Le minuscole gru di carta di Naoki Onogawa come mute preghiere alla bellezza della Natura

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Il giovane giapponese Naoki Onogawa crea opere complesse prendendo il via da elementi semplici, come degli origami di gru della manciuria. Ne piega migliaia da piccole sezioni di carta, e poi le dispone su dei supporti. Componendo, quando soffioni, quando bonsai, quando fiori ( e così via).

Teatrali, i suoi lavori, partono dallo stupore suscitato dai minuscoli orizuro che si accalcano massivi ma armoniosi, in creazioni a grandezza naturale. Per arrivare a richiamare alle mente di chi osserva il processo, quasi una pratica mistica, che conduce l’artista all’opera stessa.

L’amore di Onogawa per la tecnica dell’origami sta alla base dell sua pratica artistica. Ma è il tenace uso del medesimo soggetto, a lasciare chi guarda un po’ ipnotizzato eppure incuriosito. Il simbolo della gru, infatti, per Naoki Onogawa è imprescindibile. Quasi un condensato con tanto di becco e ali dell’antico uso di piegare la carta. Del tutto svuotato del suo significato originale però, per il continuo essere riprodotto in tutto il mondo, fino, e proprio per questo, a fargli accendere all’interno una scintilla di sacralità. Che magari c’era già o magari no, ma che oggi, secondo l’artista, lo rende speciale.

"Riflettendo- ha scritto del suo lavoro tempo fa- sento che qualcosa nelle gru origami è sacro. Che al loro interno ospitano qualcosa di misterioso, di mistico. E queste sono la verità che appartengono al concetto di 'bellezza' in cui ho fede".

Allo stesso modo Onogawa , per riprodurlo migliaia di volte, si libera di se stesso, senza tuttavia perdere del tutto la propria concentrazione, e arriva perciò a intravedere una scintilla di sacralità a sua volta. Come se ripetesse una muta preghiera.

"Credo che ogni persona che ha familiarità con le gru di carta abbia una propria storia con loro. Il modo in cui ognuno si sente di fronte a questo simbolo della cultura giapponese e lo custodisce nella propria mente è unico, ma spero che le mie opere consentano un nuovo dialogo. Attraverso di esso, spero che succeda qualcosa, qualunque cosa sia, che muova il ​​cuore dello spettatore".

Le opere di Naoki Onogawa sono esposte, come l’installazione e i lavori bidimensionali di Motoi Yamamoto (di cui ho parlato recentemente), al Setouchi City Museum of Art (Museo d’Arte della città di Setouchi). La mostra di Onogawa però, che si chiama “Folklore”, rimarrà aperta fino al 23 di maggio. Per seguire, invece, da lontano la pratica che congiunge artigianato, design e arte di Onogawa, l’account instagram è una scelta azzeccata. (via Spoon and Tamago)

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L'artista Motoi Yamamoto ha disegnato 100mila petali di ciliegio col sale marino per il Setouchi City Art Museum

All images © Motoi Yamamoto, 2021

All images © Motoi Yamamoto, 2021

L’installazione si chiama semplicemente "Sakura Shibefuru" ("Petali di Ciliegio che Cadono"). Realizzata dall’artista originario di Hiroshima, Motoi Yamamoto, per il Setouchi City Art Museum, rappresenta 100mila petali di ciliegio quasi identici. Creati con cristalli di sale marino.

Il lavoro di Motoi Yamamoto, quasi incredibile nella pazienza e precisione che comporta, ha da sempre a che fare con la circolarità e la transitorietà del tempo e della vita. Ma quest’installazione, quasi scolpita sul pavimento dello spazio espositivo, sottolinea i concetti che si dipanano poi come cerchi concentrici ad altre idee correlate, nel paradosso di trattenere i ricordi perduti esorcizzandoli.

"Sakura Shibefuru" ("Petali di Ciliegio che Cadono") ha comportato circa nove giorni di lavoro velocissimo a Yamamoto, che, per portarlo a termine, si è fabbricato uno strumento adeguato.

L’artista, che in questa mostra espone anche lavori bidimensionali della metà degli anni ‘90 (“Quando tutto è cominciato”), voleva che l’arte di osservare gli alberi di ciliegio in fiore, il cosidetto hanami, tanto praticato ed amato dal popolo del sol levante, arrivasse all’estremo limite nel suo culmine e compimento. Quando cioè i petali dei sakura cadono a terra. Per permettere agli spettatori di contemplare l’istante che divide esperienza e ricordo, in un processo di scambio e sovrapposzione tra personale e collettivo.

Il lavoro di Motoi Yamamoto prende le mosse da due esperienze traumatiche: la morte della sorellina ventiquatrenne per un tumore al cervello e la perdita successiva della giovane moglie di un tumore al seno. Di lì l’artista ha trovato nel sale, nel suo candore e nel suo potere di purificazione (sottolineato nei funerali shintoisti), un alleato capace di salvare le sue memorie familiari mettendole in scena in mandala sempre uguali e sempre diversi.

Il sale, tuttavia, presente più o meno ovunque, per Yamamoto è anche un simbolo collettivo che congiunge tutte le culture e le epoche storiche.

L’installazione "Sakura Shibefuru" ("Petali di Ciliegio che Cadono") rimarrà in mostra al Setouchi City Art Museum fino al 5 maggio 2021 (dal 9 marzo). L’ultimo giorno, come sempre succede, l’artista insieme agli spettatori cancellerà i petali di ciliegio che compongono l’opera e ributterà in mare i cristalli di sale dai quali sono disegnati. Per seguire il lavoro di Motoi Yamamoto, oltre a fare riferimento al sito internet, si può scegliere di seguire la sua pagina Instagram. (via Designboom)

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Motoi Yamamoto durante la creazione dell’opera

Motoi Yamamoto durante la creazione dell’opera

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Motoi Yamamoto durante la creazione dell’opera

Motoi Yamamoto durante la creazione dell’opera