Yakushima, la vera foresta della principessa Mononoke nelle splendide foto di Raphael Olivier

Raphael Olivier, Yakushima- Forest Spirit. All images ©Raphael Olivier

Raphael Olivier, Yakushima- Forest Spirit. All images ©Raphael Olivier

Nella sua ultima serie ‘Yakushima - The Forest Spirit’ il fotografo francese Raphael Olivier (di cui ho parlato per esempio qui) ci restituisce il paesaggio fatato e inquietante della più antica foresta temperata del mondo.  
Situata sull’omonima isola giapponese, la foresta è diventata famosa attraverso il film d’animazione ‘Principessa Mononoke’ del grande Hayao Miyazaki, e, secondo Raphael Olivier, anche dal vivo “sembra quasi irreale quanto nel film.”

Del resto gli scatti di Olivier, silenziosi e aperti come al solito, ci portano in un mondo parallelo dove i consueti punti di riferimento vengono meno e le linee curve, di rami, radici e terreno, costituiscono un fitto reticolo, inestricabile. ma non cupo.  Un paesaggio che nelle fotografie ci appare deserto ma che sembra pulsare di vita.
I giochi di luce tra le fitte fronde fanno il resto e Olivier si limita a coglierli, senza forzare in alcun modo l’intensità del paesaggio.

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Di origini francesi, Raphael Olivier, da diversi anni vive e lavora a Singapore. Di lì, viaggia per tutta l’Asia, che ci racconta attraverso i suoi progetti personali come, appunto, ‘Yakushima - The Forest Spirt’. Ma soprattutto nelle tante serie incentrate su architettura e urbanistica.

Olivier, però, non si limita a documentare le forme degli edifici ma si basa sempre su un particolare curioso della Storia recente di un luogo nel tentativo di tracciarne in modo sintetico le contraddizioni o le caratteristiche che balzano all’occhio (come nella serie ‘Ordos - A Failed Utopia’). Per vedere altre sue fotografie oltre al sito web si può ricorrere all’account Behance o Instagram.

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Per quanto riguarda l’isola di Yakushima e la sua secolare foresta, infine va aggiunto, che in quanto sfondo del film ‘Principessa Mononoke’ probabilmente comparirà nel parco divertimenti ‘Ghibli Park’ (frutto di un accordo tra lo Studio Ghibli e la prefettura di Aichi) che aprirà nel 2022 e di cui in questi giorni sono apparse le prime illustrazioni.

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I giardini botanici europei fotografati da Samuel Zeller, tanto trasfigurati da sembrare dipinti impressionisti

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Botanical’ è l’ultima serie di immagini del fotografo svizzero Samuel Zeller. Come dice il nome si ispira ai giardini botanici. Ritrae, infatti, piante più o meno esotiche nascoste dietro ai vetri di una serra. 
Un’idea interessante e romantica, pervasa di spirito vittoriano, che Zeller è riuscito a trasformare in un’infilata di fotografie che ricordano certe opere degli impressionisti ma anche quelle dei loro colleghi inglesi che dipingevano tra ‘800 e ‘900. Quadri ad olio, insomma, e in un segmento di Storia dell’Arte non tanto facile da evocare per giunta.

"La natura protetta dagli elementi mi ispira- ha detto- dietro ogni finestra è nascosto un dipinto. I fiori che siedono sul telaio metallico, giocando l'un con l'altro su un unico piano come fosse una tela, le foglie  che crescono nella più piccola asperità. Io ho trovato in questi giardini la quiete di un museo. "

D’altra parte per Samuel Zeller ‘Botanical’ è stato un progetto molto sentito che lo ha spinto a viaggiare per tutta Europa e ha segnato un nuovo inizio della sua vita professionale.
Tutto ebbe inizio nel 2015 quando, dopo una “giornata particolarmente brutta in ufficio”, Zeller, invece di tornare direttamente a casa, fece tappa in un giardino botanico: "La rabbia e l’ansia avevano aumentato la mia sensibilità- spiega- in quell’isola verde all'interno della città, ho scoperto quello che vedevo come una serie di dipinti dietro il vetro, una realtà rifratta: quel giorno ho scattato le prime 10 fotografie del progetto".
Un anno dopo Zeller abbandonò il suo lavoro di designer per mettersi a fare il fotografo a tempo pieno.

Ormai Samuel Zeller vive e lavora a Ginevra come fotografo. Tra i suoi ambiti di specializzazione ci sono le belle arti. 
Botanical’ è diventato un libro (pubblicato da Hoxton Mini Press). Per vedere altre fotografie di giardini botanici che sembrano dipinti d’altri tempi, comunque, ci sono il suo sito internet e l’account instangram. (via Creativeboom)

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Le saline europee come dipinti dalle incredibili forme e colori nella fotografia aerea di Tom Hegen

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Gli scatti che compongono ‘The salt series’ di Tom Hegen spingono la fotografia ad esplorare i territori dell’astrattismo. Ma quello che colpisce in queste immagini di stagni, colti con la fotografia aerea, sono i colori: verdi e azzurri ma anche rosa, arancioni o rossi vivaci.

Per realizzare ’The salt series’ il tedesco Tom Hegen ha girato l’Europa focalizzando la sua attenzione sui siti in cui si produce sale. Ha fotografato poi queste aree con un drone. La posizione atipica della camera (dall’alto puntata direttamente verso il basso) gli ha permesso di catturarne le forme inconsuete e i colori, talvolta, sfavillanti.

Il sale marino deriva dalla naturale evaporazione dell'acqua di mare dagli stagni artificiali- scrive Hegen sul suo sito internet- Il colore dell'acqua indica la salinità degli stagni. Infatti i microorganismi cambiano colore quando aumenta la salinità dello stagno. I colori possono variare dalle tonalità più chiare del verde al rosso vivace.”

Tom Hegen ha concentrato la sua attenzione sulle saline perché sono una delle forme più antiche di intervento umano sugli spazi naturali. Questo interesse per le aree produttive lo rende simile al tedesco Bernhard Lang (ne ho parlato per esempio qui) anche se il soggetto non può che avvicinarlo al canadese David Burdeny (ne ho parlato qui). Tuttavia per quanto entrambi questi fotografi si siano specializzati nella fotografia aerea nessuno dei due usa i droni.

Tom Hegen, invece, si è pure guadagnato il premio DJI Drone Photography Award per la sua abilità in questo tipo di scatti.
"Sono attratto dall'astrazione che deriva dal cambiamento di prospettiva: vedere qualcosa di familiare da un nuovo punto di vista. Un drone ti consente solamente di vedere di più."

Per vedere altri scatti di Tom Hegen si può dare uno sguardo al suo sito web o consultare i suoi account Instagram e Behance. (via Creativeboom)

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