L’artista francese Zoé Vayssières per le installazioni che compongono la serie Les Eclipsées (attualmente in mostra nella splendida cornice del Magazzino di Palazzo Contarini Polignac a Venezia) ha fatto un monumentale lavoro di ricerca. Arrivando a selezionare cento nomi di donne che si distinsero nella loro epoca, per essere poi dimenticate. In un arco di tempo lungo ben 43 secoli.
“Ho iniziato la mia ricerca con l'archivista e paleografa Caroline Becker- spiega Zoé Vayssières- Abbiamo parlato di memoria, di archivi, di classificazione, cosa conserviamo o non conserviamo? Caroline ha stilato un primo elenco di donne dall'antichità al XX secolo (precisamente 2300 anni prima Gesù Cristo fino al 1980) che hanno segnato il loro tempo. Da parte mia, mi sono nutrita delle mie letture(...) ho proseguito passo per passo, un nome mi conduceva ad un altro in un percorso organico. Nessuna traiettoria accademica, solo battiti di cuore… Ho selezionato 100 nomi di donne.”
Tutti questi nomi rientrano negli interventi realizzati dall’artista appositamente per Palazzo Contarini Polignac. E ad ognuno corrisponde un codice a barre, che permette ai visitatori di consultare anche le biografie delle signore cui appartenevano.
La sede espositiva, che si trova a pochi passi dalla Galleria dell'Accademia e dalla Fondazione Peggy Guggenheim, ha fornito a Vayssières lo spazio necessaio per delle installazioni imponenti, pur nella loro leggerezza, che regalano al racconto una sfumatura epica. Insieme agli antichi muri della galleria, alle corde che servivano a legare i vaporetti e ai vecchi tasti di pianoforte, si può dire che permettano alla Storia di concretizzarsi.
“Come testimone dei suoi tempi – scrive Roberta Semeraro, curatrice della Mostra - Vayssieres ingaggia una lettura a ritroso nella storia, per portare alla luce il ricordo d’importanti personaggi femminili. Ripercorre così quelle tappe fondamentali, che hanno portato all’emancipazione delle donne e determinato nell’epocacontemporanea il riconoscimento dei loro diritti”
Per Les Eclipsées, Zoé Vayssières ha creato tre installazioni intitolate: Lignées d’Éclipsées (Storie di donne), Touches de Destins (Tocchi del Destino), Plis de Mémoire (Pieghe della Memoria). E una performance per la quale un gruppo di volontarie, vestite di bianco, scriveranno con il gesso dei nomi di donna sulle antiche strade di Venezia. Un opera impermenente e poetica che si terrà l’8 marzo.
In Plis de Mémoire tre grandi lastre di rame accartocciate e appese al soffito permettono di scorgere tra una piega e l’altra la Dichiarazione dei Diritti delle Donne e delle Cittadine, scritta da Olympe de Gouges nel lontano 1791 e dei nomi femminili.
Gli stessi che ritroviamo in Lignées d’Éclipsées in cui nove corde sono state stese dal pavimento al soffitto (5 metri d’altezza) e aggrovigliate tra loro formando una sorta di spessa ragnatela. Su ogni corda ci sono delle piccole placche di rame con incisi i nomi di 100 donne che sono state eclissate dalla storia. Tra le corde quella rossa e quella bianca servivano a ormeggiare i vaporetti. Una è dedicata alle donne italiane come Gaspara Stampa, che fu le più grandi poetesse del rinascimento e venne persino pubblicata sul Galllimard’s Poetry Catalogue (onore riservato a una manciata di rappresentanti del gentil sesso).
Touches de Destins, infine, compone una sorta di grande onda (7 metri) con antichi tasti di pianoforte. Su ognuna sono scritte le date che hanno segnato i momenti chiave dell’emancipazione femminile (dal 450 a.C. al 1980).
Zoé Vayssières è nata nel ‘71 in Francia, ha lavorato a lungo nel campo della moda oltre a fare arte, poi è partita per Shangai dove ha sviluppato uno stile tutto suo e si è aggiudicata alcune commissioni pubbliche su larga scala. A metterla sotto i riflettori in particolare quella al Jing'an International Sculpture Park di Shanghai, dove avevano esposto anche Arman e Wim Delvoye, ma dove lei è stata la prima (e finora l’unica) donna occidentale. Adesso vive a Parigi e realizza opere minimali ma cariche emotivamente, sul tema della memoria e dello scorrere del tempo.
“La memoria ed il tempo sono le mie ossessioni- ha dichiarato l’artista- Isolo eventi ed oggetti che non ci riguardano più dei quali abbiamo perso la memoria. in questo caso sono le donne ad essere state dimenticate, eclissate. Amo l’arte antica e le parole incise nella pietra. Quello che ho fatto è erigere un monumento. Ma non ci sono date di morte incise. Perchè per me queste donne sono ancora vive!”