The Mastaba l'unica installazione permanente di Christo e Jeanne-Claude sarà finanziata con gli NFT

Christo in his studio with preparatory works for The Mastaba. New York City, April 15, 2012 Photo: Wolfgang Volz © 2012 Christo and Jeanne-Claude Foundation

La realizzazione di The Mastaba, un’enorme ziggurat di barili di petrolio colorati, progettata da Christo e dalla moglie Jeanne-Claude nel 1977, sarà finanziata con gli NFT. L’ha detto il nipote dell’artista recentemente scomparso, Vladimir Yavachev, nel corso di una conferenza ad Amsterdam.

Arc de Triomphe Wrapped e The Mastaba erano due opere imprescindibili per l’artista di origini bulgare. Talmente importanti, che prima di morire, pare abbia chiesto al nipote di fare in modo che entrambe vedessero la luce. La prima è stata eseguita nel settembre 2021, quindi resta solo la seconda. Che, per altro, sarà l’unica installazione permanente nata dal lavoro e dalla collaborazione di Christo Vladimirov Javacheff e Jeanne-Claude Denat de Guillebon, in arte semplicemente Christo e Jeanne-Claude.

The Mastaba sarà anche la scultura più grande del mondo.

L’opera temporanea The London Mastaba, che nell’estate del 2018 ha fluttuato sul Lago Serpentine di Hyde Park , ha costituito una prova generale del grande progetto che Christo e Jeanne-Claude avevano deciso sarebbe stato portato a termine nel deserto di Liwa a sud di Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti). Ma The Mastaba con i suoi 410mila barili di petrolio multicolori (i toni studiati dal duo di artisti sono stati scelti per sposarsi con il paesaggio arido) e le dimensioni tali da contenere due Grandi Piramidi al suo interno, è ben altra cosa..

Secondo i calcoli del team che lavora al progetto la costruzione dell'opera dovrebbe durare tre anni, mentre l'assemblaggio sul posto richiederà solo due settimane. Tuttavia serviranno dieci torri d'elevazione per portarlo a termine.

L’opera sarà molto costosa e verrà completamente autofinanziata (come tutte le installazioni di Christo e Jeanne-Claude). Per questo si è pensato agli NFT: "Il progetto- ha detto Vladimir Yavachev- non si basa su finanziamenti governativi e, poiché il costo stimato è di circa 400 milioni di dollari, stiamo davvero cercando molti modi innovativi (compresi gli NFT) per dargli vita".

L’idea sarebbe quella di vendere un NFT per ogni barile necessario (cioè 410mila) ad un massimo di mille dollari per ognuno. Il progetto di The Mastaba prevede, inoltre, la sostituzione dei barili che compongono la scultura ogni 12-15 anni. E quelli vecchi dopo questo lasso di tempo diventerebbero effettivamente di proprietà dei finanziatori. Un barile da 250 litri di petrolio per ogni proprietario di NFT..

“È come quando le cattedrali vengono costruite con pietre sponsorizzate- ha detto ancora Yavachev-ma in questo caso puoi portati la pietra a casa." (via domusweb)

Christo, The Mastaba (Project for Abu Dhabi, United Arab Emirates) Drawing 2012 in two parts Pencil, charcoal, wax crayon, pastel, map, hand-drawn technical data, enamel paint, and tape 38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm (15 x 96 in and 42 x 96 in) Property of the Estate of Christo V. Javacheff Photo: André Grossmann © 2012 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Christo and Jeanne-Claude looking for a possible site for The Mastaba. United Arab Emirates, February 1982 Photo: Wolfgang Volz © 1982 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Christo, The Mastaba (Project for Abu Dhabi, United Arab Emirates) Drawing 2013 in two parts Pencil, charcoal, pastel, wax crayon, enamel paint, hand-drawn map and technical data, and tape 77.5 x 30.5 cm and 77.5 x 66.7 cm (30½ x 12 in and 30½ x 26¼ in) Private collection Photo: André Grossmann © 2013 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Christo in his studio with a preparatory drawing for The Mastaba. New York City, 1984 Photo: Wolfgang Volz © 1984 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Christo, The Mastaba (Project for Abu Dhabi, United Arab Emirates). Collage 2017 Pencil, wax crayon, pastel, photograph by Wolfgang Volz, enamel paint, and tape on brown board 21.5 x 28 cm (8½ x 11 in) Property of the Estate of Christo V. Javacheff Photo: André Grossmann © 2017 Christo and Jeanne-Claude Foundation

Raffinati, alieni e misteriosi i musei della serie Liechtenstein di Candida Höfer

Candida Höfer, Kunstmuseum Liechtenstein Vaduz VII 2021. C-Print, 184x254 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

La serie di fotografie Liechtensten di Candida Höfer, si muove nel solco dello stile che le ha dato la fama. C’è la cura maniacale per i dettagli, il formato solitamente grande delle immagini stampate, il rigore inflessibile dell’inquadratura, l’assenza di esseri umani al centro di un architettura che negli occhi dell’artista tedesca diventa quasi viva. Sempre affascinante, a volte bellissima ma anche misteriosa ed inquietante.

Liechtensten è stata realizzata nel 2021. Si tratta di una ventina di foto, che Höfer ha scattato nei musei pubblici e privati in giro per il Principato del Liechtenstein, in previsione dell’ esposizione attualmente in corso al Museo d'arte del Liechtenstein e alla Hilti Art Foundation. Entrambe le sedi si trovano a Vaduz (capitale del piccolo stato europeo) e ospitano importanti collezioni di arte moderna e contemporanea che sono state accostate al lavoro dell’artista di Colonia per creare un dialogo.

I curatori sono partiti, quando da una singola immagine quando da un gruppo di lavori di Höfer, selezionando dipinti e sculture storicizzate, per mettere in evidenza similitudini, assonanze e divergenze (la sesta e la setttima foto in basso, per esempio, mostrano quanti eco si possono sentire semplicemente accostando HAF Kunstdepot Triesen di Höfer a Copia dal vero dipinta da Giulio Paolini nel ‘76). L’ampia estensione dello spazio espositivo ha fatto il resto (in tutto ben milleseicento metri quadri divisi tra il Museo d’Arte e la Hilti Foundation).

"Höfer si concentra sull'infrastruttura dell'arte- spiegano i curatori Christiane Meyer-Stoll, Uwe Wieczorek e l'italiana Letizia Ragaglia- presentando non solo situazioni all'aperto, ma anche aree di stoccaggio, soffitti luminosi, montacarichi e scale. Dopotutto, cosa sarebbe una collezione museale senza deposito o una mostra senza illuminazione? Ha anche fotografato il negozio fuori sede della Biblioteca Nazionale del Liechtenstein. Il suo modo di guardare ci permette di rivivere luoghi e spazi e di percepirli in modo più consapevole. Le fotografie di Höfer danno il tono a noi, come curatori. Sono il punto di partenza e l'ispirazione per dialogare con entrambe le collezioni, che offrono un patrimonio di affascinanti e sorprendenti affinità".

Nata a Eberswalde nel ‘44, Candida Höfer, ha uno stile consolidato e la serie Liechtensten non è il suo primo gruppo di immagini site-specific (era già successo per esempio a Brussels e Düsseldorf). Al centro dei suoi scatti scorci architettonici sia d’interni che esterni. Il rigore inflessibile delle composizioni e l’importanza attribuita alla luce in immagini altrimenti minimali, danno concretezza al precario e riempiono il vuoto. A lei interessa l’influsso che gli edifici dedicati alla fruizione della cultura hanno sulle persone che li visitano. Per questo la presenza umana nella sua opera è bandita.

"... mi è apparso chiaro- ha detto tempo fa- che ciò che le persone fanno in questi spazi (e ciò che questi spazi fanno loro) è più chiaro quando nessuno è presente, proprio come un ospite assente è spesso oggetto di conversazione”.

La serie Liechtensten è composta da scatti di esterni ed interni. L’artista, qui come in altre occasioni. fotografa anche parti dei musei inacessibili al pubblico e oggetti alieni a chi non vi lavori. Come le casse climatizzate per trasportare le opere d’arte più delicate (nella seconda immagine in basso). Höfer, in questo caso, ci da informazioni specifiche e allude ai processi di cura che la comunità mette in atto per preservare la memoria colletiva.

La nuova serie di fotografie di Candida Höfer rimarrà nelle sale del Museo d'arte del Liechtenstein e della Hilti Art Foundation fino al 10 aprile 2023. La mostra si intitola semplicemente Candida Höfer: Liechtenstein, ed è un evento importante per il Principato dell’Europa centrale, che in occasione dell’inaugurazione della Biennale di Venezia (in cui non ha un padiglione nazionale) l’ha presentata tra le principali novità della sua programmazione espositiva.

Candida Höfer, Kunstmuseum Liechtenstein Vaduz V 2021. C-Print, 184x209 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Candida Höfer, HAF Kistenlager Schaan I 2021. C-Print, 184x149 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Candida Höfer, Passage Vaduz I 2021. C-Print, 184x171,8 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Candida Höfer, Kunstmuseum Liechtenstein Vaduz I 2021. C-Print, 184x141,5 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Candida Höfer, Kunstdepot Schaanwald I 2021. C-Print, 184x150 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Candida Höfer, HAF Kunstdepot Triesen I 2021. C-Print, 184x246 cm © Candida Höfer, Cologne / 2022 Pro Litteris, Zürich

Giulio Paolini, Copia dal vero [Copy from Life], 1976. Pencil on canvas, wood, four parts, overall dimensions: 60,2 x 120,5 x 2 cm. Kunstmuseum Liechtenstein Vaduz © Giulio Paolini

Installation view, Candida Hoefer: Liechtenstein. Foto Sandra Maier

Neons Corridors Rooms: attraversa i corridoi del grande Bruce Nauman per vivere una quotidianità surreale e inquietente

Bruce Nauman Corridor Installation with Mirror–San Jose Installation (Double Wedge Corridor with Mirror), 197 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Panza Collection, 1991 (91.3829) © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy the artist; Sperone Westwater, New York, e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Inaugurata lo scorso 25 settembre “Neons Corridors Rooms” al Pirelli Hangar Bicocca di Milano è una mostra importante. Dedicata allo statunitense Bruce Nauman, uno degli artisti viventi di maggior rilievo nella storia dell’arte contemporanea, indaga la sua ricerca spaziale e architettonica. Un aspetto meno studiato nella sua produzione cinquantennale. E lo fa ricostruendo una vasta serie di spazi, per lo più corridoi, capaci di disorientare lo spettatore e proiettarlo in una realtà parallela e sottilmente inquietante.

“Neons Corridors Rooms”, realizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, raccoglie trenta opere realizzate dalla seconda metà degli anni sessanta dall’artista originario dell’Indiana. Come già detto si tratta di spazi architettonici ma ci sono anche alcuni dei neon più iconici della produzione di Nauman (come “One Hundred Live and Die” in cui l’artista accosta, per cento volte, ai verbi vivere e morire azioni della quotidianità) e il video capolavoro “MAPPING THE STUDIO II with color shift, flip, flop, & flip/flop (Fat Chance John Cage)” che lo vede concentrarsi sugli aspetti solitamente trascurati e apparentemente ininfluenti del mondo che ci circonda (lo fa riprendendo il suo studio del New Mexico durante la notte).

C’è pure “Raw Materials”, un vero e proprio paesaggio sonoro, realizzato nel 2004 per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra. L’opera così descritta dagli organizzatori della mostra: "riproduce in loop 21 registrazioni audio legate ad altrettanti precedenti lavori dell’artista, ripercorrendo così la sua lunga carriera in un percorso di rimandi, flashback e alterazioni acustiche". A Milano viene installata per la prima volta all’aperto.

E’ una mostra ricca. Al Pirelli Hangar Bicocca ci sono persino più lavori di quelli presentati nelle retrospettive di Londra e Amsterdam tra il 2020 e il 2021. Infatti, oltre alle opere esposte nelle due capitali europee, a Milano c'è una selezione di installazioni provenienti da numerose collezioni pubbliche e private internazionali (tra cui: Artist Rooms National Galleries of Scotland and Tate, Centre Pompidou, Parigi, IVAM, Valencia, Hamburger Kunsthalle, Amburgo, Kunstmuseum, Basilea, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam, Solomon R. Guggenheim Museum / Panza Collection, New York, Stedelijk Museum, Amsterdam, Tate Modern, Londra, Annibale Berlingieri Collection, Benesse Collection, Okayama, Collection of Jack and Nell Wendler, Courtesy of Wendler Family LLC, Daskalopoulos Collection, Dia Art Foundation, Emanuel Hoffmann Foundation, FER Collection, Froehlich Collection, Herbert Foundation, Ghent, e Bruce Nauman Studio).

“Neons Corridors Rooms” si estendende sulla superficie di oltre 5.000 metri quadrati delle Navate di Pirelli HangarBicocca occupando anche altri spazi, come la Sala lettura e l’area esterna,.

Ed è proprio la straordinaria vastità dello spazio espositivo ad aver consentito ai curatori di focalizzare la mostra sulla ricerca spaziale e architettonica di Bruce Nauman. Attraverso varie tipologie di corridoi e stanze ed una selezione di Tunnels (cioè modelli scultorei per architetture sotterranee).

Nato nel ‘41 a Fort Wayne, Bruce Nauman, adesso vive e lavora nel New Mexico, nel corso della sua carriera ha usato un vasto numero di media (installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono). La sua opera indaga stati psicologici e codici comportamentali. Ma è sempre stato affascinato dalla natura della comunicazione e dai problemi inerenti al linguaggio, e forse per questo tra sue opere più note ci sono i neon. Gli spazi architettonici però sono quelli in cui il visitatore diventa centrale e sperimenta in prima persona la quotidianità, a tratti surreale e sempre disturbante, inscenata dall'artista. Così i suoi corridoi a volte sono troppo stretti e mettono chi li attraversa nella condizione di fare i conti con i limiti del proprio corpo. Altre volte Nauman usa specchi o luci per creare atmosfere stranianti.

Insomma, con gli ambienti ideati da Nauman l’incidente è sempre dietro l’angolo. Perchè l’artista vuole che lo spettatore provi emozioni viscerali.

Una determinazione che l’ha spinto a continuare a creare stanze e passaggi nel corso di tutta la sua carriera. Una sua serie di corridoi degli anni ‘80 è persino ispirata a un sogno. Anche lui quindi, come molti artisti (tra gli altri il coreano Yunchul Kim e la sudafricana Dineo Seshee Bopape attualmente in mostra in altri spazi del Pirelli Hangar Bicocca), a volte viene visitato la notte dalle opere che un giorno creerà.

Neons Corridors Rooms” di Bruce Nauman è curata da Roberta Tenconi e Vicente Todolí con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan. Sarà possibile visitarla fino al 26 febbraio 2023. Nello stesso periodo, sempre in Italia (ma questa volta a Firenze), è in corso una mostra del danese-islandese Olafur Eliasson che ha subito l’influsso proprio dalla ricerca spaziale architettonica di Nauman. Non va dimenticato, infine, che le esposizioni di Pirelli Hangar Bicocca sono ad ingresso gratuito.

Bruce Nauman Kassel Corridor: Elliptical Space, 1972 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Panza Collection, 1991 (91.3833) Courtesy l’artista; Sperone Westwater, New York, e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman Kassel Corridor: Elliptical Space, 1972 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Panza Collection, 1991 (91.3833) Courtesy l’artista; Sperone Westwater, New York, e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman Dream Passage with Four Corridors, 1984 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Centre Pompidou, Paris, Musée national d’art moderne/ Centre de creation industrielle (AM 1987- 1136), purchased in 1987 © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy the artist; Sperone Westwater, New York, and Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman Dream Passage with Four Corridors, 1984 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Centre Pompidou, Paris, Musée national d’art moderne/ Centre de creation industrielle (AM 1987- 1136), purchased in 1987 © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy the artist; Sperone Westwater, New York, and Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman Green Light Corridor, 1970 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Panz Collection, Gift, 1992 (92.4171) © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy l’artista; Sperone Westwater, New York, e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman “Neons Corridors Rooms”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2022 © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy l’artista; Sperone Westwater, New York, e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Bruce Nauman One Hundred Live and Die, 1984 Collection Benesse Holdings, Inc/ Benesse House Museum, Naoshima © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy Sperone Westwater, New York

Bruce Nauman Ritratto © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy Sperone Westwater, New York Foto Zoe Nauman