Hanno inaugurato ieri i Palazzi dell’Arte di Rimini (Part) che, nel cuore del centro cittadino, all’inteno di due magnifici edifici medioevali, ospitano la eterogenea collezione della Fondazione San Patrignano. Le opere, tutte rigorosamente d’arte contemporanea, sono state donate, tra gli altri, da galleristi e artisti internazionali. E ovviamente fino a domenica (27 settembre 2020) si potranno vedere gratuitamente.
Il museo si dipana tra il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà. Inutile dire che entrambi hanno rilevanza storico-architettonica e non sarà neppure difficile trovarli, visto che, insieme a Palazzo Garampi a Teatro Galli e alla Pescheria, si affacciano su Piazza Cavour (la principale della città).. Tuttavia i due palazzi hanno dovuto sostenere un importante intervento di restauro, eseguito dallo Studio milanese AR.CH.IT (guidato da Luca Cipelletti).
L’impianto innovativo d’illuminazione è stato invece affidato al lighting designer Alberto Pasetti Bombardella.
All’ interno la ricca collazione della Fondazione Sann Patrignano. Con opere di; Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang.
Donate tra gli altri da artisti internazionali come Damien Hirst e Carsten Höller, dal famoso gallerista Massimo De Carlo, oltre che dalla pressocchè intera famiglia della co-fondatrice della fondazione, Letizia Moratti.
Il PART ospita anche un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità di San Patrignano.
Le opere della Fondazione San Patrignano non sono però diventate di proprietà dai Palazzi dell’Arte di Rimini ma costituiscono il primo esperimento italiano di endowment. Sono state cioè donate alla fondazione, a patto che quest’ultima non le venda per 5 anni e che anzi le renda visibili al pubblico con l’obbiettivo di alzarne il valore. Così adesso stanno al Part e in futuro si vedrà (dopo quel periodo, infatti, la fondazione può vendere ma solo in caso di esigenze straordinarie della comunità)
I lavori necessari a inaugurare il Part e a ridare splendore ai due palazzi, sono costati 3 milioni e 200mila euro.
Ma il risultato è riuscito e l’illuminazione (naturale e artificiale) insieme all’allestimento del percorso contribuiscono a guidare il visitatore alla scoperta dellle opere e dei particolari architettonici. Il contemporaneo e il medioevale si confrontano in un dialogo pacato ma intenso. Arricchendosi vicendevolmente. Le opere, a tratti, nei volumi inimmaginabilmente ampi del ‘200-’300 sembrano fluttuare o nascodere le loro vere dimensioni. L’unico punto debole è l’eterogeneità della collezione, che, oltre a rischiare di confondere il visitatore, lo porta a riflettere su tutto e su nulla in particolare. Senza una meta, un vero e proprio percorso intellettuale, oltre che fisico da seguire. Ma il numero di opere e la qualità degli artisti, rende comunque la collezione un buon punto di partenza.