Gli enormi disegni 3d di Tanabe Chikuunsai IV creati intrecciando pazientemente lunghe strisce di bamboo

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All images courtesy of Mingei Gallery

L’atista giapponese Tanabe Chikuunsai IV (ho parlato di lui anche qui) crea delle grandi installazioni intrecciando listarelle di bamboo. Prende a esempio una tecnica locale che non si discosta molto dalla lavorazione del vimini. E che gli permette di dare alla luce forme organiche, che ricordano enormi rami o liane, capaci di invadere gli spazi, pur mantenendo lo sguardo libero di fuggire al di là di loro.

Tanabe Chikuunsai IV intreccia bamboo come suo padre, il padre di suo padre e così via per quattro generazioni. Certo lui lo fa in scala monumentale e non essendo vincolato alla funzione dell’oggetto si inventa luoghi paralleli a quelli reali. Posti in cui enormi radici, o forse i tentacoli di un polipo penetrano nelle pareti senza farle crollare. Tutto sommato esteticamente niente di strano. A stupire è la pazienza, l’abilità e la velocità dell’artista nel creare queste grandi installazioni.

E poi Tanabe recupera una forma di lavorazione artigiana tradizionale, preservandola. Senza contare che nel momento in cui lo fa, salva e reinventa la sua memoria.

"Ci sono due categorie di opere che lo rappresentano- è scritto sul sito internet dell'artista- nella prima ci sono le opere tradizionali che ereditano le tecniche e lo spirito dei suoi avi. Presenta tali opere principalmente alla Japan Traditional Art Crafts Exhibition (...) La seconda categoria è costituita da installazioni di bambù tridimensionali con potenti elementi moderni. Le sue installazioni sono create con in mente il concetto "Arte che Rimane nelle Nostre Memorie" e sono esposte in diversi luoghi e in varie forme".

Usa bamboo di almeno due colori. Le sue installazioni così sono ancora più pittoriche, come fossero una sorta di disegni tridimeensionali.

Tanabe Chikuunsai IV esporrà non in Italia ma quasi. Dal 16 novembre 2021, infatti, sarà alla Fondazione Baur di Ginevra (fino al 27 marzo 2022). in ogni caso condivide il suo lavoro sull’account instagram. (via Colossal)

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