ma poi, per migliorare il colpo d’occhio, Banksy ha deciso di usare un congelatore orizzontale abbandonato. Una sedia da giardino in pessime condizioni avrebbe dovuto completare il lavoro, dando risalto alle gambe dell’uomo immaginato dall’artista mentre si inabissa nei rifiuti.

Fatica sprecata. La nettezza urbana di Margate, sollecitata dall’amministrazione, è intervenuta subito per ripulire. I residenti si sono detti stupiti visto che, di solito, nonostante le loro ripetute segnalazioni, l’immondizia resta lì per mesi.

Chi di dovere ha però avvertito che, appena messo in sicurezza, almeno il rottame di congelatore tornerà a completare l’opera.

"Valentine’s day mascara" (autenticato attraverso l’account del writer come d’abitudine) è il primo murale di Banksy dopo la serie di lavori completati in Ucraina lo scorso novembre. Uno dei quali è stato subito oggetto di un tentativo di furto.

Banksy, Valentine’s day mascara (particolare), 2023. © Banksy

Le sculture bronzee con cristalli di Daniel Arsham luccicano tra il fogliame autunnale dello Yorkshire Sculpture Park

“Unearthed Bronze Eroded Melpomene” (2021). All images courtesy of Yorkshire Sculpture Park

Anche l’artista statunitense Daniel Arsham (alcuni articoli su di lui qui) ha deciso di affrontare il bronzo. Materiale utilizzato fin dall’antichità (uno dei primi esempi di scultura bronzea risale al 460 Avanti Cristo) e proprio per questo quasi completamente abbandonato dagli artisti contemporei. Lo fa nel corso della mostra “Daniel Arsham: Relics in the Landscape” allo Yorkshire Sculpture Park.

Arsham, che, nel vasto e antico parco nei pressi del villaggio inglese di West Bretton, ha esposto sei grandi opere, usa il bronzo per praticità, certo. Ma naturalmente non è l’usura degli elementi il principale motivo a spingerlo. Gioca infatti con la sua patina verde, che insieme al foliage autunnale si riflette nei cristalli fusi direttamente nel corpo dei soggetti. Ma cita anche la storia dell’arte e la scultura classica.

Senza contare che il materiale di antichissima memoria ben si adatta alla sua poetica, dove gli oggetti della cultura pop di oggi (da quelli di uso comune come un tostapane fino ai personaggi dei cartoni come Pikachu) diventano "reliquie future".

"Con il progredire della storia- ha detto- tutti gli oggetti si fanno antiquati e, in qualche modo, diventano tutti rovine o reliquie, in disuso o sepolti."

Tra i soggetti in mostra nella campagna inglese ci sono Neil Armstrong che sbarca sulla luna nel ‘69 (Bronze Eroded Astronaut ), il personaggio dei Pokemon Pikachu, crato in Giappone alla metà degli anni ‘90 (Bronze Crystallized Seated Pikachu), ma anche una statua di Afrodite del I secolo A.C. ( Bronze Eroded Venus of Arles). Isieme le opere creano una cronologia caotica che trova pace e ordine nelle conoscene condivise di oggi destinate a diventare testimonianze del passato domani (il fatto che alcune lo siano già non vuol dire che non avranno un futuro).

Recentemente l’artista che vive e lavora a New York "ha avuto accesso-spiega il sito dello Yorkshire Sculpture Park- agli stampi originali della fonderia di alcune delle sculture classiche più iconiche della Francia esposte al Louvre, tra cui una figura femminile alta 3,9 metri che è stata scolpita intorno al 50 a.C. La statua è stata portata alla luce nel XV secolo e negli ultimi 500 anni circa è stata pensata come Melpomene, la musa greca della tragedia. Dallo stampo di questa scultura Arsham ha creato Unearthed Bronze Eroded Melpomene (2021), che in questo paesaggio collega il passato con il presente".

I cristalli che compaiono in tutte le crepe create nelle opere sono il segno del tempo trascorso. Perchè Arsham le immagina così in un futuro remoto. Ma sono simboleggiano anche un processo di progressione. Di muglioramento.

Daniel Arsham, una cui opera digitale è stata esposta a Palazzo Strozzi di Firenze nel corso della mostra sugli NFT, con le sue sculture bronzee non è il solo artista famoso attualmente esposto allo Yorkshire Sculpture Park. Dopo, per esempio Chiharu Shiota o Kimsooja, adesso tra gli altri c’è’ anche Damien Hirst. (via Colossal)

“Unearthed Bronze Eroded Melpomene” (2021, detail)

“Bronze Eroded Venus of Arles” (2022)

In primo piano: “Bronze Eroded Astronaut” (2022). Sullo sfondo: “Bronze Eroded Bunny” (2022)

“Bronze Eroded Astronaut” (2022)

“Bronze Extraterrestrial Bicycle” (2022)

Il Romanticismo black di Kehinde Wiley alla National Gallery di Londra

Kehinde Wiley, 'Prelude (Babacar Mané)', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

L’artista statunitense Kehinde Wiley è da anni impegnato nella rilettura della pittura moderna sostituendo i protagonisti bianchi con neri di varie etnie e nazionalità. Defintivamente consacrato dopo essere stato scelto (primo artista afro americano nella Storia) per ritrarre il Presidente Barack Obama a fine mandato. E’ attualmente in mostra alla National Gallery di Londra. L’esposizione si intitola The Prelude (da una poesia di William Wordsworth) ed è una reinterpretazione della grande pittura romantica.

Dal genere del Ritratto, Wiley si sposta a quello del Paesaggio e lo fa con maestria, riproponendo l’aura di mistero e di teatrale bellezza delle opere cui fa riferimento. Alla Sunley room, nel centro della National Gallery, presenta cinque dipinti e un video digitale a sei canali (In Search of the Miraculous ). L’opera nel suo complesso è pensata per stabilire un rapporto immediato tra il lavoro di Wiley e i paesaggi storici e marini conservati alla National Gallery di artisti come Claude , Friedrich, Turner e Vernet .

Magistrale la rilettura de Il Viandante sul Mare di Nebbia del pittore tedesco Caspar David Friedrich. Wiley, infatti, non si limita a sostituire il viaggiatore biondo dell’originale con il giovane Babacar Mané, originario di Dakar in Senegal, ma modifica in modo, al tempo stesso sottile e sostanziale, il capolavoro romantico. Se il protagonista ottocentesco passava in secondo piano di fronte alla grandezza della natura, Babacar se la gioca alla pari, non possiamo vedere la sua espressione ma la posa sciolta fa pensare a calcolo e sicurezza. Sulla sua schiena, poi, si riflette una luce azzurra innaturale che trova contrappunti e assonanze in una tavolozza più viva e rende cinematico il dipinto, sottolineando ancora una volta che Mané resta il protagonista del suo viaggio.

Ovviamente i dipinti di Wiley parlano di identità, migrazioni e iniquità sociali. Ma non è da meno il suo In Search of the Miraculous, in cui l’artista approfondisce la figura del vagabondo romantico alla ricerca di se stesso e di una nuova spiritualità. Per farlo ha scelto un gruppo di londinesi neri, incontrati nelle strade intorno alla National Gallery, e portati in Norvegia ad esplorare fiordi e paesaggi glaciali.

The Prelude rimarrà alla National Gallery di Londra fino al 18 aprile. Ma Kehinde Wiley dal prossimo 23 aprile (fino al 24 luglio) sarà anche protagonista della mostra Kehinde Wiley: An Archaeology of Silence, organizzata dal Musée d’Orsay alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, ed inserita tra gli eventi collaterali autorizzati alla Biennale Arte 2022.

Kehinde Wiley, 'Ship of Fools II', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

Kehinde Wiley, 'In Search of the Miraculous (Jasmine Gracout and Robenson St. Firmin)', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.

A still from Kehinde Wiley, 'Prelude', 2021. Courtesy of Stephen Friedman Gallery, London and Galerie Templon, Paris.