Resta in mostra alla Fabbrica del Vapore la leggendaria Bmw dipinta a mano da Andy Warhol e imbrattata dagli eco-vandali

Realizzata nel 1979 da Andy Warhol, la Bmw M1 fu solo la quarta della famosa serie. Resta un’auto leggendaria ancora oggi perchè Warhol la dipinse a mano, usando pennello e barattoli su barattoli di colore. Voleva vedere l’effetto che i toni vivi, disposti in ampie campiture accostate come tessere di un mosaico, avrebbero avuto una volta che la vettura fosse stata in corsa Adesso la Bmw Art Car di Andy Warhol è esposta alla Fabbrica del Vapore di Milano. Solo una delle oltre 300 opere che compongono la mostra: "Andy Warhol La pubblicità della forma". Ma di certo non la meno interessante.

L’esposizione che si è inaugurata lo scorso 22 ottobre (curata da Achille Bonito Oliva con Edoardo Falcioni), raccoglie per la maggior parte opere uniche. Molte provengono dal patrimonio lasciato da Andy Warhol al momento della morte, due erano di Keith Haring e altre fanno parte di prestigiose collezioni private. Si tratta di materiale molto vario che copre completamente la carriera dell’artista, dagli esordi come pubblicitario negli anni ‘50 fino agli anni ‘80.

Dai disegni degli anni 50 alle icone Liz, Jackie, Marilyn, Mao, Flowers, Mick Jagger ai ritratti ed ai suoi progetti personali come il fashion – ha detto il giovane co-curatore Edoardo Falcioni – sono presenti tele, carte, sete, latte con le famose ed uniche Polaroid, per arrivare agli acetati unici che fanno parte della seconda fase del suo lavoro altrettanto importante”.

E non è tutto, perchè i mostra ci sono anche: dischi originali, T-shirts, una ricostruzione (definita "fedele") della prima Factory, un'area multimediale con proiezioni di film da vedere inforcando gli occhialini per la visione 3d e il computer Commodore Amiga 2000 con le illustrazioni digitali di Warhol. Oltre, appunto, alla sua BMW Art Car.

Le illustrazioni digitali sono particolarmente interessanti perchè, realizzate nell’85 due anni prima della scomparsa dell’artista, sono state recuperate da un floppy disk obsoleto (e quindi inleggibile) solo nel 2014. Warhol le aveva create su commissione della Commodore International di cui era diventato testimonial. Poi vennero dimenticate per circa 30 anni.

La mostra è divisa in sette aree tematiche: GLI ANNI ’50 (l’esordio e l’arte pubblicitaria con le sezioni Wahrol l’illustratore commerciale e I ritratti: un primo sogno da artista), Il COMMENTATORE SOCIALE (con le sezioni Icone, Fama e Successo e Disastri), PORTRAIT OF THE SOCIETY (ra emarginazione e celebrità con le sezioni Ladies and Gentlemen e Celebrità), WARHOL E LA MUSICA (con le sezioni L’amicizia con Mick Jagger e i Rolling Stones, Gli altri progetti nel mondo della musica e Studio 54) WARHOL E LA MODA (con le sezioni Il primo grande amore: il mondo della moda e La rivoluzione del fashion come supporto tecnico) IL SACRO E IL PROFANO (con le sezioni Nuovi simbolismi e sperimentazioni e Omaggi e commissioni) L’ULTIMO DECENNIO (il rapporto con il sacro.).

La Bmw M1 attraversa più di una sezione proposta. Di sicuro ha a che fare con la fascinazione di Andy Warhol per i simboli della sua contemporaneità. Disse a proposito della macchina: “Ho tentato di mostrare la velocità come un'immagine visiva. Quando un'automobile viaggia davvero veloce, tutte le linee e i colori si trasformano in una sfocatura”. La sua Bmw Art Car fu la quarta della fortunata serie (prima di lui solo: Alexander Calder, Frank Stella e Roy Lichtenstein), che oggi è arrivata alla diciannovesima collaborazione (le auto sono però venti, visto che Jeff Koons ne ha disegnate due in periodi diversi). Per ironia della sorte proprio lui che aveva reso superflua la mano dell’artista nella realizzazione di un’opera pittorica, fu uno dei pochi se non l’unico a dipingere la sua Bmw Art Car. Lo fece anzi in pubblico, ripreso da una telecamera, come se fosse una performance. Il video dell’azione è in mostra alla Fabbrica del Vapore (lo trovate anche qui sotto a bassa risoluzione). Per stendere il colore usò i pennelli, con cui in soli 28 minuti applicò ben sei chili di vernici.

la Bmw M1 di Andy Warhol, insieme alle altre opere iconiche e non dello scomparso artista statunitense, si potrà vedere alla Fabbrica del Vapore di Milano per tutta la durata della mostra "Andy Warhol La pubblicità della forma". Cioè fino al 28 marzo 2023.

AGGIORNAMENTO: Un gruppo fomato da quattro ambientaliste (affiancate da un quinto che le riprendeva) hanno gettato otto chili di farina sulla Bmw Art Car di Andy Warhol. "Stiamo ripulendo - ha spiegato il producer della mostra Salvatore Lacagnina a Il Giorno - e per ora non tocchiamo la macchina. Stiamo aspettando i tecnici della Bmw che arrivano dalla Germania". Gli eco-vandali sono stati identificati dalla Digos, che, però, per ora stà ancora soltanto valutando quali provvedimenti prendere.

“Shadows travelling on the sea of the day” l'enorme e drammatica installazione di Olafur Eliasson nel luminoso paesaggio del Qatar

سفر الظلال في بحر النهار (Shadows travelling on the sea of the day), 2022. Steel, fibreglass, glass mirrors 4.53 x 10.51 x 10.51 metre | ø 8.2 metre | ø 8.2 metre. Installation view: Northern Heritage sites, Doha, Qatar, 2022 Photo: Iwan Baan Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles

Olafur Eliasson ha recentemente presentato un’installazione drammatica e minimale nel paesagggio desertico del Qatar. La scultura si intitola “Shadows travelling on the sea of the day” (Le ombre viaggiano sul mare del giorno) alludendo alla linea d’orizzonte che fugge apparentemente senza confini alla luce intensa e mutevole della location. Un’opera d’arte pubblica molto grande (è composta da 25 elementi) che arriva mentre l’artista danese-islandese è in mostra in Italia (a Palazzo Strozzi di Firenze).

Anche nella città culla del Rinascimento Olafur Eliasson ha installato un opera d’arte site-specific accessibile gratuitamente al pubblico ( Under the weather). Ma se in Toscana si è servito dell’effetto moiré per spingere i visitatori a guardare verso l’alto in Qatar ha usato gli specchi. Ben venti elementi scultorei composti da cerchi in vetroresina con in cima una copertura specchiante, cui si aggiungono tre anelli singoli e due anelli doppi. Le strutture sono alte. Ma c’è di più: gli elementi sono posizionati "secondo gli assi- spiegano gli organizzatori- di uno schema simmetrico quintuplice", le dieci pensiline al centro poi formano un pentagramma, o stella a cinque punte. "I principi alla base di tali modelli sono stati recentemente scoperti dai matematici occidentali",

Posizionata nel Northern Heritage vicino a Doha, l’installazione, fa parte di un vasto progetto d’arte pubblica organizzato in previsione della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 (che si svolgerà dal 20 novembre al 18 dicembre). Oltre al lavoro di Olafur ci sono importanti interventi della libanese-americana Simone Fattal e del brasiliano Ernesto Neto, più cento opere d'arte pubbliche che i Qatar Museums hanno messo negli spazi pubblici in cui si prevede transitino i visitatori. Il paese mediorientale, infatti, dovrebbe diventare meta di ben un milione e mezzo di visitatori durante l’evento sportivo.

Al centro di “Shadows travelling on the sea of the day” c’è il paseaggio del Qatar (quindi la Natura) ma anche il tempo. Dilatato dagli specchi e dagli elementi circolari, progettati per osservare l’orizzonte e riflettere le ombre mentre queste ultime, (proiettate al suolo sia dal visitatore che dagli stesssi elementi scultorei) cambiano con il passare delle ore, con il mutare della luce.

Gli specchi ne sono la colonna portante. Servono a destabilizzare e unire i visitatori ma anche a farli diventare parte del paesaggio in affreschi emozionanti e transitori.

"Ti trovi subito fermo sulla sabbia e appeso, a testa in giù- ha spiegato Olafur Eliasson- ad un terreno che è molto al di sopra di te. Probabilmente passerai avanti e indietro tra una prospettiva in prima persona e un punto di vista destabilizzante in terza persona di te stesso (...) Il riflesso diventa una composizione virtuale, che cambia mentre ti muovi. Ciò che percepisci (un intreccio di paesaggio, elementi scultorei tentacolari e visitatori) sembra iperreale mentre è ancora completamente in trasformazione".

L’installazione “Shadows travelling on the sea of the day” rimarrà in Qatar anche quando la Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 si sarà conclusa. Olafur Eliasson, spesso condivide le tappe del suo lavoro su Instagram.

سفر الظلال في بحر النهار (Shadows travelling on the sea of the day), 2022 Steel, fibreglass, glass mirrors 4.53 x 10.51 x 10.51 metre | ø 8.2 metre | ø 8.2 metre Installation view: Northern Heritage sites, Doha, Qatar, 2022 Photo: Iwan Baan Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles

سفر الظلال في بحر النهار (Shadows travelling on the sea of the day), 2022 Steel, fibreglass, glass mirrors 4.53 x 10.51 x 10.51 metre | ø 8.2 metre | ø 8.2 metre Installation view: Northern Heritage sites, Doha, Qatar, 2022 Photo: Iwan Baan Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles

سفر الظلال في بحر النهار (Shadows travelling on the sea of the day), 2022 Steel, fibreglass, glass mirrors 4.53 x 10.51 x 10.51 metre | ø 8.2 metre | ø 8.2 metre Installation view: Northern Heritage sites, Doha, Qatar, 2022 Photo: Iwan Baan Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles

سفر الظلال في بحر النهار (Shadows travelling on the sea of the day), 2022 Steel, fibreglass, glass mirrors 4.53 x 10.51 x 10.51 metre | ø 8.2 metre | ø 8.2 metre Installation view: Northern Heritage sites, Doha, Qatar, 2022 Photo: Iwan Baan Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles

Noor Riyadh, il festival delle installazioni luminose dell'Arabia Saudita. Tra ambiente, intelligenza artificiale e droni

SpY, Earth, 2021. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.

Da oggi nella capitale dell’Arabia Saudita va in scena l’esposizione annuale di installazioni luminose Noor Riyadh. Si tratta di una mostra estesa, costituita per lo più di opere d’arte pubblica (accessibili gratuitamente), che colpisce sia per il numero di artisti chiamati a partecipare (130 tra sauditi e internazionali), che per la quantità (190 lavori) e qualità dei progetti realizzati.

Il tema su cui gli artisti sono stati chiamati a portare il loro contributo è: "We Dream of New Horizons". Gli organizzatori della manifestazione spiegano: "E' incentrato su un senso di speranza per il futuro, con connotazioni positive, ottimistiche e che riflettono una fiducia nel rinnovamento e nella trasformazione". In effetti, Noor Riyadh, non si limita a mettere in mostra installazioni luminose ma fa anche un massicio uso di nuove tecnologie come droni, intelligenza artificiale (IA o AI a seconda se si preferisca fare ricorso all’abbreviazione italiana o inglese) e realtà virtuale. Oltre a sculture effimere, percorsi d'arte e proiezioni su edifici.

Tra i punti forti della manifestazione ci sono ben 90 opere realizzate su commissione appositamente per Noor Riyadh. Tra questi The Garden of Light dello scozzese Charles Sandison, (una video proiezione che indaga l'orizzonte virtuale creatosi tra la storiae il mondo digitale). O Amplexus della peruviana-statunitense Grimanesa Amorós (una scultura di luce che avvolge e abbracciando l'architettura).

Ci sono poi due impressionanti spettacoli di droni dello statunitense Marc Brickman. Il primo si intitola The Order of Chaos: Chaos in Order e vede esibirsi nel cielo di Riyadh ben 2.000 velivoli.

Alcuni artisti, oltre a esplorare le potenzialità creative della luce, focalizzano il loro interessse sul vetro e su come può modificare la percezione dello spettatore. Lo fanno con pezzi monumentali. E come si potrebbe pensare il contrario visto che si tratta di nomi del calibro di: Larry Bell, Sabine Marcelis, Daniel Buren e Douglas Gordon.

Tra questi ultimi anche la polacco-tedesca Alicja Kwade di cui abbiamo già parlato su Artbooms, insieme ai giapponesi di Eness, al designer olandese Daan Roosegaarde e all’artista turco-statunitense Refik Anadol. Due artisti al Noor Riyadh, infine, stanno rappresentando il loro paese alla Biennale di Venezia 2022: Muhannad Shono (Arabia Saudita) e Zineb Sedira (Francia è stata anche premiata)

La manifestazione si sviluppa in tutti i luoghi d’interesse della città saudita. Ed è affiancata dalla mostra "From Spark to Spirit" al JAX 03 (nel distretto JAX) che si protrarrà fino al 4 febbraio 2023.

Noor Riyadh- ha detto direttore del programma artistico di Riyadh, architetto o Khalid Al-Hazan- è una parte importante dei piani per trasformare in modo creativo la capitale del regno in una città globale vibrante e cosmopolita, attraverso l'arte e la cultura".

Il festival della light art dell’Arabia Saudita Noor Riyadh è curato da a Hervé Mikaeloff, Dorothy Di Stefano e Jumana Ghouth. Durerà fino al prossimo 19 novembre. E va sottolineato che presenta opere di un consistente numero di donne.

United Visual Artists, Vanishing Point 3_1, 2019. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program

Grimanesa Amoros, Amplexus, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.

Bruno Ribeiro, Vibrance, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program

Charles Sandison, The Garden of Light, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.

Eness, Cupid’s Koi Garden, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program.

Eternal, Hika-Rakuyo, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program

Muhannad Shono, I See You Brightest in the Dark, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program

Zineb Sedira, Dreams Have No Titles #2, 2022. Image courtesy the artist. Photo © Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program

Zahra Bundakji, The Voice of Listening, 2022. Image courtesy the artist. Copyright Noor Riyadh 2022, a Riyadh Art program