Banksy venderà lo stencil di "Create Escape" per comprare il carcere di Oscar Wilde

AGGIORNAMENTO: Banksy si è offerto di comperare la priogione di Reading (Reading Gaol, Berkshire, Inghilterra) in cui fu detenuto Oscar Wilde e di trasformarla in un centro d’arte. Per farlo metterà all’asta lo stencil utilizzato per dipingere il murale “Create Escape” che rallegra il cupo muro di mattoni che delimita l’ex complesso carcerario.

Ci si aspetta che, complice il fine dell’asta, la vendita porti nelle casse dell’artista di Bristol una cifra superiore all’offerta già fissata per il Reading Gaol. Cioè 10 milioni di sterline (poco meno di 12 milioni di euro).

Tuttavia il Ministero della Giustizia inglese si è dimostrato freddo di fronte alle dichiarazioni di Banksy pubblicate nei giorni scorsi da BBC, e ha fatto notare che il termine fissato per la presentazione delle offerte è già scaduto. Aggiungendo che quelle arrivate sono attualmente al vaglio degli uffici competenti.

Banksy ha dette con il consueto stile ironico, semplice e informale: ““Mi interessava molto poco Reading fino a quando non sono salito su un servizio di autobus sostitutivo ferroviario che è passato davanti al carcere. È raro trovare una superficie verniciabile ininterrotta lunga 500 metri nel mezzo di una città; mi sono letteralmente arrampicato sul passeggero accanto a me per dare un'occhiata più da vicino. Ho promesso a me stesso che avrei dipinto il muro prima ancora di sapere cosa fosse, ma ora ne sono appassionato. Oscar Wilde è il santo patrono dell'unione di due idee contrastanti per creare magia. Trasformare il luogo che lo ha distrutto in un rifugio per l'arte è così perfetto che dobbiamo farlo".

Se le offerte non verranno riaperte il Reading Gaol potrebbe diventare un condominio. Niente di male, non fosse che per alcuni il complesso carcerario in cui fu detenuto Wilde (per la sua relazione con Lord Alfred Douglas) è diventato un simbolo (soprattutto la comunità LGBT), e vorrebbero si trasformasse in un museo.

Al netto del destino della ex prigione, Banksy, con queste dichiarazioni ha comunque raggiunto l’obbiettivo di fare pubblicità a se stesso, a “Create Escape” e alla mostra del Bristol Museum & Art Gallery, curata dall’artista inglese e personaggio tv Grayson Perry (noto per l’abitudine di vestirsi da donna e quindi apprezzzato dagli stessi che sostengono la trasformazione in museo dell’edificio), dov’è esposto lo stencil usato per il murale.

Se poi le offerte venissero riaperte, o la questione rimenesse in stallo per il tempo sufficiente allo svolgersi dell’asta, è verosimile che Banksy supererebbe i 10 milioni per lo stencil. Dando stabilità e vigore alle quotazioni raggiunte recentemente.

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Condiviso ieri sul suo sito internet e sui canali social, “Create Escape”, di Banksy, è un breve video con due principali funzioni. Prima di tutto conferma, in perfetto stile Banksy, l’autenticità dell’opera comparsa di recente sul muro di cinta dell’ex-complesso carcerario Reading Gaol (Berkshire, Inghilterra), noto perchè vi fu detenuto Oscar Wilde dal 1895 al 1897. Dall’altra parte, visto il tema e il momento storico (l’edificio è in vendita ma molti vorrebbero che diventasse un museo) svela la posizione di Banksy sulla querelle sostenendo apertamente la causa.

“Create Escape” è una breve documentazione video dei concitati momenti in cui l’opera è stata segretamente realizzata.

Ma la simpatia mista a leggerezza che è un tratto distintivo dell’artista di Bristol si nasconde nel montaggio.

Banksy, infatti, ha nascosto le riprese all’interno di una puntata di “The Joy of Painting” di Bob Ross. Mantenendo le sigla d’apertura e chiusura oltre alla caratteristica, pacata voce, del pittore più amato d’America tra gli anni ‘80 e ‘90.

Icona popolare e imprenditore di successo, Bob Ross, al secolo Robert Norman Ross, ha una di quelle storie che si possono sentire solo negli Stati Uniti e che hanno fatto del Paese delle 50 stelle quello che è nell’immaginario modiale. Nato nel ‘42, prestò servizio nell’Aeronautica americana per 20 anni ma, una volta scoperta e studiata la tecnica pittorica bagnato su bagnato, mollò tutto per dedicarsi completamente alla pittura e all’insegnamento, fino a quando non naque il programma televisivo “The Joy of Painting” (trasmesso da PBS) in cui Ross mostrava in modo semplice come dipingere agli spettatori. Il successo, determinato anche dai capelli con la permanente e dal modo di parlare calmo e denso di aggettivi rassicuranti di Ross, fu tale, che tra materiale artistico e altre vendite, giunse ad essere a capo di un impero da 15 milioni di dollari.

BBC, durante la pandemia di COVID 19, ha riproposto i suoi corsi agli inglesi annoiati ed innervositi dalle restrizioni (si possono vedere anche in questo archivio). Di lì l’idea di Banksy di nascondere “Create Escape” all’interno di una puntata di “The Joy of Painting” di Bob Ross.

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Il logo di Kunsthalle Praha, che avvolge l'angolo del museo con spesse lettere in bronzo

All images courtesy of Studio Najbrt

La Kunstahalle Praha, un museo d’arte nato recentemente nel centro di Praga (Polonia), ha deciso di puntare sul type design per distinguersi. Il logo, infatti, ideato dallo Studio Najbrt, con sede in Repubblica Ceca, avvolge l’agolo tra la facciata principale e una delle laterali con spesse lettere in bronzo.

La scelta del font è stato un passo fondamentale per lo studio ceco, che ha optato per un carattere tipografico creato negli anni ‘30 dal calligrafo, tipografo e designer di libri tedesco, Jan Tschichold. In modo che l’edificio in cui ha sede il museo e l’insegna che lo identifica fossero contemporanei.

Kunstahalle Praha è frutto del complicato restauro di un ex edificio industriale pubblico: la stazione di trasformazione elettrica di Zenger a Klárov. Inaugurata tra le due guerrre dalla Compagnia elettrica della città di Praga. Diventata da poco museo, ha presentato diversi progetti che hanno coinvolto le sole facciate.

Anche il logo di Najbrt tocca la facciata principale del museo. O meglio uno degli angoli. Che è stato avvolto con delle spesse lettere in bronzo. Operazione più facile a dirsi che a farsi e che ha richiesto abilità artigianale oltre all’inventiva, come ha spiegato lo studio di design sulla sua pagina Instagram: "L'applicazione sulla facciata ha richiesto molte modifiche alle lettere come la necessaria sollecitazione dei tratti centrali del font Kunst e molti test, modelli cartacei e visualizzazioni" (via Colossal)

Con dei robot fluttuanti e 53 litri di profumo Anicka Yi ha trasformato la Tate in uno stravagante acquario

Hyundai, Tate Modern, Anicka Yi, In love with the world. Veduta dell'installazione

Da ottobre Anicka Yi ha occupato la Tate Modern di Londra con l’opera “In Love with the world”. L’installazione, costituita da due serie di robot fluttuanti progettati dall’artista, ha trasformato l’enorme spazio della Turbine Hall in un acquario sospeso. Ma senz’ acqua.

I robot, ispirati a meduse varie forme di vita marina e funghi, ampliano il discorso già affrontato da Yi in Biologizing the Machine alla Biennale di Venezia. E si comportano in modo diverso a seconda del profumo diffuso nell’ambiente. Anicka Yi, infatti, ha anche creato dei “paesaggi olfattivi” (non sempre gradevoli) . E per farlo userà circa 53 litri di oli dall’inaugurazione alla conclusione dell’evento.

Nata in Corea ma vissuta negli Stati Uniti fin da bambina, Anicka, Yi, mixa scienza, arte e talvolta cucina nelle sue intelligenti ed affascinanti installazioni. Per fare scultura ha usato di tutto: dalla ghiaia dell'acquario ai biscotti delle Girl Scout, dagli antidepressivi ai fiori fritti in tempura. Ma ha un debole per i batteri e gli odori curiosi se non sgradevoli. Il New York Times, anni fa, ha scritto che lei “sta inventando un nuovo tipo di arte concettuale”.

I robot biomorfi di “In Love with the world” sono leggeri e si muovono nell’aria con scioltezza, come fossero esseri viventi. Composti di pochi elementi. sono dotati di sensori che individuano il calore corporeo dei visitatori. A cui si avvicinano senza strafare (sono stati programmati per tenersi a una distanza di due metri) come incuriositi. L’artista li ha creati per riflettere sulla convivenza tra umani e macchine.

"Volevo espandere le idee di Venezia- ha spiegato Anicka Yi su Instagram -esplorare il potenziale poetico e filosofico delle macchine. Come possono esseri umani e macchine essere compagni e parenti l'uno dell'altro, non soddisfare questo binario padrone-schiavo, con macchine o umani come signori supremi l'uno dell'altro".

I robot si comportano, inoltre, in modo diverso a seconda dell’essenza diffusa nell’aria. Anicka Yi, infatti, ha creato anche quelli che definisce “paesaggi olfattivi”. Cioè odori che ripercorrono la storia dell’area su cui sorge il quartiere londinese di Bankside, dalla preistoria fino all’”era delle macchine”. Tra questi ci sono il carbone e l'ozono della rivoluzione industriale e le spezie usate per allontanare la peste bubbonica durante l'epidemia. Ogni settimana questa impalpabile installazione cambia.

Del resto Yi ha sempre dato molta importanza all’olfatto (un senso, secondo lei, femminile) rispetto alla vista, che ritiene invece sopravvalutata.

"La nostra esperienza sensoriale dell'aria è troppo facilmente data per scontata- ha scritto in un altro post- e stiamo solo iniziando a capire come i composti volatili ambientali influenzino i nostri stati fisici, cognitivi ed emotivi. Questo è cambiato radicalmente durante il Covid con persone che si sentivano come "in guerra con l'aria" o perdevano l'olfatto e diventavano depresse. Stiamo iniziando a prendere atto della 'politica dell'aria', sia attraverso tossine, feromoni o microbi come i virus. L'aria è un mezzo molecolare infuso di rischio biologico e sociale."

L’opera “In Love with the world” di Anicka Yi (commissionata da Hyundai Motor) resterà alla Turbine Hall della Tate Modern fino al 16 gennaio 2022. L’artista newyorkese ha un sito internet e un account Instagram.

Hyundai, Tate Modern, Anicka Yi, In love with the world. Veduta dell'installazione

Hyundai, Tate Modern, Anicka Yi, In love with the world. Veduta dell'installazione

Hyundai, Tate Modern, Anicka Yi, In love with the world. Veduta dell'installazione

Hyundai, Tate Modern, Anicka Yi, In love with the world. Veduta dell'installazione