Simili a dipinti di Hopper le fotografie londinesi a esposizione multipla di Chris Dorley Brown

dorley-brown4.jpg

Il fotografo e filmmaker inglese Chris Dorley Brown nella sua ultima serie di immagini documenta e ricostruisce il fluire della vita negli incroci di East London. Ne è nato anche un libro che si chiama appunto “The Corners”. 

Per congelare il divenire, Dorley Brown, che vive e lavora nel quartiere londinese dal 1979, ha usato la tecnica dell’esposizione multipla. Ha cioè piazzato una fotocamera in un determinato punto, catturando immagini in lassi di tempo diversi. Gli scatti sono stati infine sovrapposti.

Le fotografie che ne risultano documentano quiete ed abitudini diverse che si incrociano. Un divenire atemporale che, complice il mutare della luce, sembra fondersi nella natura trascendente della pittura. A tratti le immagini arrivano addirittura ad essere surreali.
Ma si tratta pur sempre di un gioco di piccoli spostamenti, minime distanze, che non culmina in contrasti spettacolari ma solo in delicati attriti. 

Tuttavia, la leggera carica elettrica che ne deriva serve a regalare brio al calmo ed abitudinario avanzare della vita negli incroci londinesi passati sotto la lente di Dorley Brown. Un filo di mistero che ben si adatta alla sensazione di sospensione della narrazione. E che, insieme ai colori, richiama alla mente le opere dell’artista statunitense Edward Hopper.
La fotografia ad esposizione multipla nelle mani di Chris Dorley Brown, insomma,  diventa uno strumento di racconto sottile e solo leggermente destabilizzante. 

Per vedere altre fotografie della serie “The Corners” si può far ricorso al sito internet di Chris Dorley Brown. O all’account Facebook. (via Creativeboom)

Stoke Newington Road, Belgrade Road – 10:31am–10:44am, 28th June 2010

Stoke Newington Road, Belgrade Road – 10:31am–10:44am, 28th June 2010

St. James Street, Grange Road – 08:46am–09:02am, 4th May 2017

St. James Street, Grange Road – 08:46am–09:02am, 4th May 2017

Tudor Grove, Well Street – 11:16am–11:46am, 17th March 2010

Tudor Grove, Well Street – 11:16am–11:46am, 17th March 2010

Sandringham Road, Kingsland High Street – 10:42am–11:37am, 15th June 2009

Sandringham Road, Kingsland High Street – 10:42am–11:37am, 15th June 2009

Vernon Road, High Road – 08:50am–09:02am, 11th April 2017

Vernon Road, High Road – 08:50am–09:02am, 11th April 2017

Shepherdess Walk, Micawber Street – 10:39am–11:06am, 6th March 2017

Shepherdess Walk, Micawber Street – 10:39am–11:06am, 6th March 2017

High Street North, Cranbourne Road – 09:02am–10:06am, 19th April 2016

High Street North, Cranbourne Road – 09:02am–10:06am, 19th April 2016

Laburnam Street, Haggerston Road – 10:19am–11:03am, 7th April 2011

Laburnam Street, Haggerston Road – 10:19am–11:03am, 7th April 2011

Lee Street, Stean Street – 10:42am–11:17am, 25th June 2010

Lee Street, Stean Street – 10:42am–11:17am, 25th June 2010

Yakushima, la vera foresta della principessa Mononoke nelle splendide foto di Raphael Olivier

Raphael Olivier, Yakushima- Forest Spirit. All images ©Raphael Olivier

Raphael Olivier, Yakushima- Forest Spirit. All images ©Raphael Olivier

Nella sua ultima serie ‘Yakushima - The Forest Spirit’ il fotografo francese Raphael Olivier (di cui ho parlato per esempio qui) ci restituisce il paesaggio fatato e inquietante della più antica foresta temperata del mondo.  
Situata sull’omonima isola giapponese, la foresta è diventata famosa attraverso il film d’animazione ‘Principessa Mononoke’ del grande Hayao Miyazaki, e, secondo Raphael Olivier, anche dal vivo “sembra quasi irreale quanto nel film.”

Del resto gli scatti di Olivier, silenziosi e aperti come al solito, ci portano in un mondo parallelo dove i consueti punti di riferimento vengono meno e le linee curve, di rami, radici e terreno, costituiscono un fitto reticolo, inestricabile. ma non cupo.  Un paesaggio che nelle fotografie ci appare deserto ma che sembra pulsare di vita.
I giochi di luce tra le fitte fronde fanno il resto e Olivier si limita a coglierli, senza forzare in alcun modo l’intensità del paesaggio.

Raphael-Olivier-yakushima-the-spirit-of-forest-02

Di origini francesi, Raphael Olivier, da diversi anni vive e lavora a Singapore. Di lì, viaggia per tutta l’Asia, che ci racconta attraverso i suoi progetti personali come, appunto, ‘Yakushima - The Forest Spirt’. Ma soprattutto nelle tante serie incentrate su architettura e urbanistica.

Olivier, però, non si limita a documentare le forme degli edifici ma si basa sempre su un particolare curioso della Storia recente di un luogo nel tentativo di tracciarne in modo sintetico le contraddizioni o le caratteristiche che balzano all’occhio (come nella serie ‘Ordos - A Failed Utopia’). Per vedere altre sue fotografie oltre al sito web si può ricorrere all’account Behance o Instagram.

Raphael-Olivier-yakushima-the-spirit-of-forest-03

Per quanto riguarda l’isola di Yakushima e la sua secolare foresta, infine va aggiunto, che in quanto sfondo del film ‘Principessa Mononoke’ probabilmente comparirà nel parco divertimenti ‘Ghibli Park’ (frutto di un accordo tra lo Studio Ghibli e la prefettura di Aichi) che aprirà nel 2022 e di cui in questi giorni sono apparse le prime illustrazioni.

Raphael-Olivier-yakushima-the-spirit-of-forest-03
Raphael-Olivier-yakushima-the-spirit-of-forest-04
Raphael-Olivier-07.jpg
Raphael-Olivier-02.jpg
Raphael-Olivier-09.jpg
Raphael-Olivier-10.jpg
Raphael-Olivier-04.jpg
Raphael-Olivier-11.jpg

I giardini botanici europei fotografati da Samuel Zeller, tanto trasfigurati da sembrare dipinti impressionisti

garden5.jpg

Botanical’ è l’ultima serie di immagini del fotografo svizzero Samuel Zeller. Come dice il nome si ispira ai giardini botanici. Ritrae, infatti, piante più o meno esotiche nascoste dietro ai vetri di una serra. 
Un’idea interessante e romantica, pervasa di spirito vittoriano, che Zeller è riuscito a trasformare in un’infilata di fotografie che ricordano certe opere degli impressionisti ma anche quelle dei loro colleghi inglesi che dipingevano tra ‘800 e ‘900. Quadri ad olio, insomma, e in un segmento di Storia dell’Arte non tanto facile da evocare per giunta.

"La natura protetta dagli elementi mi ispira- ha detto- dietro ogni finestra è nascosto un dipinto. I fiori che siedono sul telaio metallico, giocando l'un con l'altro su un unico piano come fosse una tela, le foglie  che crescono nella più piccola asperità. Io ho trovato in questi giardini la quiete di un museo. "

D’altra parte per Samuel Zeller ‘Botanical’ è stato un progetto molto sentito che lo ha spinto a viaggiare per tutta Europa e ha segnato un nuovo inizio della sua vita professionale.
Tutto ebbe inizio nel 2015 quando, dopo una “giornata particolarmente brutta in ufficio”, Zeller, invece di tornare direttamente a casa, fece tappa in un giardino botanico: "La rabbia e l’ansia avevano aumentato la mia sensibilità- spiega- in quell’isola verde all'interno della città, ho scoperto quello che vedevo come una serie di dipinti dietro il vetro, una realtà rifratta: quel giorno ho scattato le prime 10 fotografie del progetto".
Un anno dopo Zeller abbandonò il suo lavoro di designer per mettersi a fare il fotografo a tempo pieno.

Ormai Samuel Zeller vive e lavora a Ginevra come fotografo. Tra i suoi ambiti di specializzazione ci sono le belle arti. 
Botanical’ è diventato un libro (pubblicato da Hoxton Mini Press). Per vedere altre fotografie di giardini botanici che sembrano dipinti d’altri tempi, comunque, ci sono il suo sito internet e l’account instangram. (via Creativeboom)

samuel-zeller-geneva-botanical-gardens-03.jpg
garden3.jpg
garden4.jpg
samuel-zeller-geneva-botanical-6679.jpg
garden2.jpg
garden.jpg
garden1.jpg