Karen Margolis che buca, brucia, ricama e fa disegni miniati su dei fogli di carta di banano

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Le composizioni dell’artista statunitense Karen Margolis ricordano gruppi di cellule viste al microscopio, distese di minuscole muffe colorate, coralli.  Di fatto sono opere astratte, ma la Margolis, con una solida formazione scientifica (è laureata in psicologia), mixa queste suggestioni di un universo piccolo-piccolo con quelle di un cosmo lontano e punteggiato di stelle.

La cosa più interessante tuttavia resta la tecnica paziente e minuziosa che Karen Margolis usa per raggiungere il risultato. L’artista, infatti, prima riduce la carta a un trine, ricoprendola di buchi circolari, bruciature, poi dipinge motivi minuscoli e ripetuti. A volte mette dei particolari a collage. E collega vuoti e pieni ricamando. 
Spesso usa fogli di carta di Abaca (che è un tipo di banano).

Nella serie ‘Integration’ si è persino inventata una scala cromatica delle emozioni, dove a ogni colore corrisponde uno stato d’animo. E in questo senso le sue opere possono essere lette come autoritratti psicologici. 

I cerchi poi, che nelle sue opere si ripetono incessanti, sono un simbolo di perfezione che la Margolis collega alla fascinazione che prova per la filosofia buddista.

"Cerco il tessuto connettivo che metta in relazione l'universo e il mondo microscopico- dice- l'ho trovato nel cerchio, perché collega tutto, essendo il componente più basilare dell'universo. Il cerchio si ripete in natura così come nei simboli religiosi rappresenta l'infinito, la perfezione e la totalità ".

Karen Margolis ha esposto in numerosi musei (soprattutto negli Stati Uniti). Adesso è impegnata nella personale ‘Garden of Mutei’ alla galleria Garis & Hahn di Los Angeles (fino al 12 maggio 2018) ma per vedere altre sue opere senza fare tanta strada ci sono sempre il sito internet dell’artista e l’account instagram. (via Creativeboom)

Cathexis Karen Margolis Cathexis, 2017 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 24”x18” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Cathexis Karen Margolis Cathexis, 2017 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 24”x18” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Cathexis Karen Margolis Cathexis, 2017 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 24”x18” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Cathexis Karen Margolis Cathexis, 2017 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 24”x18” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Extravasate Karen Margolis Extravaste, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 58”x 44” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Extravasate Karen Margolis Extravaste, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 58”x 44” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Extravasate Karen Margolis Extravaste, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 58”x 44” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Extravasate Karen Margolis Extravaste, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 58”x 44” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Impedos Karen Margolis Impedes, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 14”x11” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Impedos Karen Margolis Impedes, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 14”x11” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Impedos Karen Margolis Impedes, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 14”x11” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Impedos Karen Margolis Impedes, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 14”x11” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Believer Karen Margolis Believer, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 30”x22” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Believer Karen Margolis Believer, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 30”x22” Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Believer Karen Margolis Believer, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 30”x22” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Believer Karen Margolis Believer, 2018 watercolor, gouache, maps, thread on Abaca paper 30”x22” (particular) Courtesy of the artist and Garis & Hahn

Myriam Dion che trasforma i giornali vecchi in intricatissimi merletti di carta intagliata a mano

Tutte le opere sono di Myrian Dion

Tutte le opere sono di Myrian Dion

Qualche anno fa Myriam Dion ha cominciato a ritagliare le pagine dei quotidiani quasi per caso. Il New York Times è uno dei suoi preferiti per il fascino elegante e demodè dei caratteri. Ma tante altre testate, nel tempo, sono finite sotto il suo paziente taglierino. 
A volte ad attirare la sua attenzione è un titolo, altre una foto. Nei primi tempi si limitava a traforare con minuzia le prime pagine, rendendole simili a trini. Poi, nell’impratichirsi, ha cominciato a sovrapporre elementi in collage, a sottolineare alcuni punti con il colore, a legare più pagine tra loro, dando un respiro epico ad un racconto paradossalmente senza parole.

La giovane artista canadese Myriam Dion, infatti, cerca a modo suo di salvare i giornali cartacei dall’avanzare dell’editoria via web, di preservare gli approfondimenti e il giornalismo d’inchiesta dal procedere implacabile delle breaking news. Lo fa esaltando il valore della lentezza e la bellezza della carta stampata. Ma nel farlo cancella le parole con il ripetersi di minuziosi motivi decorativi astratti. Rigorosamente fatti a mano.
Una sola notizia per volta emerge da questi aggraziati trafori ma la Dion le permette di farsi solo intravedere. Negandone l’urgenza.

Non voglio svalutare le notizie o cancellare gli eventi che stanno scuotendo il nostro mondo- ha detto Myriam Dion al sito canadese Voir- Cerco piuttosto di cristallizzare un pezzo di informazione isolandolo dal tempo che scorre, nella speranza di aiutare lo spettatore a digerire un mondo in piena accelerazione e a riflettere sui problemi con cui ci troviamo a confronto. Conosco un'esperienza simile nel tagliare, il processo è così lento, calmo e solitario ".

Per creare le sue opere Myriam Dion si ispira alla millenaria arte popolare cinese dello jianzhi (che consiste nel fare complesse decorazioni in carta con il coltello o con le forbici). I motivi con cui trafora i quotidiani sono, invece, di vario tipo (da quelli che si usano per i centrini fino alla riproduzione dei pattern che decorano le moschee). 
Per completare un singolo lavoro, di dimensioni medie, Myriam Dion impiega circa un mese. 

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‘Forest Folks’, il fiabesco villaggio di carta colorata firmato Zim&Zou

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Forest Folks’ è solo l’ultima creazione del duo di designer francesi Zim&Zou. Realizzata per le vetrine di Hermes a Dubai consiste in due villaggi fiabeschi in cui funghi e fiori si tramutano in case e minuscole figure danzano. Il tutto è stato fatto con fogli di carta colorata tagliati e ripiegati a mano. 

Zim&Zou vivono a Nancy e all’anagrafe fanno Lucie Thomas (Vosges, classe 1987) e Thibault Zimmermann (Parigi, 1986). Sono giovani ma già affermati e ben riconoscibili con il loro stile raffinato, ingenuo e giocoso. Si occupano principalmente di allestimenti per grandi brand. Fanno i disegni e poi ne ricavano delle sculture. A volte usano legno, feltro, pellami o corda. Ma il loro materiale base è la carta, che tagliano, piegano e incollano rigorosamente a mano.

Il loro materiale preferito è la carta- spiega il loro sito internet- che manipolano per dar vita a sculture intricate e colorate. La carta li ispira per la sua versatilità, per la gamma infinita di colori e le trame uniche. I fogli di carta piatti trasformati in oggetti dotati di volume regalano a un'installazione la poesia del materiale effimero.”
E con la carta riescono a creare mondi fantastici e a reinventare ciò che ci stà intorno.
Le loro creazioni sono stilizzate, come quelle di un libro illustrato per l’infanzia, ma mai approssimate.

Per vedere altri progetti di Zim&Zou oltre a ‘Forest Folks’ si può consultare il loro sito internet, seguirli su behance o instagram.

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