In uscita un nuovo film sull'intramontabile bad guy della Storia dell'arte. "L' Ombra di Caravaggio" di Michele Placido dal 3 novembre

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, con il suo fascino indiscusso da bad guy della Storia dell’Arte, continua a colpire l’immaginario collettivo. Anche dopo oltre 400 anni dalla sua scomparsa. E le drammatizzazioni dedicate alla sua vita non mancano di certo. Quest’anno a pensare a portarla sul grande schermo è stato Michele Placido con il film “L’Ombra di Caravaggio”, che verrà presentato in anteprima alla diciasettesima Festa del Cinema di Roma. E dal 3 novembre sarà nelle sale.

Non si può dire che ci siano pochi spunti. E poi dopo tanto tempo anche la storia diventa mallebaile quel tanto che basta, per trasfomare i personaggi a seconda della svolta che si decide di imprimere alla narrazione. Così Caravaggio, geniale artista ma anche uomo violento, collerico e attaccabrighe, può farsi tormentato, ribelle, perseguitato, così da incastrarsi perfettamente in una storia in bianco e nero, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra.

Non è detto che “L’Ombra di Caravaggio” sia così, anche se il trailer porta a sospettarlo. E la trama pure. Il film diretto da Michele Placido, infatti, parla di un pittore intollerante nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento “che tracciava le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra” spiega il materiale ufficilale della pellicola.

E che “Usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi”. Allora: “Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano una vera e propria indagine, per decidere se concedere la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare sul pittore che - con la sua vita e con la sua arte - affascina, sconvolge, sovverte”.

L’Ombra di Caravaggio” di Michele Placido è presentato da Goldenart Production e Rai Cinema. Gli attori sono: Riccardo Scamarcio (Caravaggio), Isabelle Huppert (marchesa Costanza Colonna), Louis Garrel (Ombra)e Micaela Ramazzotti (Lena). Il film cerca di ricostruire le atmosfere dei quadri dell’antico maestro e a volte le opere stesse. Suggestiva e catartica, iinfine, la colonna sonora, caratterizzata da brani di musica elettronica e post-rock con forti atmosfere dream. Quest'ultima, composta da ORAGRAVITY (duo formato da Umberto Iervolino e Federica Luna Vincenti) per Edizioni Curci e Goldenart Production, uscirà in digitale dal 4 novembre 2022.

Le straordinarie installazioni di Dineo Seshee Bopape al Pirelli Hangar Bicocca che parla con l'acqua e intesse la terra

Dineo Seshee Bopape “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

L’artista sudafricana, Dineo Seshee Bopape, parla d’Africa, colonialismo, memoria, identità e spiritualità ma lo fa con un vocabolario talmente semplice ed evocativo da risultare spiazzante. Come quando costruisce una sorta di memoriale alle vittime del del movimento Panafricano ("Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting)") semplicemente stringendo nella mano chiusa a pugno delle manciate di fango (mischiato di volta in volta con cenere, piante, carbone). E poi mette in fila i calchi. O quando per alludere ai concetti di comunità, femminilità e cura, costruisce delle capanne ( per esempio “Mothabeng”). A volte arriva persino a raccontare pensieri decisamente complessi, come quelli connessi alla nazionalità o al senso di appartenenza, esponendo delle sezioni di terreno, che lavora fino a renderle simili ad arazzi o dipinti astratti (ad esempio “Mabu,mubu,mmu, sa_ _ke lerole, (sa lerole ke_ _)").

Dineo Seshee Bopape è atttualmente in mostra al Pirelli Hangar Bicocca di Milano. L’antologica, la prima italiana dell’artista nata a Polokwane e residente a Johannesburg, si intitola “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]” (è stata inaugurata la settimana scorsa).

Il titolo sottolinea la poesia dei suoi interventi. Ma scopre anche le carte di fronte al visitatore. Seshee Bopape, infatti, ha deciso di sfruttare la luce naturale per condurre chi osserva attraverso le opere posizionate nell’ex complesso industriale milanese. Si comincia con l’oscurità e poi si raggiungono le vetrate che cancellano l’atmosfera avvolgente e permettono di percepire gli interventi diversamente. In questo modo l’artista lega ancor più strettamente il suo lavoro alla Natura e lo rende malleabile allo scorrere del tempo ed alle condizioni metereologiche.

D’altra parte la frase “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]” vuole anche evocare un senso di rinascita o transizione. Perchè "Bopape incoraggia a ripensare il concetto stesso di opera d’arte-spiegano gli organizzatori della mostra- non più intesa in senso monumentale e museale, ma come tramite tra mondi materiali e immateriali, esperienze e tempi differenti."

L’artista coinvolge tutti i sensi. E passa dell’uso degli elementi più semplici (come terra e luce solare) a riprese video ma anche a canto e disegni a parete. L’aria è impregnata dall’odore del suolo e delle piante. A tratti luccicano cristalli o foglia d’oro nella semioscurità. L’insieme richiama alla mente panorami e luoghi. Come si trattasse di paesaggi (reali o dell’anima, nell’opera di Bopape, infatti, collettivo e personale, concreto e spirituale si fondono) meticolosamente decotruiti. Ma non per questo meno belli e capaci di trasmettere emozioni.

Tra le opere, un video a tre canali, “Lerato laka le a phela le a phela le a phela / my love is alive, is alive, is alive” (2022), girato dall’artista alle Isole Salomone, in Giamaica, e presso le rotte della tratta degli schiavi. Già presentano all’ Ocean Space a Venezia è stato coprodotto dal Pirelli Hangar Bicocca. Sugli schermi riprese marittime, fiori e frutti che si inabissano sembrano offerte votive, mentre le mani dell’artista si muovono nell’acqua. La voce di Bopape si fonde al rumore delle onde.

L’artista ha detto che l’acqua in quell’occasione continuava a “trasmetterle messaggi”. Ma non solo i luoghi anche i sogni le davano delle indicazioni. Finchè una notte non si svegliò piangendo. Durante il sogno aveva sentito una canzone, che ora fa parte della colonna sonora dell'opera. Il titolo " my love is alive, is alive, is alive" altro non è che una frase del testo.

All’interno di “Mothabeng” c’è una scultura sonora realizzata per il Pirelli Hangar Bicocca. E’ stata creata dalle registrazioni effettuate in una cava di marmo sugli Appennini toscani. “Grazie all’ambiente raccolto, i suoni prodotti dagli elementi naturali della montagna echeggiano e accompagnano in un metaforico viaggio nelle profondità della terra, e inducono a concepire modalità di connessione e comunicazione inedite con organismi ed entità non umane.”

La mostra “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]” di Dineo Seshee Bopape, è curata da Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli. E rimarrà al Pirelli Hangar Bicocca di Milano fino al 29 gennaio 2023. Per tutta la durata dell’esposizione si potrà visitare, semplicemente continuando il percorso fino allo spazio delle Navate, anche l’importante retrospettiva dedicata a Bruce Nauman.

Dineo Seshee Bopape lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, is alive, 2022 (still) Installazione video a tre canali, suono, colore 17’ Courtesy l’artista Commissionato da TBA21–Academy e coprodotto da Pirelli HangarBicocca

Dineo Seshee Bopape Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting), 2018 (particolare) Terra, argilla, pigmenti, carbone, cenere, salvia, oro, suono Dimensioni varibili Courtesy l’artista e Sfeir-Semler Gallery, Beirut/Amburgo

Dineo Seshee Bopape “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape Mabu,mubu,mmu, sa_ _ke lerole, (sa lerole ke_ _), 2022 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape “Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting), 2017 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista, Sfeir-Semler Gallery, Beirut/Amburgo e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting), 2017 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Courtesy l’artista, Sfeir-Semler Gallery, Beirut/Amburgo e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape Mothabeng, 2022 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionato e prodotto da Pirelli HangarBicocca Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape Mothabeng, 2022 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionato e prodotto da Pirelli HangarBicocca Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, isalive, 2022 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Commissionato da TBA21–Academy e co-prodotto da Pirelli HangarBicocca Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Dineo Seshee Bopape lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, is alive, 2022 (still) Installazione video a tre canali, suono, colore 17’ Courtesy l’artista Commissionato da TBA21–Academy e coprodotto da Pirelli HangarBicocca

Dineo Seshee Bopape lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, is alive, 2022 (still) Installazione video a tre canali, suono, colore 17’ Courtesy l’artista Commissionato da TBA21–Academy e coprodotto da Pirelli HangarBicocca

Dineo Seshee Bopape lerato laka le a phela le a phela le a phela / My love is alive, is alive, is alive, 2022 (still) Installazione video a tre canali, suono, colore 17’ Courtesy l’artista Commissionato da TBA21–Academy e coprodotto da Pirelli HangarBicocca

Dineo Seshee Bopape Ritratto Foto Dineo Seshee Bopape

La designer Nanako Kume con un temperino gigante crea lampade simili a trucioli di matite colorate

Tutte le immagini © Nanako Kume

La designer giapponese Nanako Kume ha sempre trovato belli i trucioli di matita colorata. Tanto da inventarsi un buffo macchinario per farne degli oggetti d’arredo. E dedicargli un’intera collezione.

La serie di lampade a sospensione Sharpener, infatti, imita alla perfezione i trucioli di matita colorata. Che appesi al soffitto in varie dimensioni, colori, tipi di legno e curvature, hanno effetti estetici diversi. Ma riescono comunque ad evocare il gioco, l’infanzia, l’ingenuità, la semplicità e la creatività nella sua forma più pura. Per ottenerle, Nanako Kume, usa un enorme temperino a manovella di sua invenzione.

"Fin dall'infanzia- ha scritto Kume- sono stata affascinata dalla forma e dalla fugacità dei trucioli che si ottengono quando si temperano le matite. Ho pensato che aumentando le dimensioni e lo spessore di ciò che deve essere scartato come rifiuto, sarebbe stato possibile creare nuovi prodotti mantenendo la bellezza della forma."

Con il mutare delle dimensioni però, il processo per ottenere i trucioli si fa più lungo e complicato. Come ha spiegato la stessa designer in un video condiviso su Youtube e Instagram. Nelle immagini, infatti, si vede Kume modellare i blocchi di legno per dargli la forma delle matite. Immergerli nell’acqua e metterli in un ambiente impregnato di vapore per renderli flessibili. Per poi colorarli con vernice a spruzzo e tagliarli.

La fase intermendia è la meno prevedibile ma serve a temperare il legno più facilmente senza romperlo e a imprimergli una forma duratura una volta asciutto.

La designer Nanako Kume, condivide le lampade a sospensione a forma di trucioli di matita colorata, su Instagram. A breve inoltre intende rendere le creazioni della serie Sharpener disponibili all’acquisto.