Le casette per gli uccelli degli ottomani che sembrano palazzi riccamente ornati

diverse foto courtesy of Caner Cangül

diverse foto courtesy of Caner Cangül

Un elemento curioso e non molto conosciuto dell’architettura ottomana in Turchia è l’abitudine di inserire una casa per uccelli sulla facciata degli edifici simbolo delle città. Moschee, ponti, locande e biblioteche possedevano una loro casetta per i volatili. Sulle fontane poi erano inseriti anche dei minuscoli abbeveratoi.

Ma più che semplici ricoveri per piccioni, rondini o passeri sembrano palazzi in miniatura. Con più di un ingresso e ricchi decori ricalcano l’architettura delle residenze più importanti del paese. A volte si articolano su due piani.

Gli ottomani avevano preso ad inserire queste dimore per pennuti sugli edifici per preservarne le facciate dalla corrosione. Ma anche perché si riteneva che chi offre riparo agli uccellini sarebbe stato ripagato con eventi fortunati.

La presenza e la cura con cui queste casette erano realizzate ha contribuito a rafforzare l’amore per gli animali. Tutt’ora i turchi hanno una particolare predilezione per gli uccelli che sfamano e che durante le migrazioni rallegrano numerosi alcune delle loro città (l’autore del blog istambulperitaliani riferisce che ad Istambul si fermano spesso: cicogne, falchi, gru e aironi).

Negli anni queste casette sono state chiamate con nomi diversi, talvolta divertenti altre poetici, come “kus köskü” (padiglioni degli uccelli), güvercinlik” (colombaie) e “serçe saray” (palazzo passero).
La maggior parte di queste casette che caratterizzarono così tanto l’architettura ottomana è andata distrutta. Degli esempi tuttavia sono ancora presenti in tutte le città turche. La più antica risale al XVI secolo ed è parte del Büyükçekmece Bridge di Instambul. (via Colossal)

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photo collage by Colossal

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