L'impianto antincendio va in tilt e l'insegna di un hotel di Chicago si trasforma in una torre di ghaccio

Tutte le foto © Andrew Hickey 

Tutte le foto © Andrew Hickey 

La tempesta di neve e le condizioni climatiche estreme che hanno colpito la settima scorsa gli Stati Uniti hanno portato con se anche qualche scintilla di magico stupore. E' il caso del piccolo evento evento, documentato in questi scatti dal fotografo di street-art Andrew Hickey: una torre di ghiaccio alta 21 piani.

 L'effimera e accidentale scultura si è formata in corrispondenza della scala esterna e dell'insegna di un hotel di Chicago. A crearla è stato un guasto all'impianto antincendio che si è verificato al ventunesimo piano. L'acqua ha formato una cascata che si è immediatamente ghiacciata. 

Il fotografo Andrew Hickey era lì, come molti altri cittadini, e ha documentato l'accaduto. In fondo al post anche il fiume di Chicago ridotto a una lastra di ghiaccio.

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278 Likes, 7 Comments - @drewinchicago on Instagram: "Wells Street Bridge. #🏙 #😬 #💦"

Le fotografie dei rari funghi della foresta pluviale ecuadoriana che sembrano organismi alieni o opere d’arte

Tutte le foto © Danny Newman e Roo Vandegrift

Tutte le foto © Danny Newman e Roo Vandegrift

Molte specie fino ad oggi erano sconosciute, altre sono rare, la maggior parte, con ogni probabilità, sta per estinguersi. Si tratta di funghi insoliti che sembrano usciti dalla fantasiosa immaginazione di un illustratore o dalle mani di un artista, organismi di cui non si conoscono le proprietà, che nel giro di qualche anno forse non esisteranno più. 
Se non nelle fotografie scattate dai micologi Danny Newman e Roo Vandegrift che per studiarli si sono spinti a Reserva Los Cedros, nella foresta pluviale ecuadoriana.

Quello dei funghi è un mondo a parte, in gran parte inesplorato. Basti pensare che i biologi stimano che sulla terra ne esistano 3 milioni e 200 mila specie ma solo 120 mila sono note alla scienza. La maggior parte di questo patrimonio si trova ai tropici dove Newman e Vandegrift hanno viaggiato spesso (alcune fotografie pubblicate in questo post sono state scattate in altre zone visitate dai due micologi).

A minacciare i funghi come le altre forme di vita sono il cambiamento climatico e lo sviluppo. Ma le specie di Riserva Los Cedros hanno una storia a se. 
L’area è uno degli ultimi bacini imbriferi alle pendici delle Ande e quando gli studiosi l’hanno visitata era del tutto incontaminata ma recentemente il governo dell’Ecuador ha autorizzato il settore minerario a sfruttare la zona. Destinando l’habitat di questi funghi, così strani e colorati, alla distruzione.

"L'identificazione e la descrizione di specie rare o endemiche provenienti dalla riserva- ha spiegato Newman- contribuiranno a dimostrare il valore di questi habitat e l'importanza della loro conservazione"

La coppia di micologi sta attualmente cercando sostegno per sequenziare il DNA di 350 campioni di funghi scoperti in Ecuador. Per saperne di più di funghi e scienza si può consultare il sito dell‘associazione micologica italiana o la rivista Mushroom Observer. (via Colossal)

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I colori fluorescenti che inondano la notte nella fotografia di Elsa Bleda

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Quello che ci propone la fotografa sudafricana Elsa Bleda è un mondo capovolto. Notturno, solitario, freddo, in cui i colori fluorescenti che si riverberano dalle luci al neon invece di portare conforto dall’oscurità suggeriscono un’inquietudine febbrile. Qualcosa sta per succedere? O forse è già successo? Poco importa però, perché l’atmosfera è sospesa, fissata a un indefinito orario nel cuore della notte. E si capisce che di lì la lancetta dell’orologio non si muoverà mai.

Diverse serie di immagini di Elsa Bleda ritraggono il Sud Africa, ma non solo. E comunque nelle sue fotografie la cartina geografica perde la sua importanza. Ad avere peso sono le atmosfere soffuse, che dilatano il tempo e sfumano l’immagine, il colore che ridà corpo e carica emotivamente, la notte, che assorbe il paesaggio per rigettarlo riconfigurato. E l’architettura: l’unico elemento che sembra destinato a durare.

Al centro delle fotografie della sudafricana ci sono periferie urbane, foreste, campi. La neve e la nebbia, la aiutano a smussare gli angoli di immagini altrimenti dure. Insieme alla luce colorata che inonda di mistero e di attesa il paesaggio silenzioso.

Dopo Johannesburg e Città del Capo, Elsa Bleda, si è concentrata su Durban, che è stata al centro di una mostra realizzata in collaborazione con Red Bull. Per vedere altre sue serie fotografiche ci sono i suoi account Facebook, Instagram e Behance. (via Colossal)

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