L'artista Victor Solomon ha riparato un vecchio campo da basket con il kitnsugi

Tutte le immagini di Shafik Kadi e © Victor Solomon

Tutte le immagini di Shafik Kadi e © Victor Solomon

L’artista statunitense Victor Solomon ha riparato un vecchio campo da basket a sud di Los Angeles con l’antica tecnica giapponese del kintsugi. Trasformandolo in uno spazio atipico e modaiolo. L’opera si chiama “Kintsugi Court”.

E’ da un po’ che il kintsugi, che consiste nel riparare ceramiche rotte con oro e argento liquidi o con lacca mischiata a polvere di metalli preziosi, è entrato nel campo d’azione delle arti visive. Alla base di questa pratica, infatti, c’è l’idea che dalle ferite possa nascere una forma ancora più bella sia dal punto di vista esterico che interiore. Un concetto che non poteva non affascinare chi fa scultura o installazioni. Qui ho parlato di Rachel Sussman che ci ha riparto strade e pavimenti ma anche di Yee Sookyung che l’ha usato per creare delle enormi e bellissime sculture.

Victor Solomon ha usato il kintsugi per celebrare la guarigione rendendola più evidente. D’altra parte, l’accostare tecniche che danno sensazione di ricchezza e mantengono un’aura spirituale al campo da basket e in genere allo sport, per lui non è una novità. L’ha già fatto, per esempio, mettendo delle vetrate che ricordavano quelle gotiche come supporto per un canestro.

In “Kintusugi Court” è stata la volta dell’anrica arte giapponese. Solomon ha riparato le crepe dell’asfalto mischiando polvere d’oro alla resina, ha poi sostituito i canestri con una coppia in tema (dorati).

"Lo sport può intrattenere, ispirare e distrarre- ha detto- ma più a proposito di tutti, la piattaforma dello sport può aiutarci a guarire"

Altre opere di Victor Solomon, oltre a immagini di “Kintugi Court” (e del suo bellissimo cagnolino), si possonovedere sull’account instagram dell’artista. (via Colossal)

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"Opera": Edoardo Tresoldi porta a Reggio Calabria un grande giardino di colonne... trasparenti

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Opera” sarà un enorme, etereo colonnato, che gioca con il paesaggio e accentua la prospettiva, evocando antiche suggestioni, pronte però a scomparire di fronte al mutevole fulgore di cielo e mare. Edoardo Tresoldi a Reggio Calabria, dopo la Basilica di Siponto in Puglia, sta realizzando la sua seconda, grande, opera pubblica permanente in Italia. Ed è improbabile che l’evento passi inosservato.

L’inaugurazione si terrà in settembre (2020, ma la data precisa non è ancora stata stabilita). Quello che sappiamo è che si tratterà di un lavoro imponente ma etereo ( come tutte le sue installazioni in rete metallica, del resto). Composta da 46 colonne, alte 8 metri ciascuna. Ma saranno il materiale trasparente e l’attenta collocazione degli elementi (studiata per condurre i visitatori verso la costa guardando spesso in alto) a fare la differenza.

Opera nasce per rimarcare il carattere del luogo- ha dichiarato Edoardo Tresoldi - attraverso il costruito, proponendone così un’ulteriore chiave di lettura. Ho cercato di creare un luogo della contemplazione e indagare il ruolo dell’arte pubblica oggi, che ritengo debba saper accogliere il presente.”

L’installazione permanente (promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria) si sviluppa sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria (un chilometro circa di estensione), all’interno di un parco di 2mila e 500 metri quadri ( uno dei più ampi spazi pubblici europei).

Edoardo Tresoldi, oltre alla Basilia di Siponto, ha realizzato altre prestigiose installazioni, come Simbiosi l’anno scorrso per Artesella in Trentino o nel 2018 “Etherea” per il Coachella Art and Music Festival in California. Per vederle tutte o solo scoprire come sarà “Opera” a Reggio Calabria c’è l’account instagram dell’artista.

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, Opera, original drawing © Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, Basilica di Siponto. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Basilica di Siponto. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Basilica di Siponto. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Basilica di Siponto. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Simbiosi. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Simbiosi. © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi © Cristiano Coini

Edoardo Tresoldi © Cristiano Coini

Le sculture spensierate dell'illustratore Jean Jullien al Jardin des Plantes di Nantes

Jean Jullien. Photos by Jean-Felix Fayolle. All images © Jean Jullien

Jean Jullien. Photos by Jean-Felix Fayolle. All images © Jean Jullien

A Nantes c’è uno dei quattro giardini botanici più importanti di Francia, si chiama Jardin des Plantes E da qui al novembre 2021 a renderlo più allegro e rilassante ci penseranno le enormi sculture dell’illustratore Jean Jullien.

Sono figure colorate e apparentemente piatte, come se fossero state appena ritagliate da un gigantesco giornale. C’è un uomo coricato che sputa acqua dalla bocca (lungo ben 8 metri), un personaggio che se ne va in giro con una lunga chioma d’edera e un altro che al posto di una mano ha un rastrello con cui ara un prato. Infine una parata di fantasiosi e semplici ometti che abbracciano gli alberi.

Questo è quanto, almeno per ora. Jean Jullien, infatti, ha intenzione di agggiungere ben altre 12 sculture il prossimo autunno.

Jean Jullien ha studiato in Francia e in Regno Unito per poi dedicarsi all’illustrazione che porta al centro della scena a prescindere dal mezzo espressivo utlizzato (installazione, disegno, scultura, pittura ecc.) Ha lavorato per clienti prestigiosi tra cui New York Times, New Yorker, The Guardian, National Geographic, Le Grand Palais e Le Centre Pompidou.

La mostra Filili Viridi di Jean Jullien al Jardin des Plantes di Nantes si protrarrà abbastanza a lungo ma per non perdere l’occasione di vederla copleta dei nuovi personaggi meglio seguire anche l’artista su Instagram. (via Colossal)

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