Biologizing the Machine (Spillover Zoonotica) di Anicka Yi è un paesaggio padano straordinarimente dettagliato eppure astratto, fatto di batteri. Da oggi al Pirelli Hangar Bicocca

Anicka Yi, Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2022 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionata e prodotta da Pirelli HangarBicocca, Milano Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Da lontano sembrano una serie di dipinti dai colori luminosi. Opere da contemplare, installate nel bel mezzo di una mostra a tratti fantascientifica. Ma Biologizing the Machine (Spillover Zoonotica) di Anicka Yi, comissionato e realizzato dall’artista coreano-americana per Pirelli Hangar Bicocca (Milano) in occasione dell’importante mostra Metaspore, non è altro che una serie di colture batteriche del suolo. Una rappresentazione del paesaggio più dettagliata di quella iperrealista. Eppure astratta.

Biologizing the Machine (Spillover Zoonotica), riprende e amplia l’installazione di Yi per la Biennale di Venezia 2019: Biologizing the Machine (terra incognita). E, come allora, si tratta un’opera intellettuale, animata da riflessioni in bilico tra scienza e fantascienza. Cinematica (come fossero schermi al led le culture batteriche cambiano continuamente). Ma anche capace di affascinare per la sua bellezza pittorica. I pannelli, infatti, sembrano opere astratte ma richiamano anche i dipinti di paesaggio, certe decorazioni massive e minute e le tele impressioniste.

A differenza di Terra Incognita, però, la nuova versione realizzata dall’artista in collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca., non mette in scena uno scambio di informazioni costruttivo tra una macchina e degli organismi microscopici ma una sorta di freddo controllo. Ogni pannello in cui batteri ed alghe vivono e muoiono, infatti, è collegato ad una scheda elettronica che registra l’attività dell’ecosistema. C’è persino un display che mostra i cicli vitali dei microrganismi nel recente passato. “Questi pannelli- spiega la guida di Metaspore- presagiscono un futuro di ibridi robotici multi-organismo caratterizzati da complessità e transitorietà sempre maggiori”.

Per questa installazione sono stati reperiti dei campioni di terreno della zona, che, nel corso di alcune settimane, si sono modificati, generando un opera site-specific. Si può perciò dire, che l’artista con Biologizing the machine (spillover zoonotica), abbia effettivamente ritratto la terra che ospita l’esposizione.

I pannelli sono stati montati a varie altezze, orientati in modo diverso. Le luci perciò, incontrandoli, disegnano motivi geometrici al suolo dall’effetto piuttosto drammatico.

Ma Metaspore, che da oggi al 24 luglio 2022, occuperà il Pirelli Hangar Bicocca di Milano, lungi da limitarsi a Biologizing the Machine (spillover zoonotica) raccoglierà ben 20 opere di Anicka Yi. Partendo dai primi progetti del 2010, per giungere alle installazioni realizzate dall’artista con il supporto di figure professionali differenti, come architetti, scienziati, profumieri. Curata da Fiammetta Griccioli e Vicente Todolí, Metaspore, è la personale più completa mai dedicata ad Anicka Yi. Ci sono anche tante installazioni olfattive perchè, come dice lei, “Scolpiscono l’aria”.

Anicka Yi, Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2022 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionata e prodotta da Pirelli HangarBicocca, Milano Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi, Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2022 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionata e prodotta da Pirelli HangarBicocca, Milano Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi, Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2022 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionata e prodotta da Pirelli HangarBicocca, Milano Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi “Metaspore”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi, Releasing The Human From The Human, 2019-2020 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista, 47 Canal, New York, Gladstone Gallery, INELCOM, Madrid e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi “Metaspore”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Anicka Yi Ritratto Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Lorenzo Palmieri

The 8 x Jeff Koons: La seconda Bmw Art Car di Jeff Koons è un’auto democratica, non sessista. E tutto sommato abbordabile

Presentata la scorsa settimana nel corso della fiera d’arte contemporanea Frieze Los Angeles, The 8 x Jeff Koons, la Bmw Serie 8 Grand Coupé firmata da Jeff Koons è un’auto coloratissima in cui i riferimenti alla Pop Art di Roy Lichtenstein sono evidenti. Si tratta della seconda collaborazione del famoso artista statunitense con la casa automobilistica tedesca (Koons è il primo a disegnare due Bmw Art Cars da quando la serie è stata inaugurata nel 1975) ma questa volta l’idea è destinare il risultato al mercato vero e proprio. Ad un prezzo tutto sommato abbordabile visto che la Bmw di Jeff Koons sarà prodotta in 99 esemplari soltanto e ha tempi di lavorazione molto lunghi.

I colori della carrozzeria sono undici e vanno dal blu al grigio fino al giallo. Mentre il rosso è stato utilizzato soprattutto per colorare la pelle pregiata che riveste i sedili. Il design, oltre agli evidenti riferimenti alla Pop Art, si richiama ai supereroi e alla storia del marchio, in un mix di cultura alta e bassa tipico dell’opera di Koons. Com’è tipico il perfezionismo, che l’artista riversa in ogni progetto e che in questo caso si è tradotto in una permanenza di diversi giorni nello stabilimento bavarese di Dingolfing, per discutere le opzioni di design con tutti i dipendenti Bmw coinvolti. E naturalmente nell’attenzione per i dettagli . Jeff Koons, infatti, dichiara che la sola verniciatura della carrozzeria (eseguita a mano) richiede oltre 300 ore di lavoro.

“Volevamo creare qeualcosa di special- ha detto a Frize Jeff Koons- perché, ogni volta che crei qualcosa, stai dimostrando alla persona che interagirà con essa, che si tratti di un'opera d'arte o di un'auto, che tieni a loro.”

L’artista ha poi disegnato la sovraccoperta del Manuale del conducente e scelto di utilizzare vari tipi di vernice per raggiungere l’effetto specchiante che caratterizza la sua scultura. Lo Shine, a cui era dedicata la mostra recentemente conclusasi a Palazzo Strozzi di Firenze (esposizione che ha raggiunto un afflusso di pubblico senza precedenti).

Le superfici specchiate- ha continuato Koons- possono indurre gli spettatori a riflettere. (...) Penso che ci sia una qualità da supereroe nell'auto. Ciò che intendo con questo è la sensazione che, anche se la vita a volte può sembrare difficile, dobbiamo solo trovare la fiducia per fare le cose che vogliamo (…). Ed è quello che cerco di praticare nella vita: non dare giudizi ed essere aperto a tutto, perché tutto è perfetto nel suo essere”.

La Bmw Serie 8 Grand Coupé è una sportiva, mossa da un V8 da 4,4 litri di cilindrata, con una potenza di 530 CV e una coppia massima di 750 Nm. Arriva a 250 km/h e scatta da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi. Aspetti che ne fanno un oggetto del desiderio lussuoso, che appare più spesso nell’immaginario maschile. Ma Koons a proposito ha dichiarato: “affrontare questo aspetto è stata una parte molto critica del design dell'auto: disperdere il potere in tutto il veicolo, rendendolo democratico (…) Penso davvero che, quando le persone guarderanno gli individui in questo veicolo, avranno la sensazione di essere carichi d’adrenalina”.

L’automobile su cui l’artista newyorkese ha lavorato è una quattro porte. Una caratteristica da lui ritenuta fondamentale per creare un oggetto in grado di celebrare la gioia di stare insieme.

The 8 x Jeff Koons sarà accompagnata da un certificato firmato dall’artista e dall’amministratore delegato di Bmw. Sul mercato statunitense le automobili verranno vendute a 350.995 dollari. Un prezzo tutto sommato ragionevole se si considera che il modello base della Serie 8 Gran Coupé costa 100 mila euro.

La Bmw Art Car di Jeff Koons, presentata in anteprima mondiale a Frieze Los Angeles, verrà esposta al Rockefeller Plaza di Manhattan e in numerosi altri eventi. Un’auto firmata dall’artista però, verrà messa all’asta da Christie’s a New York il 4 aprile. Il ricavato andrà all’International Centre for Missing & Exploited Children a cui l’artista è legato da parecchi anni a questa parte.

Dallo splendido Static alla premierre di Sunshine State. Da marzo a Milano l'artista e regista premio oscar Steve McQueen

Steve McQueen, Static, 2009 (still) Film 35 mm a colori, trasferito su video HD, suono, 7’ 3’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

La telecamera gira intorno alla Statua della Libertà, si avvicina e si allontana, in sottofondo il rumore dell’elicottero usato per le riprese, infastidisce e confonde. La video installazione Static di Steve Rodney McQueen o Steve McQueen, come viene in genere chiamato , però, sarà solo un tassello dell’importante mostra Sunshine State, che il Pirelli Hangar Bicocca di Milano dedicherà all’artista regista e sceneggiatore britannico. In collaborazione con la Tate Modern di Londra.

Universalmente conosciuto per essersi guadagnato l’oscar con il film 12 Anni Schiavo, Steve McQueen, ha vinto anche il Turner Price e partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia. Oltre ad essere stato nominato cavaliere e ad essere stato inserito nell’elenco annuale (2014) delle persone più influenti del mondo dalla rivista Time.

La mostra, che dal 31 marzo si terrà al Pirelli Hangar Bicocca, prende il nome da Sunshine State, una riflessione sugli esordi del cinema hollywoodiano e su come il grande schermo abbia influenzato la costruzione delle identità personali ma soprattutto quella collettiva. L’opera, commissionata e prodotta dall’International Film Festival Rotterdam (IFFR) 2022 dopo essere stata pensata dall’artista per 20 anni, verrà presentata in anteprima assoluta a Milano. In realtà avrebbe dovuto essere proiettata al Festival del Cinema di Rotterdam ma complice il coronavirus l’evento è slittato, rendendo l’esposizione dell’Hangar particolarmente importante.

Steve McQueen, Sunshine State, 2022 (still) © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Oltre alla video installazione Sunshine State, l’esposzione, creata da Vicente Todolí e organizzata in collaborazione con la Tate Modern (dove l’artista nel 2020 ne aveva presentato una prima versione), propone altri sei lavori.

"McQueen- scrive Pirelli Hangar Bicocca- ha concepito un apposito progetto espositivo e una nuova selezione di opere che si sviluppa negli spazi delle Navate e del Cubo e sull’esterno dell’edificio. Attraverso un percorso non cronologico, la mostra intende ripercorrere la carriera di Steve McQueen nelle arti visive, mettendo in luce l’evoluzione della sua pratica degli ultimi vent’anni."

Ci sono due video che si sviluppano dall’idea di corpo e di vouyerismo: Charlotte e Cold Breath. Altri due, invece, si addentrano nelle disumane condizioni di vita dei minatori della miniera d’oro di Tau Tona in Sudafrica (Western Deep), e nelle sofferenze portate da colonizzazione e schiavitù (Caribs’ Leap). Quest’ultimo lavoro in particolare, unisce la dimensione puramente speculativa alla storia personale dell’artista: il film parla della conquista francese dell’Isola di Granada, da cui provengono i genitori di McQueen, e di come alcun abitanti preferirono gettarsi da una scogliera piuttosto che sottostare al governo coloniale.

C’è poi un’unica scultura, intitolata Weight, in cui un letto da prigione circondato da una zanzariera dorata, evoca contemporaneamente i concetti di costrizione e protezione. L’opera è stata realizzata per una mostra presso la prigione di Reading in Inghilterra (quella dove fu incarcerato Oscar Wilde, attualmente al centro di polemiche per la nuova destinazione d'uso e luogo di un murale di Banksy), in occasione del cinquantesimo anniversario della parziale decriminalizzazione dell’omosessualità nel Regno Unito.

E lo splendido film Static. Girato nel 2009, appena ridivenne possibile visitare la Statua della Libertà dopo l’11 settembre, è la proiezione digitale di un video in 35 mm filmato da un elicottero che gira intorno al monumento di Liberty Island, sullo sfondo New York City ed il New Jersey. La telecamera però cattura la statua sia in primi piani che in filmati da una maggior distanza. Lei resta immobile mentre le riprese si muovono, oscillano, e il suono delle pale dell’elicottero si fa assordante. Steve Mc Queen, insomma, riflette sulla precarietà dell’dea di libertà personale nel mondo occidentale.

La personale di Steve McQueen, Sunshine State, si terrà al Pirelli Hangar Bicocca dal 31 marzo al 31 luglio 2022. Le date renderanno possibile vedere l’esposizione del regista britannico insieme alla mostra Metaspore della coreano-americana Anicka Yi che si inaugura dopodomani sempre al Pirelli Hangar Bicocca di Milano.

Steve McQueen, Static, 2009 (still) Film 35 mm a colori, trasferito su video HD, suono, 7’ 3’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Charlotte, 2004 (still) Film 16mm a colori, muto, 5’ 42’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Caribs’ Leap, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 12’ 6’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen Western Deep, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 24’ 12’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Caribs’ Leap, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 12’ 6’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen Ritratto Foto John Russo