Chiharu Shiota ha tessuto un'enorme nuvola di fili bianchi e pagine scritte al Gropius Bau di Berlino

Chiharu Shiota, Beyond Memory, Gropius Bau. Image by Mathias Völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

Chiharu Shiota, Beyond Memory, Gropius Bau. Image by Mathias Völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

L’artista giapponese Chiharu Shiota (nota, tra le altre cose, per aver rappresentato il paese del sol levante alla Biennale di Venezia)ha recentemente realizzato una grande ed evocativa installazione nel Gropius Bau di Berlino. Una sorta di nuvola di fili intrecciati a mano e pagine di materiale stampato, che ha invaso e ridisesegnato la sfarzosa architettura dell’ex-museo di arti decorative della capitale tedesca.

La grande opera di Chiharu Shiota si intitola Beyond Memory ed è stata realizzata nell’atrio del Gropius Bau, come monumentale introduzione alla mostra And Berlin Will Always Need You. Un’indagine, sul contributo di arti applicate e processi artigianali alla scena dell’arte contemporanea cittadina, che a sua volta si incasella nel nutrito programma di iniziative del Berliner Festspiele

Beyond Memory è composta da migliaia di fili bianchi in cui, oltre alle pagine strappate dai libri, sono stati imprigionati volantini, stampe in bianco e nero e vari oggetti di carta. E fa riferimento al legame che diverse forme di sapere instaurano l’una con l’altra, di epoca storica in epoca storica. E indirettamente, quindi, alla memoria collettiva. "Il filo bianco è senza tempo- ha detto Chiharu Shiota, alludendo alla scelta del colore- Non penso che il tempo sia qualcosa di lineare, ma ha piuttosto una nozione circolare".

L’installazione. come già ricordato, riempie l’altro del Gropius Bau, che automaticamente diventa più accogliente, capace di ispirare uno sguardo riflessivo ed intimo. D’altra parte secondo l’artista si tratta di: “una nuvola di pensieri e connessioni, che legano lo spettatore al passato e al futuro”. E’ anche possibile ammirare l’opera da due punti di osservazione (dal piano terra e dal balcone del primo piano.)

Beyond Memory di Chiharu Shiota rimarrà al Gropius Bau di Berlino fino al 16 giugno 2019. (via Designboom)

image by sunhi mang, courtesy of chiharu shiota

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image by mathias völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

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image by sunhi mang, courtesy of chiharu shiota

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"Black Cloud" di Carlos Amorales porta 15mila farfalle di carta nera nelle antiche stanze della Fondazione Adolfo Pini di Milano

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La grande installazione “Black Cloud” dell’artista messicano Carlos Amorales costituisce il cuore della mostra personale “L’Ora Dannata” in corso alla Fondazione Adolfo Pini di Milano. Si tratta di uno sciame di farfalle di carta nera. Tante farfalle. Quindicimila, di varie specie e dimensioni, che invadono gli ambienti primo-novecenteschi della Fondazione, creando un velo di inquietudine e pericolo incombente.

Le farfalle, intendiamoci, sono in carta come il gioco di un bambino. Facendo pensare inizialmente a qualcosa di posticcio e ingenuo. Ma la quantità e il colore le rendono una presenza viva, una marea silente e immobile ma non benevola. Come occhi pronti a spiare, potenziali nemici in procinto di attaccare. Le stanze alto-borghesi, arredate come all’epoca in cui erano la residenza della famiglia Pini, contribuiscono a dare corpo ai dubbi del visitatore. E il tema complessivo della mostra, che si snoda su riflessioni legate alla comunicazione ingannevole o comunque pilotata, non fa che tramutarli in certezze.

Tra le altre opere di Carlos Amorales che i visitatori di “L’Ora Dannata” si troveranno davanti c’è la grande scultura di carta "Life in the folds”. Una foresta di sagome umane e alberi spogli che racconta la violenza dell’uomo verso l’uomo.

Carlos Amorales ha rappresentato il Messico alla Biennale di Venezia 2017 proprio con una variante di quest’ultimo progetto. La mostra “L’Ora Dannata” alla Fondazione Adolfo Pini di Milano si concluderà l’8 luglio 2019. (via Designboom)

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