La grande onda di Kanagawa di Hokusai è diventata un gigantesco murale in un nuovo quartiere di Mosca

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La Grande Onda di Kanagawa è la più famosa e riprodotta tra le opere dell’artista giapponese Hokusai (1760-1849) e adesso è anche un gigantesco murale che si estende su sei grattaceli di Etalon City a Mosca. Per un totale di 60mila metri quadri.

Etalon City sarà un’insediamento abitativo composto da 9 palazzi a sud-ovest di Mosca. Situato nel mezzo del nulla o quasi ma facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto, avrà un design del tutto unico. La facciata di ogni palazzo, infatti, tratteggerà degli elementi iconici di alcune famose città americane ed europee. Così le forme di New York, Chicago, Barcellona e Monaco. saranno chiaramente visibili sugli alti edifici rettangolari. Ma il progetto (che per ora è ancora in via di realizzazione) prevede anche decorazioni di aree pubbliche e spazi verdi a tema.

La Grande Onda di Kanagawa di Hokusai è stata scelta per guardare l’autostrada (sempre in costruzione) e circoscrivere l’insediamento abitativo. E quindi per accogliere le persone al loro ingresso in città. (via Spoon & Tamago)

immagini gentilmente concesse dal gruppo etalon

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Gli austriaci che hanno realizzato la cupola del Louvre di Abu Dhabi annunciano l'insolvenza dopo il rifiuto del museo a onorare completamente la parcella

louvre di abu dhabi, immagine di mohamed somji / tutte le immagini © louvre abu dhabi

louvre di abu dhabi, immagine di mohamed somji / tutte le immagini © louvre abu dhabi

La stabilità finanziaria della società di ingegneria siderurgica austriaca Waagner-biro, che ha costruito la spettacolare e mastodontica cupola progettata da Jean Nouvel del Louvre di Abu Dhabi, è a rischio dopo oltre 160 anni di attività. E la responsabilità sarebbe proprio del museo mediorientale.

Recentemente, infatti, Waagner-Biro ha annunciato l'insolvenza della sua controllata SBE Alpha AG della holding Waagner-Biro AG oltre ad affermare che "il resto del gruppo è in pericolo di insolvenza". Un'altra filiale, la Waagner-Biro Austria Stage Systems AG, invece sarà venduta. E come se non bastasse ci sarebbero "intense discussioni" sul futuro di un'altra sussidiaria (Waagner-Biro Bridge Systems AG).

Alla base di questo quadro tumultuoso ci sarebbe una delle commissioni più importanti di sempre: la realizzazione da 80 miloini di euro della cupola del Louvre d Abu Dhabi.

Grande come 5 campi da calcio (178 metri di diametro), la cupola del Louvre di Abu Dhabi, progettata dal famoso architetto francese Jean Nouvel, è il cuore pulsante del museo. Mentre crea giochi di luce cangianti, riesce ad evocare ad un tempo formalità ed elegante sfarzo. Da sola vale già un viaggio (come dimostra il milione di visitatori che ha visitato il museo durante il suo primo anno d’attività), basti pensare che è composta da 7850 stelle che si ripetono in dimensioni ed angolazioni diverse su otto strati sovrapposti.

Con oltre 160 anni d’esperienza, 1300 dipendenti e sedi in Europa,Medio-Oriente e Sud-Est Asiatico, la Waagner-Biro sembrava il soggetto giusto per dar vita alla spettacolare ed imponente cupola. Ma le cose non sono andate per il verso giusto. Ci sono stati ritardi nei pagamenti ma soprattutto il Louvre di Abu Dhabi si è rifiutato di pagare interamente l’importo dell’opera facendo aumentare i costi per la società.

Prima della cupola del Louvre di Abu Dhabi la Waagner-Biro si era già occupata di progetti prestigiosi come le scenografie della Sydney Opera House e della State Opera House di Berlino, la costruzione della cupola del Reichstag a Berlino, il tetto della Queen Elizabeth II Great Court al British Museum, il Fjordenhus,di Olafur Eliasson in Danimarca e del Botlek Bridge a Rotterdam che è il più grande ponte di sollevamento del mondo. (via Designboom, theartnewspaper, alaraby)

louvre di abu dhabi, immagine di mohamed somji / tutte le immagini © louvre abu dhabi

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louvre di abu dhabi, immagine di roland halbe/ tutte le immagini © louvre abu dhabi

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Jan Vormann l’artista che ripara le crepe dei muri del mondo con i LEGO

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Jan Vormann ripara le crepe nei muri delle città con migliaia di Lego. Ha eseguito i suoi giocosi interventi di manutenzione in giro per il mondo (anche in Italia). Gli ci sono voluti anni, quantità di mattoncini che si calcolano in tonnellate e il progetto è ancora in corso. L’idea è quella di portare colore nel grigiore architettonico.

Lo street-artist tedesco Jan Vormann ha 35 anni, lavora con bolle di sapone, parti di giocattoli, semplici marchingegni meccanici, ha persino avvolto un gruppo di modelle con la pellicola da cucina. Ma la sua serie di opere più famosa si intitola Dispatchwork e consiste nella riparazione dei muri delle città con i lego. Il progetto è partito come un intervento svolto esclusivamente dall’artista ma nel tempo si è evoluto in un’opera collettiva a cui le persone di ogni età possono contribuire mandando mattoncini all’artista per supportarlo o riparando i muri in prima persona.

Jan Vormann ha dedicato a Dispatchwork un sito internet che oltre alle ragioni che hanno spinto l’artista ad intraprendere il progetto contiene una mappa che si può consultare per vedere le riparazioni di Vormann dal vivo.

I suoi interventi però, a differenza di quanto si potrebbe pensare, sono spesso transitori. E la loro interpretazione non è sempre univoca. In alcuni posti, ad esempio, i funzionari li hanno presi per una critica poco celata e una richiesta di manutenzione: "All'improvviso, pochi giorni dopo, le mie colorate pietre giocattolo sono sparite e l'oggetto è stato rinnovato" ha dichiarato a NBCNews Vormann.

Per vedere altri interventi di Jan Vormann oltre a consultare il suo sito internet o quello del progetto Dispatchwork si può seguire l’account Instagram dedicato ai suoi patchworks di LEGO.

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