Gli affascinanti e malinconici ritratti senza forma del Gian Maria Tosatti pittore

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Conosciuto per le sue gransi installazioni ambientali, scenografiche e pervase di una sottile malinconia, Gian Maria Tosatti, che la scorsa estate ha rappresentato l’Italia alla 59esima Biennale di Venezia (per la prima volta da solo), si dedica da tempo anche alla pittura. Opere astratte, pensate come ritratti collettivi sospesi tra passato e futuro. I ritratti delle emozioni di una generazione, incapaci di dare forma ad un presente che all’artista appare fugace ed incerto.

Non a caso tra i due cicli pittorici, presentati da Tosatti in anteprima al Pirelli Hangar Bicocca durante la mostra “Now/here” (attualmente in corso nello spazio espositivo milanese), ce n’è uno che si chiama “Ritratti”. Si tratta di grandi supporti rettangolari di metallo usurato. Il mutare della materia in queste opere simboleggia lo scorrere del tempo. Contemporaneamente l’artista originario di Roma (vive a Napoli), attraverso la tessitura tattile e cangiante di “Ritratti”, allude a costellazioni di emozioni inesprimibili e fa eco alle ampie geometrie vissute che compongono Pirelli Hangar Bicocca (un tempo sede del gruppo Ansaldo).

Le opere, dipinte in oro e ruggine, su pannelli in ferro assemblati e installati su strutture in tubo giunto, sono molto grandi, talmente a loro agio nello spazio che le ospita da sembrare scultoree. Le dorature che le impreziosiscono, poi, fanno riferimento alla tradizione pittorica occidentale, dai mosaici bizantini, ai dipinti medioevali fino alle più recenti pratiche sperimentali di artisti italiani degli anni settanta (Jannis Kounellis, Gino De Dominicis e Luciano Fabro) ma ricordano anche alla lontana il Kiefer più recente.

Tosatti, con “Ritratti, dice di aver dato vita a “una superficie che separa il regno delle cose da quello dell’anima”.

Nell’altra serie presentata a Pirelli Hangar Bicocca si scorgono invece dei vaghi residui figurali. Ma di paesaggio e non di ritratto. La serie, che dà anche il titolo alla personale, si chiama “Now/here” e fa subito venire in mente il paesaggio notturno con lucciole dell’ultima stanza dell’installazione "Storia della notte e destino delle comete". Le grandi tele, dieci in tutto, in questa serie, sono sospese al soffitto e interamente coperte con tratti e sfumature di grafite e carboncino bianco. La composizione può suggerire l’esistenza di una linea d’orizzonte al di sopra della quale starebbero sospesi dei candidi cerchi. Le forme, simili a pianeti o astronavi, talmente lucenti e ferme nel profondo grigiore dello sfondo, portano con se una sensazione di inquietudine e levità.

D’altra parte, l’ambiguità e il tono perentorio del nome della serie, aiutano l’osservatore ad andare alla deriva in uno spazio di domande irrisolte. “Now\here”, infatti, che si può leggere sia “Adesso Qui” (now here) che “Nessun Luogo” (nowhere), sembra alludere a un presente sfuggente e ingannevole.

E, naturalmente ad un corso storico che si fa sentimento collettivo. Sia “Ritratti” che “Now\here”, infatti, come tutte le altre opere dell’artista, vanno letti come una riflessione sul confine che separa individuale e collettivo, nel tentativo di dare forma allo spirito di un’epoca.

La mostra “Now\here” di Gian Maria Tosatti, è stata illuminata dal light designer e direttore di fotografia Pasquale Mari. Rimarrà al Pirelli Hangar Bicocca fino al 30 luglio 2023 e dal 6 aprile farà coppia con la personale “Grand Bal” dell’ingese Ann Veronica Janssens.

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti Ritratto #004, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti NOw/here #008 (particolare), veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano,

2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

"NOw/here" di Gian Maria Tosatti al Pirelli Hangar Bicocca. La prima grande mostra dopo aver rappresentato l'Italia alla Biennale 2022

Gian Maria Tosatti, 7_Terra dell’ultimo cielo, 2016, Installazione ambientale Site-specific in SS. Trinità delle Monache, Napoli Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Il Pirelli Hangar Bicocca, ha da poco reso note le linee essenziali della mostra “NOw/here”, che lo spazio espositivo milanese, a febbraio, dedicherà a Gian Maria Tosatti. L’artista, con l’installazione ambientale “Storia della Notte e Destino della Comete”, è stato il primo nella storia ultra- centenaria della Biennale di Venezia, a rappresentare, da solo, l’Italia.

Nato a Roma nell’80, Gian Maria Tosatti, che attualmente vive a Napoli, è anche giornalista e saggista, oltre ad essere il direttore artistico della Quadriennale di Roma (che lo scorso anno ha festeggiato il suo 95esimo compleanno). Il suo lavoro, focalizzato sui concetti di collettività e memoria, è quasi sempre monumentale ed informale al tempo stesso. Con l’uso di grandi installazioni ambientali site-specific, che letteralmente invadono lo spazio loro dedicato.

Viene da se che il rapporto tra la sua opera e l’architettura sia molto stretto. Ma lo è ancora di più quello con il cinema, da cui Tosatti attinge a piene mani, mentre crea, quelle che spesso altro non sono se non grandi scenografie, all’interno delle quali lo spettatore si muove da protagonista.

A Milano gli è stato chiesto di selezionare il materiale per una retrospettiva. Tuttavia, l’artista ha preferito muoversi diversamente: e ha lavoranto su delle opere nuove, ma capaci di sintetizzare i sentimenti che hanno animato la sua ricerca negli ultimi vent’anni.

Ne sono usciti due cicli di opere, che si sviluppano a partire da degli elementi di grande formato. Questi ultimi, secondo l’artista, rappresentano sia lo Zeigeist (Spirito del tempo), che il suo personale sentimento generazionale.

Le opere per lo spettatore invece, dovranno essere “degli specchi” (di sentimenti e riflessioni) così come “delle domande aperte”.

A partire dal titolo- ha spiegato Tosatti- la cui pronuncia è possibile solo a seguito di una presa di posizione da parte di chi legge, la mostra è un invito a immergersi in un ambiente che sembra porre una domanda aperta, semplice, confidenziale a chi varca la soglia: «tu come ti senti?»

"Now/here", infatti, si può intendere sia come “Now. Here” (Adesso. Qui), che come “Nowhere” (Nessun luogo).

Curata da Vincente Todoli, "NOw/here" di Gian Maria Tosatti, sarà al Pirelli Hangar Bicocca di Milano dal prossimo 22 febbraio al 30 luglio 2023.

Oltre a lui e al grande Bruce Nauman (l’importante esposizione cominciata lo scorso anno finirà il prossimo 26 febbraio), il Pirelli Hangar Bicocca ques’anno ospiterà anche: Ann Veronica Janssens, James Lee Byars e Thao Nguyen Phan.

Gian Maria Tosatti, My dreams, they’ll never surrender, 2014 Installazione ambiental Site-specific in Castel Sant’Elmo, Napoli Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, 7_Terra dell’ultimo cielo, 2016, Installazione ambientale Site-specific in SS. Trinità delle Monache, Napoli Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Catania, 2014 Installazione ambientale Site-specific in Palazzo Biscari, Catania Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, 4_Ritorno a casa, 2015 (particolare) Installazione ambientale Site-specific in ex Ospedale Militare, Napoli Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, Kalbim Ayna Gibi Boş - İstanbul Bölümü, 2021 Installazione ambientale Site-specific Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, 2_Estate, 2014 (particolare) Installazione ambientale Site-specific in ex Anagrafe Comunale, Napoli Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, My hart is so leeg soos ‘n spiel - Kaapstad episode Installazione ambientale Site-specific Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, Storia della Notte e Destino delle Comete, 2022 Installazione ambientale Site-specific Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

Gian Maria Tosatti, Моє серце пусте, як дзеркало - одеський епізод, 2020 Installazione ambientale Site-specific Courtesy l’artista e Galleria Lia Rumma, Milano e Napoli

L’artista Gian Maria Tosatti. Photo: Serge Domingie

Biennale di Venezia| Storia della Notte e Destino delle Comete il Padiglione Italia 2022 che finalmente parla con una voce sola. Quella di Gian Maria Tosatti

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Amato dalla maggioranza e inserito da autorevolissime voci internazionali tra gli imperdibii della 59esima Esposizione Internazionale d’Arte, Storia della Notte e Destino delle Comete, il Padiglione Italia di Gian Maria Tosatti è un racconto malinconico, a tratti struggente, fatto di immagini. Anzi di macchinari diventati obsoleti, che Tosatti ha prelevato da curatori fallimentari sparsi per tutto lo Stivale e riposizionati alla Biennale di Venezia 2022 trasformandoli in sculture. Questi ultimi, loro malgrado, sono i testimoni silenziosi del viaggio del visitatore attraverso l’infinita notte italiana.

Si tratta di una grande opera d’arte ambientale che ricorda la scenografia di un film. E’ teatrale, certo, ma affonda salda le radici nell’estetica cinematografica, oltre che, naturalmente, nelle arti visive. Tosatti l’ha pensata perchè il visitatore possa attraversarla in solitudine, senza essere disturbato dai rumori (in teoria si dovrebbe entrare uno alla volta ed è vietato scattare fotografie). Diventando protagonista della storia, durante il tempo necessario a percorrere le varie stanze che compongono il pecorso espositivo.

Quest’anno il Padiglione Italia, infatti, non si trova ai Giardini come quasi sempre succede ma alle Tese delle Vergini nell’Arsenale di Venezia. Si tratta di una superficie importante da occupare (1800 metri quadri) e l’edificio è vincolato (“quindi inviolabile” come specifica il curatore Eugenio Viola) , perciò l’artista romano di nascita e napoletano d’adozione, ha progettato l’intervento appositamente per la Biennale 2022.

All’atto pratico, ed escludendo l’ultima stanza, Tosatti ha ricostruito le aree produttive degli anni del boom economico con apparecchiatura dell’epoca (almeno per la maggior parte). L’attenta illuminazione e il preciso posizionamento hanno fatto il resto. Si comincia con un ambiente spoglio in cui una macchina per timbrare i cartellini e poco altro introducono il visitatore alla prima stanza e, contemporaneamente, nel vivo della mostra. La seconda, invece, è lo spazio più scultoreo e surreale di questa carrellata, composta com’è da semplici aspiratori che pendono dal soffitto. C’è luce chiara, le pareti sono state ridipinte di bianco, il pavimento non è d’epoca, in breve i grandi tubi diventano forme base, flessibili, all’apparenza persino vagamente concettuali.

Da questo capannone- scrive Viola sul catalogo- si accede a un appartamento, ricavato da una sua porzione, di quelli che erano occupati dal custode della fabbrica o dal suo proprietario, se la scala di produzione investiva una dimensione familiare. Un’atmosfera raggelante, spoglia e minimale, avvolge gli interni (…), violati nella loro intimità (…). Un terzo capannone è abitato da macchine tessili,illuminate da una luce fioca. Sono ancora lì, ordinatamente disposte nello spazio, come se gli operaiche le animano si fossero momentaneamente allontanati per la pausa pranzo. Alle pareti, una seriedi faldoni ci ricordano che in questo posto una volta è scorsa la vita, scandita dai registri dientrata e di uscita, dai libri delle fatture e dei bilanci.”

L’ultima stanza, invece, è completamente buia, grande, l’acqua che la inonda sbatte sulle pareti, avrà un soffitto ma non lo si vede quasi. Da una breve passerella si può guardare l’orizzonte, che potrebbe anche essere lontanissimo, e là ci sono dei lampioni. Il colpo d’occhio è identico a quello del mare la notte, solo che qui a un certo punto compare uno schiame di lucciole ad illuminare il cielo.

Insomma, Tosatti ci regala la poesia, la speranza di un nuovo sogno e ci libera dai fantasmi che ci hanno perseguitato per tutto il viaggio.

Su cosa significi si sono spese molte parole. L’industrializzazione e il costo ambientale del progresso sono solo una sfacettatura del padiglione e nemmeno la più importante. Come si evince dal fatto che quasi tutti i macchinari in mostra appartengono a un periodo storico ormai lontano. Morto inseme alla sua gioiosa e ingenua vitalità più o meno nel ‘68 e mai ritornato. La pandemia e il disastro economico che ha portato è una risposta più convincente, ma non la sola. L’artista ha, infatti, recentemente puntualizzato che si tratta di una metafora della vita di ognuno e che a seconda della nostra storia personale sta a noi darle un significato.

Storie di lavoro- ha detto in un'intervista- storie che hanno a che fare con i nostri sogni, con i sogni che abbiamo costruito e che continuiamo a costruire, forse con gli errori che facciamo e in cui cadiamo continuamente. Abbiamo usato l’industria per parlare d'altro”.

Va sottolineato, infine, che il Padiglione 2022 dona finalmente anche all'Italia la possibilità di parlare con una sola voce. La libertà di essere rappresentata da un solo artista (come del resto tutti gli altri Paesi già fanno da anni). Un passo che potrebbe sembrare scontato ma che non era mai stato fatto da quando la Biennale di Venezia è stata fondata (sembra incredibile ma è così). E tutti ci auguriamo che d’ora in avanti diventi consuetudine.

Storia della Notte e Destino delle Comete, il Padiglione Italia di Gian Maria Tosatti (che nel 2023 sarà protagonista di un’importante personale al Pirelli Hangar Bicocca, come già era successo a Giorgio Andreotta Calò prima di lui) si potrà visitare per tutta la durata della Biennale di Venezia 2022 (fino al 27 novembre)

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC

Gian Maria Tosatti, “Storia della Notte e Destino delle Comete”, Padiglione Italia alla Biennale Arte 2022, a cura di Eugenio Viola, Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia. Courtesy DGCC - MiC