Le 5 storie Top di arte contemporanea nel 2025 su Artbooms

Nel 2025 l’arte contemporanea è tornata a farsi bussola: tra grandi retrospettive, mostre-capitolo in Italia e tappe europee che valeva la pena seguire da vicino. In mezzo, le notizie che contano davvero — quelle che non si limitano a raccontare cosa succede, ma aiutano a capire dove stiamo andando.

Queste sono le 5 storie più importanti dell’anno su Artbooms: un percorso tra immagini, idee e segnali del futuro, pensato per orientarsi rapidamente e poi approfondire ogni tema con gli articoli completi.

1) Yayoi Kusama alla Fondazione Beyeler:

Installation view «Yayoi Kusama», Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2025 Infinity Mirrored Room – The Hope of the Polka Dots Buried in Infinity Will Eternally Cover the Universe, 2025 © YAYOI KUSAMA Photo: Mark Niedermann

Yayoi Kusama è uno di quei nomi che parlano a pubblici diversissimi senza perdere profondità: la sua ricerca, tra ossessioni visive, ripetizione e ambienti immersivi, è diventata un linguaggio riconoscibile anche fuori dal mondo dell’arte. La retrospettiva alla Fondazione Beyeler funziona come un punto fermo del 2025: riassume decenni di lavoro e trasforma la visita in un’esperienza. Una storia davvero evergreen, utile anche quando la mostra non sarà più in corso.

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2) David Hockney a Parigi (Fondation Louis Vuitton):

Il neon di David Hockney sopra l’ingresso della Foundation Louis Vuitton di Parigi. Photo © artbooms

David Hockney è uno degli artisti più influenti del secondo Novecento: pittura, disegno e immagine digitale convivono in un linguaggio immediatamente riconoscibile, luminoso e rigoroso allo stesso tempo. L’interpretazione che da di ritratto, autoritratto e paesaggio in chiave contemporanea sono magistrali. La grande mostra a Parigi (nella meravigliosa sede della Fondation Louis Vuitton progettata dal recentemente scomparso Frank Gehry) è stata una delle tappe più forti dell’anno: non solo un evento da vedere, ma un’occasione per capire come il signor Hockney costruisca lo sguardo — e perché continui a parlare anche a chi si avvicina all’arte contemporanea per la prima volta.

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3) Maurizio Cattelan: “Seasons” a Bergamo

GAMeC, Pensare come una montagna, Maurizio Cattelan. Seasons. Bergamo 2025. Photo: Lorenzo Palmieri

Il progetto “Seasons” di Maurizio Cattelan si è concluso come una mostra diffusa che ha trasformato Bergamo in un percorso: non un solo gesto, ma una sequenza di apparizioni capaci di lavorare sulla memoria della città e sul nostro modo di guardare i simboli. È anche un ottimo punto di ingresso per capire perché il signor Cattelan continua a essere centrale (e discusso): la sua provocazione non resta mai solo idea, ma finisce per misurarsi con la realtà — dal mercato alle reazioni pubbliche. Per questo, accanto a “Seasons”, vale la pena rileggere due episodi che allargano lo sguardo: i record d’asta che raccontano come l’arte diventa notizia (incluso “America”, il water in oro 18 carati) e il caso della banana (“Comedian”) diventato un fenomeno globale.

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4) Biennale di Venezia 2026: “In Minor Keys” e la curatela postuma di Koyo Kouoh:

Koyo Kouoh in una foto di © Antoine Tempé

La Biennale di Venezia 2026 si intitolerà "In Minor Keys" e ha una storia che cambia il modo in cui la leggeremo: Koyo Kouoh resterà la curatrice anche dopo la sua scomparsa e l’edizione verrà portata avanti con una curatela postuma. Non è solo cronaca: dice molto su istituzioni, responsabilità e continuità, e su come un progetto curatoriale possa sopravvivere alla persona che lo ha immaginato. Un passaggio chiave per capire il clima e le domande che accompagneranno l’arte nei prossimi mesi.

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5) KAWS a Firenze: “The Message”:

“KAWS: THE MESSAGE”, Palazzo Strozzi, Florence, 2025. Photo Ela Bialkowska, OKNO studio © KAWS

KAWS a Palazzo Strozzi di Firenze è uno di quegli episodi che escono dalla nicchia e diventano conversazione pubblica: un nome riconoscibile anche fuori dal circuito dell’arte, una città iconica e un’opera che funziona immediatamente nello spazio urbano. “The Message” è interessante proprio per questo: mostra come l’arte contemporanea possa essere pop senza essere semplice, e come l’arte pubblica cambi il modo in cui una città viene guardata, fotografata e raccontata.

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