Arriva a Milano la Stonehenge di Jeremy Deller. A grandezza naturale, dissacrante e… gonfiabile

image by james hutchinson

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‘Sacrilege’ è un’installazione iconica dell’artista concettuale britannico Jeremy Deller esposta per la prima volta a Londra in occasione delle Olimpiadi del 2012. Consiste in una riproduzione gonfiabile in scala 1:1 del sito archeologico Stonehenge (per un totale di 35 metri di diametro). 
E adesso stà per arrivare a Milano.

Al centro dell’opera di Jeremy Deller il rapporto reverenziale degli inglesi con Stonehenge e per estensione di tutti noi con le opere d’arte. Infatti, mentre nel sito neolitico patrimonio dell’UNESCO, i visitatori devono mantenere una certa distanza dalle rocce per esigenze di conservazione, sull’installazione di Deller possono camminare ma anche saltare, giocare e arrampicarsi. Di qui il titolo ‘Sacrilege’ (Sacrilegio), appunto.

L’opera è effimera e vede la partecipazione dei visitatori come parte attiva. Due cavalli di battaglia della poetica dell’artista britannico. Negli anni è stata esposta a Madrid, Parigi, Sydney e Hong Kong.

Vincitore del prestigioso Turner Prize, premiato con Medaglia "Albert" della Royal Societ, Jeremy Deller ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia non molti anni fa e il suo curriculum conta un’interminabile fila di mostre in importanti musei del mondo (per esempio la Tate di Londra, all’Hirshhorn Museum di Washington).

La Stonehenge gonfiabile di Jeremy Deller verrà posizionata al parco City Life di Milano in occasione della fiera d’arte Miart e del Milan Design Week 2018 (dal 12 al 15 aprile). ‘Sacrilege’ è presentata dalla Fondazione Nicola Trussardi, l’evento è curato da Massimiliano Gioni. (via Designboom)

jeremy-deller-stonehenge-milano
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Dopo ‘Draw the raised bridge’ Banksy attraversa l’Atlantico e un nuovo graffito fa la sua comparsa a Manhattan

image via Designboom Courtesy Banksy

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Un nome ancora non ce l’ha, anche se ‘Rat’ sembra il più probabile, visto che rappresenta un topo. Di certo per adesso c’è solo che si tratta di un Banksy (ho parlato di lui per esempio qui) originale. Autenticato dallo stesso artista attraverso la pubblicazione sul suo account instagram.

Il piccolo murale è stato completato sull’ orologio in un incrocio di New York (Manhattan, 14th street e 6th avenue, 101 West 14th street). Così posizionato il ratto di Banksy sembra continuare a correre in tondo, incessantemente, ciecamente, come una sfortunata cavia chiusa in gabbia.

L’edificio su cui poggia l’orologio è in pieno centro, dove i passanti corrono con gli occhi fissi sui loro smartphones per raggiungere il luogo di lavoro. Quindi è probabile che il graffito intenda ironizzare sui ritmi di vita innaturali degli abitanti delle grandi città.
Tuttavia le opere di street-art del famoso writer britannico aprono sempre un dibattito sul loro significato. 

‘Draw the raised bridge’ in cui compariva un bambino con uno colapasta metallico a mo’ di  elmetto e una spada giocattolo con una matita applicata alla punta non ha ancora un significato sicuro. Nonostante siano passati quasi due mesi (è l’opera pubblica che precede direttamente il topo di Manhattan), dalla sua comparsa  su un ponte in disuso a Hull (UK). Anche se è opinione diffusa che sia un secondo murale in sfavore della Brexit.
D’altra parte il mistero, come l’ironia, è un pilastro del lavoro di Banksy, che la sua identità continua a tenerla nascosta.

Per leggere le opinioni dei suoi fans sul nuovo murale o seguire il suo lavoro va ricordato che Banksy ha un account instagram. (via Designboom)

image via Designboom Courtesy Banksy

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"Mi piace": 194.7 mila, commenti: 1,476 - Banksy (@banksy) su Instagram

"Mi piace": 142.8 mila, commenti: 918 - Banksy (@banksy) su Instagram: "RAISE THE DRAWBRIDGE! Hull."

Busti mutanti, uova bitorzolute e piatti giganti. Ecco le nuove sculture in porcellana di Limoges di Juliette Clovis

Juliette Clovis, El Yunque, All photos Courtesy Juliette Clovis

Juliette Clovis, El Yunque, All photos Courtesy Juliette Clovis

L’artista francese Juliette Clovis continua a dibattersi tra artigianato, design e scultura. Tra tradizione e innovazione. Viene da se che le sue creazioni debbano avere qualche crisi di identità. Sarà per questo che nel mondo immaginato dalla Clovis tutto è solo momentaneamente immobile, mentre trasformazione e mutazione sono dietro l’angolo. E sono sempre, solo l’ultimo cambio di pelle di una lunga serie.

Juliette Clovis (di cui ho parlato varie volte; per esempio qui) fa sculture in porcellana di Limoges. Un materiale nobile ma tradizionale, tanto legato a lunghi periodi della storia delle arti applicate e dell’economia da essere passato un po’ di moda. Ma più della porcellana a essere difficilmente affrontabili senza diventare ripetitivi sono i soggetti classici che con essa venivano rappresentati: busti, uova, piatti, fiori e uccelli.

Ovviamente la cosa più facile sarebbe scartarli e passare subito ad altro. La Clovis invece li usa tutti, ma non prima di averli fusi tra loro, in un tripudio di forme e decorazioni impazzite. Così i suoi busti di donna ricoperti da motivi a pennello (che in passato, avrebbero potuto stare su un vaso) e da decine di farfalle, o fiori, o ancora, come ultimamente, da coralli e fauna sottomarina varia, sembrano i personaggi mutanti di un film di fantascienza. 

A volte Juliette Clovis, poi, dà nuova verve a  un soggetto preso dal repertorio classico giocando sulle dimensioni (questo procedimento è da tempo usato, per esempio, in pittura). E’ il caso di Ofrenda e Daintree della serie ’This is not tableware’. In cui un piatto in porcellana di limoges totalmente bianco è stato riempito di piccole sculture di uccelli e fiori in un brulichio di vita e di piacevolezza visiva. Il piatto si appende a parete e fin qui tutto normale. Ma il piatto è anche enorme.

In un’altra serie, la Clovis ha riproposto un soggetto classico come quello delle uova. Ricoprendole persino di metalli preziosi. Salvo poi renderle tutte bitorzolute. Tanto che più che a Faberge fanno pensare a dei litchi.

Uno dei nuovi busti in porcellana di Juliette Clovis è in mostra all’ American Museum of Ceramic Art di Pomona  in California durante la Fahrenheit biennale (fino al 22 giugno). Ma per vedere le nuove e vecchie opere dell’artista francese si può semplicemente consultare il suo sito web.

Juliette Clovis, El Yunque

Juliette Clovis, El Yunque

Juliette Clovis, Elysee

Juliette Clovis, Elysee

Juliette Clovis, Elysee

Juliette Clovis, Elysee

Juliette Clovis, Izanami

Juliette Clovis, Izanami

Juliette Clovis, Izanami

Juliette Clovis, Izanami

Juliette Clovis, Daintree

Juliette Clovis, Daintree

Juliette Clovis, Daintree (particolare)

Juliette Clovis, Daintree (particolare)

Juliette Clovis, Daintree

Juliette Clovis, Daintree

Juliette Clovis, Forbidden Fruits

Juliette Clovis, Forbidden Fruits

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Ofrenda

Juliette Clovis, Flying Vase

Juliette Clovis, Flying Vase

Juliette Clovis, Flying Vase

Juliette Clovis, Flying Vase