Fai un giro nella fiera d'arte più famosa di sempre! Artbasel è online ancora per 3 giorni

Galerie Eigen and Art Olaf Nicolai. All photos Courtesy Artbasel

Galerie Eigen and Art Olaf Nicolai. All photos Courtesy Artbasel

Certo l’esperienza è mancata: niente grandi installazioni da vedere dal vivo, niente giro in Svizzera, niente lusso sfrenato, ne transazioni al cardiopalma. Ma Artbasel, la fiera d’arte contemporanea più importante del mondo, in versione digitale dal 19 giugno (Artbasel Online Viewing Rooms ) non è stata un flop. Anzi.

Art Basel Online Viewing Rooms ha visto la partecipazione di 282 gallerie d'arte contemporanea "leader di 35 paesi e territori in Europa, Nord e Sud America, Asia, Medio Oriente e Africa". E per attirare l'interesse del pubblico internazionale anche in questa versione a distanza, ha costruito un "programma di eventi composto da conferenze in streaming in diretta, tour dei curatori, nonch (é eventi digitali organizzati da gallerie - dai tour in studio alle esibizioni -".

Tra questi ultimi da ricordare la visita allo studio dello scultore belga Hans Op de Beeck organizzato da Galleria Continua (è stato trasmesso via zoom e facebook il 20) in cui l’artista ha parlato delle sue ultime opere ma ha anche permesso agli spettatori di fare un viaggio intimo nella sua quotidianità. E la galleria David Zwirner che ha presentato nientemeno che una nuova scultura di Jeff Koons. Non c’è da preoccuparsi però, la tentazione di comprarla resterà inappagata comunque, perchè “Balloon Venus Lespugue (Red)” è stata già acquistata per quella che passerà alla storia come la cifra più alta mai pagata (fino ad ora) in una transazione online: 8milioni di dollari.

L’ha comperata “un collezionista europeo” riferisce Artnet. Per tutti gli altri resta online una pagina della galleria che spiega in dettaglio il processo che è sta to necessario per ottenerla, parla del lavoro di Koons e mostra diversi video in cui l’artista stesso spiega alcuni aspeetti delle sue opere.

Anche se è ancora presto per tirare bilanci.la “Balloon Venus Lespugue (Red)” di Koons è un caso a se. Sempre Artnet riferisce che nei primi giorni di Artbasel le transazioni sono state tante e con un valore medio tutt’altro che trascurabile. Tuttavia gli affari per oltre un milione di euro sono stati pochi.

Fino a poco tempo fa il futuro del mercato dell’arte online sembrava non ci sarebbe mai stato. Invece Artbasel ha raggiunto un tetto medio di vendita che si pensava impossibile da ottenere online dimostrando che il domani è sicuramente anche digitale.

Artbasel Online Viewing Rooms si potrà visitare fino al 26 giugno 2020. Un evento da non perdere per vedere e capire l’arte contemporanea, o più banalmente per sbirciare i prezzi delle opere più desiderate. A ingresso gratuito e da casa propria sia attraverso il sito della fiera che scaricando le app (per iphone e android).

Galeria Juana de Aizpuru, Alicia Framis

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Galerie Ruediger Schoettle, Thu Van Tran

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Galeria Plan B, Belu Simion Fainaru

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Gagosian, Duane Hanson

Gagosian, Duane Hanson

Neugerriemschneider, Pae White

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Gagosian, Tom Wesselmann

Gagosian, Tom Wesselmann

L'irresistibile design giapponese retrò delle finestre ad angolo arrotondato

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Le finestre ad angolo arrotondato giapponesi agli occidentali, quasi irrazionalmente, richiamano alla mente: cartoni animati, illustrazioni e fumetti. Ma sulle prime non il Giappone. Quando si è distratti si notano appena e non come a un elemento tipico,. Eppure nel Paese del Sol Levante in un certo periodo queste strane finestre hanno attecchito con vigore.

Tanto che riflettendoci ci si rende conto che emanano un design retrò tutto giapponese. E che si adattano alla vetrina di un ristorante dove si serve il sushi o a una rivendita di sake.

Adesso sono passate di moda, ma le finestre ad angolo arrotondato, prima venivano usate per le vetrine dei negozi ma anche su appartamenti e complessi dedicati agli uffici.

Per vedere altre finestre giapponesi ad angolo arrotondandato e godersi il loro design retrò si possono digitare su Instagram le hashtag # レ ト ロ 窓 (finestra retrò) e # 角 の 丸 い 窓 (finestre ad angolo arrotondato). (via Spoon and Tamago)

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Le sculture in marmo di Carrara di Fabio Viale che rotolano come sassi in fondo all'antica cava

All images Courtesy Fabio Viale

All images Courtesy Fabio Viale

Fabio Viale è un virtuoso della scultura in marmo. Parte dalle forme classiche per rivisitare il risultato in chiave contemporanea (qui le sue sculture tatuate). Conosce talmente bene il materiale che ne usa diversi tipi a seconda delle esigenze narrative . A quello di Carrara è dedicata la performance “Root’la” ambientata proprio nelle cave più famose d’Italia.

“Root’la” è un gioco di parole tra il termine inglese root (radice) e il verbo italiano rotolare. Il titolo riassume il significato e l’azione della performance. Nell’opera che si è svolta alle cave di Carrara (Toscana) Viale ha, infatti, portato delle copie di sculture classiche (ovviamente realizzate da lui in marmo di Carrara) in cima agli scavi, per poi lasciarle cadere giù per il pendio.

L’azione è chiara (le sculture hanno rotolato fino a valle), il significato tutto sommato anche (le opere attraverso quello che è successo hanno ritrovato le loro radici).

Fabio Viale ha così spiegato in un video che ho inserito in coda a questo post: “La mia idea è stata quella di andare su uno di questi con delle opere e poi buttarle giù a valle. Lo suggeriva già Michelangelo, dopo di lui Arturo Martini, cioè di usare il ravaneto come se fosse uno strumento di scultura. Perchè le opere quando rotolano, quando cadono a valle, in parte si distruggono ma in parte si alternao., si modificano e divengono un tutt’uno con la montagna (…) e questo percorso diviene un po’ la metafora della nostra vita

Per vedere altre sculture in marmo di Carrara di Fabio Viale, così come in molte altre rocce calcaree, basta dare uno sguardo all’account Instagram dell’artista piemontese. Per ammirare dal vivo invece la splendida KOURUS e altre sculture recenti dal 27 giugno al 4 ottobre a Pietrasanta (Lucca) si terrà la mostra “Truly” (organizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali).

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