Il Pinocchio in animazione stop motion di Guillermo del Toro festeggerà il Natale al Moma

Guillermo del Toro on the set of Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Jason Schmidt/Netflix

Al Museum of Modern Art di New York (Moma) domenica prossima (11 dicembre) inaugurerà la mostra "Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio". In cui, attraverso cinque set di lavoro completi, quattro pezzi di grandi dimensioni e molto atro, i curatori spiegheranno l'artigianato, la ricerca e i processi alla base di Pinocchio. Il primo film d'animazione in stop motion di Guillermo del Toro

L’adattamento cinematografico del classico romanzo per l’infanzia di Collodi, ispirato alle illustrazioni dello statunitense, Gris Grimly, è arrivato nelle sale italiane domenica scorsa (dove viene proiettato in lingua originale con i sottotitoli). Ma la vera e propria uscita, del Pinocchio firmato dal regista di origine messicana, Gullermo Del Toro, sarà venerdì (9 dicembre), quando il titolo diventerà disponibile su Netflix.

Il Pinocchio di del Toro è molto atteso perchè si tratta di un film di animazione in stop motion. Cioè creato, dando l’illusione che delle marionette, plasmate per rappresentare i personaggi, si muovano sulla scena (a sua volta ricostruita) come attori in carne e ossa, attraverso la fotografia stop motion. Quindi le marionette, fotografate senza soluzione di continuità, vengono modificate e spostate per adattarsi ad ogni movimento del personaggio. Alla fine il montaggio tramuta questa enorme massa di materiale in un film d’animazione in stop motion.

Nel caso del Pinocchio di Del Toro, il film d’animazione in stop motion è anche una mega produzione hollywoodiana, con tutti gli oneri e gli onoori che questo comporta. Insomma, tantissima artigianalità e trucchi che non sempre si risce ad immaginare.

"Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio" serve proprio per dare uno sguardo dietro le quinte. Uno sguardo molto accurato.

Si parte, infatti, da tre edizioni classiche e contemporanee del libro di Carlo Collodi "Le avventure di Pinocchio" dall'Italia e dagli Stati Uniti, tra cui quella del 2002 illustrata da Gris Grimly che ha ispirato il registi. Ci sono persino delle grandi scatole per pizza, utilizzate durante la produzione per conservare le centinaia di volti di Pinocchio stampati in 3D (circa 300 dei quali saranno in mostra). Poi tutti gli studi che sono serviti per inserire Pinocchio in un contesto storico credibile. "Questo adattamento di Pinocchio - scrive il Moma- è reinventato per essere ambientato nell'Italia degli anni '30, con il fascismo in ascesa".

E poi tutti i set del film e “Oversize Pinocchio”, un grande burattino composto da soli testa e busto (di circa 172,2 cm insieme), utilizzato per filmare i primi piani di Pinocchio e del Grillo Parlante. Senza dimenticare vari video time lapse, bozzetti,stampi scultorei, disegni, materiali di sviluppo e motion test, test sul colore digitale, fotografie d'archivio e oggetti di scena del film.

Ovviamente durante la mostra verrà proiettato il film (non sempre però) e sono previste delle rassegne legate all’opera di Guillermo Del Toro (le proiezioni sono spalmate tra dicembre e marzo).

"Guillermo del Toro: Crafting Pinocchio" è la quarta mostra del Moma ad occuparsi di animazione cinematografica (prima di Del Toro: la Pixar, Tim Burton e gli animatori statunitensi Quay Brothers).

Curata da Ron Magliozzi e Brittany Shaw, con Kyla Gordon, l'esposizione del Moma dedicata al Pinocchio di Guillermo del Toro è in programmazione fino al 15 aprile 2023.

Mackinnon & Saunders. Geppetto and Pinocchio Production Puppets, 2019-2020. Geppetto: steel, foam latex, silicone, resin, fabric, fiber, plastic. 4 x 4 ¾ x 14″ (10.2 x 12.1 x 35.6 cm). Pinocchio: 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, paint. 4 x 3 x 9.5″ (10.2 x 7.6 x 24.1 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Inprogress Pinocchio Production Puppets at the ShadowMachine workshop. Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Pinocchio Production Puppets with rigging, 2019-2020. 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, fabric, paint. 4 x 3 x 9.5″ (10.2 x 7.6 x 24.1 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

ShadowMachine. Columbina Production Puppet, 2019-2020. Steel, wire, resin, paint, fabric, brass. 3.5 x 3.5 x 9″ (8.9 x 8.9 x 22.8 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Mackinnon & Saunders. Oversized Cricket Production Puppet with rigging, 2019-2020. 3D printed resin, steel, silicone, paint, printed eyes. 3 x 4 x 11″ (7.6 x 10.2 x 27.9 cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

ShadowMachine. Death Production Puppets with riggining, 2019-2020. 3D printed resin, 3D printed steel, steel, silicone, fabric, paint. 19 1/2 × 16 3/4 × 36 1/2″ (cm). Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Netflix

Guillermo del Toro on the set of Guillermo del Toro’s Pinocchio, 2022. Image courtesy Jason Schmidt/Netflix

In Ucraina le opere di street art di Banksy sono piantonate dalla polizia

Immagine per gentile concessione di Banksy

In Ucraina, le opere di street arte realizzate da Banksy intorno alla metà di novembre, sono controllate dalla polizia. Lo ha detto via Telegram il governatore della regione di Kiev, Oleksiy Kuleba, dopo aver sventato il furto del graffito che rappresenta una donna con maschera antigas e babucce. Quello che ha come sfondo il rudere di una casa gialla.

I ladri, infatti, lo aveno rimosso dal muro e portato via nei giorni scorsi. Ma sono stati tutti catturati. Si trattava di un gruppo di otto persone di età compresa tra i 27 e i 60, orginari di Kiev e Cherkasy (200 km a sud-est della capitale, secondo quanto riferito dal Capo della Polizia, Andriy Nebytov e riportato dai giornali.

Il problema dei furti e degli atti di vandalismo con il lavoro del famosissimo writer britannico sono sempre dietro l’angolo, sia in patria che altrove. Il fatto è che le opere di Banksy, vuoi per l’attenta strategia di marketing dell’artista, vuoi per il loro filo diretto con la cronaca (cioè con gli argomenti che sono sulla bocca di tutti e che tutti conoscono), valgono un sacco di soldi. E appena vengono stampigliate qualcuno comincia a studiare un piano per portarsele via.

Ma le opere di street art firmate da Banksy in Ucraina, questa volta sono in zona di guerra. Sette opere, che con la solita ironia, parlano di rivincita, intimità negata e bellezza della rinascita. Eseguite nelle città più colpite dai bombardamenti, per regalare un sorriso alla popolazione, mentre le autorià si presuppongono, per quanto possibile, impegnate a garantire la sicurezza dei civili e dei loro averi.

"Queste immagini sono, dopo tutto, simboli della nostra lotta contro il nemico (...)- ha detto Oleksiy Kuleba - Faremo di tutto per preservare queste opere di street art come simbolo della nostra vittoria".

I graffiti di Banksy, però, diventano proprità di chi possiede i muri su cui vengono stampigliati (che spesso decide di venderli). Non certo cosa pubblica. E questo dovrebbe essere vero anche se gli edifici sono stati evacuati.

Nel frattempo, Banksy ha pubblicato, sia sul suo account instagram che sul suo sito internet, un video che sintetizza il lavoro appena portato a termine in Ucraina (lo potete vedere anche qui sotto).

Il video pubblicato da Banksy sul viaggio in ucraina

Immagine per gentile concessione di Banksy

Le sculture astratte di Wyatt Kahn portano forme coplesse ed ironia al City Hall Park di New York

Wyatt Kahn, “Morning”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

La mostra “Life in the Abstract”, dell’artista statunitense Wyatt Kahn, si dipana nel piccolo City Hall Park di Manhattan (vicino all’imbocco del ponte di Brooklyn). Una location amata dai newyorkesi e dai turisti che per Kahn è anche il teatro a cielo aperto della sua prima esposizione d’arte pubblica.

Ma non solo, perchè le sette opere che compongono la mostra, sono le prime sculture completamente tridimensionali di Kahn. Non hanno il piedistallo. Però fatte in solido metallo come sono e posizionate a terra, si potrebbero definire monumenti. D’altra parte, Khan, che normalmente gioca nel campo del basso rilievo (o giù di lì), sembra amare l’arte della prima metà del ‘900 e in particolare l’Astrattismo. Che però reinventa inserendo elementi nuovi, e volte persiono figurali e una buona dose d’ironia.

Non ancora quarantenne, Wyatt Kahn, è newyorkese d’origine; città dove vive e lavora ancora oggi. Alcune sue opere sono già conservate in importanti musei come: il Whitney Museum of American Art di New York, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Modern Art (Moma) di New York, il MOCA di Los Angeles e il Centre Georges Pompidou di Parigi. In Italia, Khan, ha esposto solo al Mart di Rovereto, all’XNL di Piacenza e alla galleria T293 di Roma. Del resto, l’unico paese europeo con cui il newyorkese ha una lunga storia espositiva è la Svizzera.

E’ conosciuto per i lavori pittorici in bilico tra bi e tri dimensionalità. Kahn, infatti, crea delle superfici simili a telai (in realtà preferisce altri materiali a legno chiodi e tela ma il risultato è analogo) dalle forme più varie, che, accosta o sovrappone.

I suoi, sono dipinti astratti, ma, invece di tracciare le linee sul supporto, le ottiene componedo i “telai” tra loro.

"In sostanza- spiega il sito di Public Art Fund che ha commissionato la mostra- il loro soggetto diventa l'interazione tra due e tre dimensioni, vissuta attraverso spostamenti di superficie, struttura e profondità".

Le sculture si muovono nella stessa direzione. L'artista, infatti, ha tradotto diciassette disegni astratti in blocchi di pesante acciaio. Tuttavia, qui accosta la ricerca formale a oggetti della quotidianità (un telefono, una pianta in vaso ecc) dall’aspetto stereotipato. Quasi avesse preso ad esempio il design di una broschure informativa. Il loro valore simbolico però, secondo l’artista. è aperto. Ha dichiarato di augurarsi che chiuque li possa leggere in maniera differente. E stabilire, contemporaneamente un rapporto intimo, personale, con le opere.

"Le figure e i raggruppamenti di questa mostra- ha detto- hanno ciascuno la propria narrativa e spero che i visitatori trovino il proprio significato nelle opere in base alle proprie esperienze. Per me, la pianta in vaso nella mia nuova scultura Morning, rappresenta il nutrimento di un'idea, mentre a qualcun altro potrebbe ricordare la pianta che ha coltivato durante la pandemia".

Le sculture, sono fatte in acciaio corten. Un materiale, caratterizzato da una patina simile a ruggine, che può contemporaneamente ricordare la superficie tattile di certi quadri. Le dimensioni dei sette lavori sono notevoli. Per farsene un idea basta pensare che “Parade” (l’opera più grande) pesa circa 15 quintali ed è larga 4 metri e mezzo.

Per fabbricare le sculture ci sono voluti due anni.

Commissionate dal Public Art Fund, le sculture astratte di Wyatt Kahn che compongono la mostra d’arte pubblica “Life in the Abstract”, rimarranno al City Hall Park di New York fino al 26 febbraio 2023. Kahn, ha un account instagram su cui condivide le tappe importanti del suo lavoro.

Wyatt Kahn, “Parade”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

(from left to right) Wyatt Kahn, “Untitled” and “The Friends”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Morning”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Paiting the Painter”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Sideways Curl”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “Umbrella”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY

Wyatt Kahn, “The Friends”, 2021 Courtesy of the artist, Galerie Eva Presenhuber and Xavier Hufkens Presented by Public Art Fund as part as Wyatt Kahn: Life in the Abstract on view at City Hall Park, New York City, June 8, 2022-February 26, 2022 Photo: Nicholas Knight Courtesy Public Art Fund, NY