Una foto interattiva da 717 gigapixel per guardare La Ronda di Notte di Rembrandt come non si era mai vista

All images courtesy of Rijksmuseum

Quella scattata a la Ronda di notte (De Nachtwacht), il capolavoro di Rembrand completato nel 1642, è la foto più grande mai fatta ad un’opera d’arte (molto più grande di quella precedentemente resa disponibile). Ben 717 gigapixel in totale che permettono di vedere anche dettagli invisibili ad occhio nudo. Per realizzarla è stato necessario cucire insieme 8439 immagini di grande formato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. E adesso il risultato è a disposizione di tutti sul sito del Rijksmuseum di Amsterdam.

La fotografia è ad altissima definizione. Si compone, infatti, di 71 miliardi di pixel, talmente minuscoli da essere più piccoli di un globulo rosso umano.

"Il team- è spiegato sul sito internet del museo olandese- ha utilizzato una fotocamera Hasselblad H6D 400 MS da 100 megapixel per realizzare 8439 foto individuali di 5,5 cm x 4,1 cm. L'intelligenza artificiale è stata utilizzata per unire insieme queste fotografie più piccole per formare l'immagine finale di grandi dimensioni, con una dimensione totale del file di 5,6 terabyte".

Il risultato, parte del più ampio progetto di ricerca e conservazione Operation Night Watch, è sorprendente. Esplorare La Ronda di Notte è molto facile e permette di vedere i dettagli delle pennellate, spatolature e sovrapporsi di toni, oltre a minuscole crepe e punti in cui la massa cromatica è deteriorata o perduta. Come nel caso del cagnolino non lontano dal capitano Frans Banning Cocq (il committente di Rembrandt, posto al centro della scena) di cui si conserva solo un abbozzo.

D’altra parte il grande olio su tela di Rembrandt (misura quasi 4 metri per 4 metri e 38 centimentri), noto anche come Notte di veglia o La guardia civica in marcia, ha una storia molto travagliata alle spalle. Lo stesso nome che porta è frutto di un fraintendimento settecentesco. Infatti, quando venne spostato nel municipio di Amsterdam (1715), era deturpato da uno strato di sporco talmente fitto da venire scambiato per una scena notturna. Ai tempi si decise anche di restringerlo per adattarlo a una parete altrimenti troppo piccola. Così il capolavoro del maestro di Leida venne privato di una striscia verticale di un metro di base sul lato destro e di una di circa 30 centmentri su quello sinistro. Un vandalismo figlio dell’ignoranza e di un’epoca turbolenta a cui ne seguì un secondo nel 1975 (un pazzo lo colpì più e più volte con un coltello, procurandogli 13 squarci) e un terzo negli anni ‘90 (spruzzato d’acido, il dipinto, per fortuna questa volta non riportò danni).

Il team del Rijksmuseum di Amsterdam si è spinto però oltre il restauro (ancora in corso) e la fotografia interattiva ad altissima risoluzione. E attraverso un dettagliato confronto con una copia de La Ronda di Notte, custodita alla National Gallery di Londra, ha ricreato le parti mancanti dell’opera, senza ancora una volta disdegnare l’aiuto dell’intelligenza artificiale. (via Newatlas)

Daniel Arsham con Lunar Garden fa ritornare dal futuro un giardino zen e mette in scena 10 anni di carriera al MOCO Museum di Amsterdam

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

Come un gioco di specchi tra passato, passato-prossimo, presente e futuro; lontano e vicino; memorie intime e condivise. E’ Daniel Arsham (ne ho parlato qui). E non cambia durante la sua prima volta ad Amsterdam dove sarà in mostra in due spazi contemporaneamente. Anzi, se possibile, con la messa in scena dell’installazione Lunar Garden alla Galerie Ron Mandos e della grande mostra Connecting Time al MOCO Museum, riesce ad apparire ancora più sfaccettato e sfuggente.

Connecting Time: La mostra organizzata dal MOCO Museum di Amsterdam in collaborazione alle gallerie che rappresentano l’artista statunitense (Perrotin e Ron Mandos) analizza dieci anni di lavoro di Daniel Arsham. Dalle serie all white degli Elastic Walls fino a quelle di fictional archaeology in cui l’artista si trasforma in archeologo del futuro e inventore (visto che per creare questi pezzi ha dovuto elaborare delle tecniche tutte sue). In questa grande personale Arsham presenta anche in esclusiva due nuove installazioni: Amethyst Ball Cavern e Eroded Wall Paper Room.

La prima è una caverna di palloni da basket erosi dal tempo fino a trasformarsi in pietra da cui spuntano cristalli d’ametista. Il colore è vivo fin quasi a diventare psichedelico (il che potrebbe persino sembrare strano visto che Arsham è daltonico) ,l’opera è immersiva. Eroded Wall Paper Room ,invece, è una stanza bianca dal design mid-century a grandezza naturale. Inutile dire che anche quest’ultima sembra un elegante reperto archeologico congelato nel tempo. Daniel Arsham usa sostanze geologiche (come la cenere vulcanica, il quarzo rosa, l'ossidiana e la roccia glaciale) e ha sviluppato una vasta gamma di procedure e tecniche per ottenere l’effetto ‘reperto archeologico del futuro’.

Static Mythologies: La personale dedicata ad Arsham dalla galleria Ron Mandos, invece, ha il suo piatto forte nella scultura Lunar Garden in cui convivono installazione e performance (l’artista ha creato i solchi nella sabbia del giardino zen). L’opera che è vero e proprio spazio architettonico è una riflessione sul tempo e sulla transitorietà dell’opera dell’uomo. L’albero di ciliegio è pietrificato come di consueto, ma fanno la loro comparsa un punto luce stabile (la luna) e la sabbia con la sua natura multiforme. Un colore zuccheroso e insistente contribuisce a trasformare questo delizioso giardino giapponese in una surreale apparizione.

Per visitare Connecting Time al MOCO ci sarà tempo fino al 30 settembre 2019 mentre la mostra Static Mythologies alla galleria Ron Mandos chiuderà i battenti il prossimo 16 marzo. Se l’idea di qualche giorno ad Amsterdam non vi ha nemmeno sfiorato potete sempre seguire Daniel Arsham su Instagram. (via Colossal)

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

daniel arsham, lunar garden alla galleria ron mandos

daniel arsham, “Calcified Room” (2019) MOCO amsterdam, tutte le foto da questa in poi by Sasha Bogojev

daniel arsham, “Calcified Room” (2019) MOCO amsterdam, tutte le foto da questa in poi by Sasha Bogojev

6,389 Likes, 49 Comments - ARSHAM STUDIO 3019 (@danielarsham) on Instagram: "Calcified Room 💭"

“Amethyst Ball Cavern”

“Amethyst Ball Cavern”

“Amethyst Ball Cavern” (particolare)

“Amethyst Ball Cavern” (particolare)

“Basketball Rack”

“Basketball Rack”

“Basketball Rack” (particolare)

“Basketball Rack” (particolare)

“Hidden Figure” (2011)

“Hidden Figure” (2011)

“Hidden Figure” (particolare)

“Hidden Figure” (particolare)

“Corner Knot” (2008) and “Falling Clock” (2012)

“Corner Knot” (2008) and “Falling Clock” (2012)

“Miami Heat Jacket”

“Miami Heat Jacket”