Le misteriose sculture di ceramica di Juliette Clovis che prendono spunto dalla coda del pangolino

Manis Tetradactyla, Juliette Clovis. View during the biennale Révélations in Le Grand Palais - Paris - Courtesy Juan Lozano

Manis Tetradactyla, Juliette Clovis. View during the biennale Révélations in Le Grand Palais - Paris - Courtesy Juan Lozano

Solide, vigorse, eppure sfuggenti, sospese tra vitalità e ansie vibranti. Sono le sculture di ceramica dell’artista francese Juliette Clovis (di cui ho parlato spesso ad esempio qui), che per la sua ultima serie di elaborate opere ha scelto di spingersi verso astrazione e dinamismo. Prendendo a modello un pangolino.

Il Manis Tetradactyla, o pangolino dalla coda lunga. è un minuscolo mammifero africano ricoperto da larghe scaglie, Ed è proprio da queso grazioso esserino che Clovis ha preso spunto per la sua nuova serie di sculture. O più precisameente dalla sua lunga coda. Che nelle ceramiche della Clovis si annoda e si torce su se stessa, fino a nascanodere il soggetto e diventare simile a una massa di serpenti o tentacoli. Ma può anche ricordare pneumatici e conchiglie. o, ancora, forme aliene sul punto di divenire.

"Come nell'animale- spiega Juliette Clovis sul suo sito internet- migliaia di scaglie di porcellana si incastrano l'una nell'altra e formano un carapace che copre interamente la superficie della scultura. La forma finale disegna una linea astratta, invasiva e sinuosa, quasi curve di serpente. Come un gigantesco nodo gordiano, (...) Una creatura ibrida e rettiliana dalla bellezza immacolata nata da forme intrecciate e tentacolari."

Dal punto di vista concettuale questi lavori richiamano alla mente antichi simboli che dai manoscritti miniati sono arrivti fino a noi passando magari per le pagine di un libro fantasy o di un film,. ma sopratttutto fanno riferimento ai cicli della vita e alla forza della natura.

Mentre formalmente si reggono sulla precisione nel moltiplicare piccole parti su grandi dimensioni. E sulle lacche, che introducono giochi di luce inaspettati,

Le sculture in ceramica di Juliette Clovis quest’estate sono state ospiti di due musei: l’opera bianca è andata al Dsign Museum di Gent, in Belgio, in occasione della mostra Kleureyck: Van Eyck’s Colours in Design, curated by Siegrid Demyttenaere (la mostra prosegirà fino al 21 febbraio 2021): mentre le opere in nero sono espostea al Four des Casseaux Museum di Limoges, dov’è in corso la mostra Magie Noire (fino al 31 ottobre 2020). Ma per vedere le opere di Juliette Clovis da casa basterà dare uno sguardo al sito dell’artista o seguire il suo account Instagram.

« BLACK KNOT » - Porcelain, enamel, metallic oxides, mix media - 63X52X45 cm

« BLACK KNOT » - Porcelain, enamel, metallic oxides, mix media - 63X52X45 cm

« SAMSARA » - Porcelain, enamel, gold, mix media - 50x45x45 cm

« SAMSARA » - Porcelain, enamel, gold, mix media - 50x45x45 cm

FOUR DES CASSEAUX MUSEUM Magie Noire

FOUR DES CASSEAUX MUSEUM Magie Noire

DESIGN MUSEUM GENT Kleureyck: Van Eyck’s Colours in Design, curated by Siegrid Demyttenaere

DESIGN MUSEUM GENT Kleureyck: Van Eyck’s Colours in Design, curated by Siegrid Demyttenaere

“N'aria 'e primmavera”: La Napoli Liberty tra moda, gioielli, vivacità e sfrontata fiducia nel futuro

Vincenzo Migliaro (Napoli 1858-1938) Seduzioni, 1906 Olio su tela, 62x42 cm Napoli, collezione privata

Vincenzo Migliaro (Napoli 1858-1938) Seduzioni, 1906 Olio su tela, 62x42 cm Napoli, collezione privata

La mostra “Napoli Liberty - N'aria 'e primmavera” in corso a Palazzo Zevallos Stigliano di Intesa San Paolo, tratteggia attraverso una varietà di raffinati oggetti come opere d’arte, lo spirito frizzante e fiducioso della Belle Epoqué napoletana.

Sono oltre settanta, infatti, tra dipinti, sculture ma anche mobili, porcellane, pietre dure, gioielli, manifesti pubblicitari. e manifatture varie, i pezzi presentati nelle sale di Palazzo Stavellos Stigliano (che a sua volta è frutto di quel periodo e di quello spirito). L’obbiettivo è ridare vita alla città che fu, quella che in quel periodo attraversava un momento magico.

"Alla fine dell’Ottocento - spiega il materiale che preseenta la mostra -si vive in Europa la stagione dell’Art Nouveau e il processo di sviluppo avviato dalle grandi Esposizioni nazionali e internazionali, insieme all’affermazione di una borghesia imprenditoriale, trasformano radicalmente le città italiane. La novità del nuovo stile – in Italia detto Liberty – contagia Napoli, città in via di rinnovamento che vuole lasciarsi alle spalle gli anni del colera. Leggi speciali che finanziano l’ampliamento urbano, il risorgimento economico e l’industrializzazione riscattano l’immagine della città: è la Belle Époque e un fiorire di progetti che rese Napoli una metropoli moderna e cosmopolita sin oltre la fine della Grande Guerra."

Insomma Napoli, come e più delle altre grandi città italiane ed europee, si immerge in un’epoca nuova.. Il benessere appena conquistato, modifica la cultura, il costume ma anche la geografia urbana e, di consegunza le abitudini dei cittadini. Oltre a diffondersi sotto forma di panetterie, farmacie e pasticcerie. Librerie, negozi di moda, produzioni teatrali e sale cinematograafiche. Ma anche gioielli, che diventano insieme alla lavorazione delle pietre dure (madreperla, corallo, tartaruga) uno dei punti di forza del commercio all’ombra del Vesuvio.

L’opera “Seduzioni” di Vincenzo Migliaro, infatti, in cui una rragazza guarda rapita le vetrine della gioielleria Jacoangeli, è il cuore dell’esposizione.

“Napoli Liberty”, apre anche una parentesi sul lavoro di Felice Casorati, che in quegli anni frequenta la città partenopea e prende parte alle prime esperienze dell’avanguardia secessionista.

Alcuni capolavori. -scrivono i curatori- ci hanno consentito di rappresentare al meglio il fondamentale soggiorno a Napoli, dal 1908 al 1911, del futuro protagonista del Novecento italiano Felice Casorati. Anche se come sembra ha dimostrato insofferenza per l’atmosfera troppo estroversa della città, ciò non toglie che questi tre anni siano stati decisivi per la sua affermazione, costituendo una sorta di trampolino di lancio per i seguenti successi internazionali.”.

Napoli Liberty - N'aria 'e primmavera” curata da Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca e con l’allestimento di Lucia Anna Iovieno, rimarrà alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, (sede museale di Intesa Sanpaolo di Napoli) fino al 2 gennaio 2021.

Manifattura Giovanni Ascione & Figlio Collier con pendenti, ante 1906 Corallo mediterraneo, Sciacca, oro filigranato a 18K, lungh. 47 cm Napoli, Museo Ascione

Manifattura Giovanni Ascione & Figlio Collier con pendenti, ante 1906 Corallo mediterraneo, Sciacca, oro filigranato a 18K, lungh. 47 cm Napoli, Museo Ascione

Felice Casorati (Novara 1883 - Torino 1963) Persone, 1910 Olio su tela, 150x177 cm Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'arte, Milano

Felice Casorati (Novara 1883 - Torino 1963) Persone, 1910 Olio su tela, 150x177 cm Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'arte, Milano

Saverio Gatto (Reggio Calabria 1887 - Napoli 1959) Lo scialle, 1925 Ceramica invetriata, 48x8 cm Napoli, collezione Gargiulo

Saverio Gatto (Reggio Calabria 1887 - Napoli 1959) Lo scialle, 1925 Ceramica invetriata, 48x8 cm Napoli, collezione Gargiulo

Vincenzo Caprile (Napoli 1856-1936) Elena del Montenegro, principessa di Napoli, 1899 Pastello su cartone, 58x52 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Vincenzo Caprile (Napoli 1856-1936) Elena del Montenegro, principessa di Napoli, 1899 Pastello su cartone, 58x52 cm Collezione Intesa Sanpaolo

Marcello Dudovich (Trieste 1878 - Milano 1962) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 211x150,3 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Marcello Dudovich (Trieste 1878 - Milano 1962) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 211x150,3 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 - Ponte Lambro, Como 1944) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 258x155,5 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 - Ponte Lambro, Como 1944) E. & A. Mele & C., 1907 ca Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 258x155,5 cm Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Napoli Liberty. Foto Mostra: Egidio Massa

Yoshihiro Suda scolpisce in legno di magnolia, erbacce e delicati fiori di campo

Tutte le immagini ©Yoshihiro Suda

Tutte le immagini ©Yoshihiro Suda

L’artista giapponese Yoshihiro Suda riproduce a grandezza naturale fiori delicati, apparentemente fragili e minuscole erbacce resilienti. Per farlo scolpisce con pazienza e maestria il legno di magnolia.

Le prime piante da fiore emersero sulla Terra circa 140-150 milioni di anni fa-ha detto in un'intervista- e la magnolia fu una delle prime piante ad avere fiori. Si è evoluta nella sua forma attuale circa cento milioni di anni fa e, sostanzialmente, da allora non è cambiata. Mi piace il senso di storia che emana da questo fiore. Esistono diversi tipi di magnolia nel mondo, ma in Giappone il più comune si chiama hoonoki, e questo è ciò che uso come materiale. Per me è morbido e facile da intagliare.

Le sculture di Yoshihiro Suda sono incredibilmente realistiche. In loro nulla è lasciato al caso: le venature delle foglie, i diversi volumi dei pistilli, le increspature dei petali. Persino dei piccoli buchi fanno la loro conmparsa e contribuiscono a rafforzare l’illusione di trovarsi ad ammirare qulcosa di vivo. Il colore completa questa operazione di metamorfosi del materiale da pesante, rigido, resistente, a leggero, flessibile, fragile.

Queste piccole opere affondano le loro radici nella storia dell’arte e della cutlrua giapponese. E’ evidente il loro rapporto con l’hanami (arte di ammirare i fiori) ma sono soprattutto le sculture in miniatura netsuke, che nel periodo Edo completavano l’abbigliamento degli uomini, a influenzarle.

Yoshihiro Suda è nato in campagna nella prefettura di Yamanashi, nei pressi del monte Fuji. Dopo essersi trasferito a Tokyo per frequentare la Tama Art University ha cominciato a sentire la mancanza delle bellezze della natura. “Andavo nei negozi di fiori per comprare fiori e iniziai a prestare attenzione alle piccole erbacce ai lati delle strade”. Così, passo dopo passo, sono nate le sue sculture.

In genere Yoshihiro Suda espone le sue minuscole ed iperrealiste creazioni nelle crepe dei muri o negli spazi che si creano tra battiscopa e pavimento, per rendere ancora più ingannevole il colpo d’occhio. Attualmente le sue opere sono in mostra a The Ginza Space di Tokyo, dove ha invece scelto di sistemarle in piccoli vasi di vetro dall’aria vintage. (via Spoon and Tamago)

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